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Duro colpo alla mafia di Capitanata: condannati esponente dei Li Bergolis, capo clan e sodali dei Bayan-Papa-Ricci

Con sentenza emessa il 1° dicembre, a conclusione del rito abbreviato, il giudice ha inflitto pene rilevanti nei confronti di 8 dei 27 indagati nell’ambito dell’operazione ‘Friends’ a carico dei clan di Monte Sant'Angelo e di Lucera

‘Operazione friends’, scattano le prime condanne nel processo a carico di esponenti dei clan Li Bergolis sul Gargano, e Bayan - Papa - Ricci a Lucera.

Con sentenza emessa il 1° dicembre, il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Bari, a conclusione del rito abbreviato, ha inflitto pene rilevanti nei confronti di 8 dei 27 indagati nell’ambito dell’operazione ‘Friends’, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ed effettuata, tra il 2015 e il 2019 in territorio garganico, dalla squadra mobile di Foggia, dallo Scico di Roma e dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari.

In particolare, sono stati condannati il capo del clan lucerino Bayan - Papa - Ricci: Alfredo Papa cl. 1958, (14 anni di reclusione) e i sodali Francesco Antonio Coccia, cl. 1958, (6 anni e 8 mesi di reclusione), Urbano Petito, cl. 1954, (5 anni di reclusione), Antonio Valerio Pietrosanto, cl. 1968, (5 anni e 4 mesi di reclusione) e Francesco Ricci, cl. 1970 (5 anni e 4 quattro di reclusione), responsabili per essersi associati tra loro costituendo un’organizzazione dedita all’acquisto, alla detenzione e alla cessione di sostanze stupefacenti di vario tipo, tra cui marijuana, hashish e cocaina.

È stato, altresì, condannato Libero Lombani, cl. 1987 (7 anni e 4 mesi di reclusione), partecipe del clan Li Bergolis e ritenuto responsabile per essersi associato alla organizzazione armata dedita all’acquisto, alla detenzione e alla cessione di sostanze stupefacenti di vario tipo, tra cui hashish e cocaina. Inoltre, sono state inflitte pene anche a Luigi De Amicis, cl. 1960, (2 anni e 2 mesi di reclusione ed euro 6.000,00 di multa) e a Michele Piserchia, cl. 1984, (1 anni e 8 mesi di reclusione ed euro 1.670,00 di multa) ritenuti responsabili, rispettivamente, il primo di aver custodito per conto dell’organizzazione criminale lucerina due pacchi di hashish precedentemente acquistati da esponenti del clan Li Bergolis e il secondo di aver ceduto cocaina ad un sodale del predetto clan.

In più, il Tribunale ha disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici nei confronti di Alfredo Papa, Francesco Antonio Coccia, Libero Lombani, Urbano Petito, Antonio Valerio Pietrosanto e Francesco Ricci; la confisca dei beni sequestrati a Coccia e Pietrosanto (immobili, quote societarie, autovetture e rapporti finanziari); la libertà vigilata a carico di Papa per la durata di tre tre, da espiare all’esito dell’esecuzione della pena.

I soggetti ora condannati erano stati attinti - unitamente ad altre 16 persone, tra cui figura anche Enzo Miucci detto ‘U criatur’, capo del clan Li Bergolis, per cui continua il processo penale - da misura cautelare personale nel mese di novembre 2019, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione illegale di armi. “Tale sentenza di condanna - spiegano dalla Procura di Bari  in una nota - testimonia l’efficacia dell’azione repressiva, posta in essere diuturnamente da questa Direzione Distrettuale Antimafia in sinergia con le forze di polizia, al fine di debellare la perniciosa presenza della criminalità organizzata nel territorio dauno”.

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