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Cronaca San Severo

"Ecco il mio calvario". Pesanti accuse di Montagano. L'avv. Vaira conferma la persecuzione giudiziaria: "Vere ingiustizie"

L'imprenditore di San Severo, coinvolto con la sua famiglia nell'inchiesta Bios, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica muovendo pesanti accuse. Il suo storico difensore offre una chiave di lettura

L'imprenditore di San Severo Dario Antonio Montagano ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ripercorrendo  le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la sua famiglia ("il mio calvario") e muovendo pesanti accuse nei confronti di funzionari di polizia giudiziaria. Si sente vittima di una persecuzione culminata con gli arresti del 3 marzo scorso.

Nella lettera, inviata per conoscenza, tra gli altri (compresi sindaci della provincia) anche ai ministeri della Giustizia e dell'Agricoltura, alla procura di Foggia e al prefetto, descrive le attività agro-industriale, turistico alberghiera e di compostaggio delle sue aziende e difende la sua famiglia "cattolica, credente e devota alla Madonna del Soccorso proclamata da secoli protettrice dei campi" ("mai avremmo potuto inquinare le terre della Capitanata e fare un torto alla nostra amata Madonna").

L’avvocato Michele Vaira è storicamente il difensore della famiglia Montagano e delle sue aziende. Nel corso degli ultimi dieci anni, ha sempre difeso ("vittoriosamente", precisa) la Bio Ecoagrim, oggi Maia Rigenera, più volte sequestrata e sistematicamente restituita alla proprietà a seguito di procedimenti penali conclusi favorevolmente.

Il professionista foggiano non entra nel merito della durissima lettera di denuncia dell’imprenditore, trattandosi di un’iniziativa personale non concordata con il legale, ma ne dà una chiave di lettura. "Non condivido l’iniziativa, del tutto personale, del mio assistito, e non intendo commentare in alcun modo i dettagli dell’attuale procedimento. Come da mia abitudine, commenterò questo processo al termine del primo grado di giudizio. Posso però dire che, alla luce di quanto ho personalmente constatato (in base a dati documentali) in oltre dieci anni di rapporto professionale, che comprendo umanamente l’esasperazione di Dario Montagano. Il mio cliente è orgogliosamente battagliero, e in questi anni ha dovuto affrontare una vera e propria persecuzione giudiziaria".

Il legale elenca le tante anomalie che confortano la tesi: "Nei vari processi (ribadisco - escluso questo, che sarà commentato a tempo debito) abbiamo dovuto confrontarci con: fotografie scattate dalla polizia giudiziaria con data falsa, tendente a dimostrare fatti non veri; richieste estorsive della polizia giudiziaria, immediatamente denunciate dal Montagano; conteggi falsificati da parte della polizia giudiziaria (diversa da quella delle fotografie) finalizzati a ottenere il sequestro dell’impianto. Potrei continuare, ma mi limito a questi episodi più eclatanti: attacchi politici folli e scientificamente insensati sul progetto di convertire l’impianto in anaerobico; palesi violazioni di regole processuali da parte di autorità di controllo del territorio; relazioni fuorvianti della polizia giudiziaria su risultati analitici. Da ultimo (novembre 2019) ha subito il sequestro di due capannoni dell’impianto che erano utilizzati per ottemperare a un preciso ordine dell’Arpa di spostare all’interno dei cumuli di materiale. Ciò ha prolungato ulteriormente i tempi necessari per la riapertura".

L'avvocato Vaira evidenzia anche le ripercussioni sul ciclo dei rifiuti nel territorio e, inquadrato il contesto, interpreta lo spirito dell'ultima iniziativa del suo assistito: "A seguito di questo evento, i rifiuti derivanti dai comuni per una tariffa di circa euro 100 a tonnellata, sono ora gestiti (a seguito di una singolare procedura) da un altro impianto che, privo di concorrenza, percepisce circa il triplo (euro 270), con conseguente danno per la popolazione pugliese. 

Per un professionista del diritto è più facile separare concettualmente comportamenti e singole responsabilità, e comporre il quadro nell’ottica della buona fede di quasi tutti i protagonisti. Per un imprenditore no.

Questa clamorosa somma di eventi (alcuni colposi, alcuni dolosi, altri derivanti da inefficienze, esasperata burocratizzazione), che si sono tramutate in vere e proprie ingiustizie, avrebbero portato qualunque persona normale ad arrendersi e cambiare città, per non dire paese. Montagano no. Non si piega e (a modo suo) contrattacca. È 'lucidamente esasperato'. Per questo lo rispetto, anche se, con queste iniziative, rende ancora più difficile la sua difesa, che porterò avanti con determinazione fino all’ultimo grado di giudizio".

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