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Cronaca Cerignola

La mafia 'specializzata' di Cerignola, da 'cerniera' tra clan foggiani e baresi a riferimento in tutt'Italia

Il punto nella relazione della Dia al Parlamento, relativa al I semestre del 2021, sulla mafia di Cerignola, Orta Nova e dei Cinque Reali Siti

Nel basso Tavoliere il ruolo dominante ed indiscusso nel controllo del territorio spetta alla malavita cerignolana, che grazie al suo modus operandi sempre più complesso, manifesta una comprovata capacità di assoggettare il tessuto criminale locale affermandosi nel quadro nazionale oltre che provinciale e superando in alcune occasioni persino i confini italiani.

E’ quanto sostengono gli investigatori della Dia nella relazione del I semestre 2021 al Parlamento. La mafia cerignolana - identificabile soprattutto con i clan Di Tommaso e Piarulli - conferma il forte radicamento sul territorio che le consente di essere un punto di riferimento per altri sodalizi, oltre che anello di congiunzione tra clan foggiani e baresi ed i gruppi della criminalità andriese e bitontina.

La sua strategia si articola su più direttrici, tutte finalizzate alla schermatura dei proventi illeciti attraverso il reinvestimento dei capitali. Tra le attività condotte con forme di pendolarismo, quella degli assalti ai portavalori, ha permesso nel tempo alla criminalità cerignolana di essere riconosciuta come una delle espressioni più efficaci dell’intero territorio nazionale.

In tale contesto l’operazione ‘On the Road’ del 31 maggio 2021 dei carabinieri, ha evidenziato come un gruppo criminale estremamente spregiudicato e dinamico, attivo nelle province di Bari e Bat si sostenesse grazie a un raccordo stabile con 2 sodali cerignolani legati alla criminalità organizzata e addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva provento dei furti di auto.

Rispetto agli altri fenomeni provinciali, la mafia cerignolana ha completato un processo evolutivo nel quale partendo dal controllo del territorio attraverso la compagine militare è stata in grado parallelamente di sviluppare anche strutture economiche ed imprenditoriali così da poter essere considerata l’autentica mafia degli affari della provincia di Foggia.

Lo stesso dinamismo si riscontra anche nei settori delle armi e degli stupefacenti, nei quali Cerignola si conferma snodo cruciale per l’intera regione anche grazie alla capacità di disporre di più canali di approvvigionamento.

L’intera area dei Cinque Reali Siti (Orta Nova, Stornara, Stornarella, Ordona e Carapelle) pur risentendo in modo significativo  dell’influenza della criminalità cerignolana, annovera realtà come quella di Orta Nova, il cui forte tessuto criminale sarebbe caratterizzato dall’egemonia del gruppo Gaeta. Quest’ultimo, allo stato sembra convivere con figure trasversali capaci di ben interagire con la mafia cerignolana e foggiana.

È del 13 aprile 2021 il sequestro di beni eseguito dalla Dia per un valore complessivo di oltre 2 milioni e 500 mila euro nei confronti di pluripregiudicato dalla lunga militanza criminale vicino al citato gruppo Gaeta. Un’altra dinamica realtà di questa area è rappresentata dal borgo di Carapelle, dove è stato individuato un sodalizio composto da pregiudicati locali ma anche di nazionalità magrebina, capace di introdurre nel territorio nazionale ingenti quantitativi di hashish provenienti dalla Spagna e di smistarli nell’intera provincia di Foggia e in alcuni territori della Campania e della Lombardia.

Il quadro probatorio è emerso dall’indagine ‘Ultimo Avamposto 2’, condotta dalla polizia il 15 febbraio 2021 quale filone investigativo originato dal precedente procedimento con cui il 20 aprile 2019 era stata cristallizzata l’esistenza di una vera e propria joint venture dedita al traffico di sostanze stupefacenti e composta da pregiudicati foggiani, viestani e manfredoniani che riforniva di cocaina un vasto mercato esteso dal Gargano sino al pescarese.

Già nella precedente inchiesta era emersa la figura di un marocchino dimorante in provincia di Foggia il quale unitamente a due soggetti cerignolani era impegnato a fornire all’ingrosso sostanza stupefacente a gruppi criminali del territorio manfredoniano. Dall’approfondimento di tali rapporti si è andata disvelando una vera e propria rete criminale con ramificazioni non solo nella provincia di Foggia ma anche nella città di Milano, nel napoletano ed all’estero in particolare in Marocco e Spagna. Da quanto accertato, infatti, il cittadino marocchino faceva pervenire grossi quantitativi di hashish dal Marocco, trasportando la droga prima in Spagna poi a Milano ove veniva stoccata presso un altro membro marocchino dell’associazione, regolarmente soggiornante in Italia. Le importanti quantità di stupefacente determinavano un prezzo di mercato concorrenziale, che catalizzava pertanto gli interessi criminali trasversali dell’intera provincia, come dimostra il coinvolgimento di appartenenti alle batterie foggiane dei Moretti-Pellegrino-Lanza e dei Sinesi-Francavilla.

A Stornara, le dinamiche criminali risultano legate alla famiglia malavitosa dei Masciavè e soprattutto alla criminalità cerignolana che può utilizzare quel territorio come base logistica per le proprie attività illecite. Proprio in questa area geografica, tra le criticità legate alla contaminazione criminale dell’agroalimentare, si segnala l’operazione anti-caporalato ‘Principi e Caporali’ del 2 aprile 2021 che, nell’evidenziare le gravi condotte di sfruttamento degli indagati, ha svelato i metodi di impiego illecito della manodopera prevalentemente straniera con mansioni di braccianti agricoli in un contesto organizzativo aziendale gravemente carente sotto l’aspetto della sicurezza igienico-sanitario e retributivo. In linea generale il fenomeno del caporalato risulta direttamente connesso con quello dell’immigrazione clandestina e in modo specifico sul territorio foggiano, alla gestione dei ghetti.

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