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Cronaca San Severo

Licenziato ma senza giusta causa: 51mila euro per quel provvedimento illegittmo. L'ex direttore amministrativo: "E non finisce qui"

La Sezione Lavoro del Tribunale di Foggia ha condannato la casa di riposo di San Severo al pagamento di 51mila euro in favore del direttore amministrativo Felice Scarlato per la rescissione del contratto reputato "un atto illegittimo"

Il Tribunale di Foggia condanna l’Ipab Concetta Masselli di San Severo  a risarcire, con oltre 51mila euro oltre le spese legali, il direttore amministrativo Felice Scarlato, per aver interrotto illecitamente il contratto di lavoro.

La Sezione Lavoro del Tribunale, nella persona del giudice Ivano Caputo, in parziale accoglimento del ricorso, ha condannato l’Ipab casa di riposo Concetta Masselli di San Severo, in persona del suo legale rappresentante pro-tempore, al pagamento di 51mila euro in favore di Felice Scarlato, oltre interessi legali per il provvedimento di rescissione del contratto per giusta causa reputato illegittimo dal Tribunale.

Punto di partenza della vicenda è stato il licenziamento, a dicembre 2016, di Felice Scarlato, a quel tempo direttore amministrativo dell’Ipab. In quella data il commissario dell’Ipab, Nada Pennacchia, comunicava al Direttore Scarlato il licenziamento per giusta causa, a fronte di una serie di inadempienze. A fronte di tali accuse il direttore amministrativo Scarlato, patrocinato dall'avvocato Marco Carmi, si è rivolto alla giustizia del lavoro che ha valutato del tutto astratte le inadempienze esibite nel provvedimento di rescissione del contratto.  

“L’incarico di collaboratore amministrativo e di contabilità finanziaria dell’Ente – si legge nella sentenza del Tribunale - era del tutto legittimo. Infatti il direttore Scarlato risultava iscritto all’Albo dei Direttori Generali di Aziende Pubbliche. Fatto che avvalora ulteriormente la piena validità del contratto in essere tra Ente e il dott. Scarlato”. Il giudice estensore della sentenza fa notare inoltre che l’allora commissario dell’Ipab Nada Pennacchia nominata a capo dell’Ente dalla Regione con decreto firmato dal Presidente Michele Emiliano in data 11 maggio 2016 ha prodotto in giudizio una serie di elementi per validare la giusta causa del licenziamento.

Motivazioni che il Tribunale ha bollato come “generiche e pretestuose” arrivando così alla condanna dell’Ente. “Dopo quasi 40 anni di attività svolta al servizio della collettività – spiega il dott. Scarlato - non mi sarei mai aspettato una presa di posizione così drastica da parte del commissario Pennacchia. Evidentemente il mio modo di procedere nella gestione dell’Ente era in contrasto con gli indirizzi del commissario stesso. Ma da ciò a passare al licenziamento mi è sembrato eccessivo. E il Tribunale di Foggia ha ristabilito la verità dei fatti. Ma non finisce qui perché sono intenzionato ad andare avanti perché a mio avviso certi comportamenti sono andati oltre le normali regole di convivenza civile”.

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