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Cronaca Lucera

Un boccone di traverso, anziano rischia di soffocare al ristorante: carabinieri lo salvano con la manovra di Heimlich

E' successo a Lucera. L'uomo, di 83 anni, era già diventato cianotico e stava per perdere conoscenza. L'esperienza e la prontezza dei militari presenti ha evitato il peggio

È ora di pranzo, i militari del Nucleo radiomobile della Compagnia carabinieri di Lucera, in turno pomeridiano, si recano presso un esercizio pubblico per consumare il pasto prima di intraprendere il servizio. I due militari, capo equipaggio ed autista, hanno quasi terminato e la loro attenzione viene attratta da un tavolo non molto lontano dal loro, dove un uomo con amorevole cura aiuta nel pranzo i suoi anziani genitori, seduti accanto a lui, imboccandoli.

uello che all’improvviso desta l’attenzione sempre vigile dei militari, oltre alla dolce premura dell’uomo, è un rantolo che si fa sempre più forte e aspro, che parte dall’anziano padre. I due militari lo sentono tossire in maniera convulsa, lo guardano diventare piano piano cianotico e non perdono un istante; capiscono che l’uomo sta avendo una crisi respiratoria, probabilmente per un boccone finito “di traverso” e si precipitano verso di lui.

L’autista comprende che è proprio così; qualcosa sta occludendo le vie respiratorie dell’anziano che rantola sempre di più ed inizia quasi a perdere i sensi; subito il capo equipaggio si posiziona prima lateralmente all’uomo, piegandogli il busto in avanti e “assestando” alcuni colpi a mano aperta sulla schiena all’altezza delle scapole, per poi cingerlo da dietro con un abbraccio energico, generando una compressione del torace, con una mano serrata a “pugno” sul diaframma ed un'altra che copre il pugno spingendo verso l’interno e verso l’alto.

La manovra di “heimlich” che lui da bravo carabiniere, da addetto al pronto intervento, esperto, ha imparato anni addietro e mai dimenticato. Perché i due militari non sono ragazzini, anzi hanno molteplici lustri di carriera alle spalle, uno brigadiere capo, l’altro appuntato scelto qualifica speciale; ma non perdono mai l’entusiasmo e la vigile attenzione, tratti distintivi del “radiomobilista”. Alla fine, il “bolo” che si era incastrato e che stava per risultare fatale, dopo diversi tentativi, viene espulso con un forte colpo di tosse e Mario, questo il nome dell’83enne, riesce piano piano a riaversi, a riprendere respiro regolare e il suo originario colorito. Gli attimi di panico e la tensione che era calata sul ristorante si sciolgono in un applauso liberatorio. Giusto il tempo, per i militari, di recuperare la radio portatile e intraprendere il “normale servizio”.

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