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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il “sordomuto”, "le famose lacrime di coccodrillo" dell'uomo di Landella e il consigliere comunale che ne “sparava tante”

Le rivelazioni-dichiarazioni di Leonardo Iaccarino, ex presidente del Consiglio comunale di Foggia, durante l'interrogatorio con la formula dell'incidente probatorio

C’è anche un po’ di gossip e di colore nelle dichiarazioni che Leonardo Iaccarino ha rilasciato nel corso dell’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio il 18 ottobre scorso davanti agli avvocati degli imputati.

In quella occasione l'ex presidente del Consiglio comunale ha risposto alle domande sui rapporti intercorsi con Dario Iacovangelo, Lucio Ventura, Consalvo Di Pasqua e Antonio Capotosto.

Il primo, conosciuto ai tempi dell’Udc, “era uno di quelli che aveva fatto un dietrofront rispetto alla sua firma di mozione di sfiducia a mio carico, quindi era uno dei sette che sosteneva il contrario di quello che aveva detto dieci giorni prima”. Il riferimento è ai ‘Magnifici 7’, vale a dire a quei consiglieri comunali che avevano manifestato l’intenzione di ritirare le firme dalla mozione di sfiducia e, quindi, di salvargli l'incarico nonostante il caso delle pistolettate a salve di Capodanno. 

Alla domanda dell’avvocato difensore di Iacovangelo, se il suo assistito lo avesse sostenuto alle primarie a tre del centrodestra, Leonardo Iaccarino ha risposto di non avere la certezza: “Può anche darsi che sia andato a vendere al miglior acquirente e mi abbia tradito negli ultimi giorni”. E aggiunto: “formalmente mi ha sostenuto”

“Con Lucio Ventura - suo successore alla presidenza del Consiglio comunale - non siamo stati mai amici e neanche in conflitto, semplicemente colleghi”. Il nomignolo di 'sordomuto' attribuito a Ventura risalirebbe al 2009, ai tempi delle riunioni tra il Popolo delle Libertà e la Puglia Prima di Tutto: “Quando entrava Lucio Ventura i suoi modi di fare erano sempre gli stessi. Un giorno entra in ritardo, "scusate”. “E’ arrivato il sordomuto” pronuncerà uno dei presenti.

Ergo, evidenzia Iaccarino, "è quello che non sente e non parla”. Il grande accusatore sostiene anche che Lucio Ventura gli avrebbe suggerito di stare attento con il telefonino: “Usane uno come questo, con questo io vado tranquillo. Questo era quello che mi diceva Lucio Ventura. Era in possesso di un telefonino di vecchia data e dice, "su quello ti intercettano, su questo stanne certo che non lo faranno mai”

Iaccarino si è soffermato anche sul rapporto con Consalvo Di Pasqua, il consigliere comunale con il quale nell’estate 2020 aveva provato invano a formare un governo di salute pubblica nel tentativo naufragato di salvare la consiliatura Landella: “Era uno dei pochi consiglieri comunali che si interfacciava con me spesso con telefonate, incontri, passeggiate e quindi era lo stesso consigliere comunale che riusciva a darmi informazioni, che io non riuscivo a prendere, perché era l’uomo di fiducia del sindaco”.

Alla domanda dell'avvocato difensore di Di Pasqua - "se era il fido di Landella e Landella la voleva morto, perché veniva a parlare con lei? - questa la risposta di Iaccarino: "E che ne so, può anche darsi che ha fatto il doppio gioco come l’ha fatto quando voleva ritirare la mozione di sfiducia e poi come fido, come cane, si è adeguato alla volontà del padrone. Quindi Di Pasqua ero un po’ ambiguo, la sera diceva stai tranquillo, la mattina si svegliava, forse riceveva qualche telefonata....non stare più tranquillo” 

Se si aspettava o meno che Di Pasqua non votasse la sfiducia, l'ex numero uno dell'assise comunale ha evidenziato: "Così era partito, era stato lui il promotore dei magnifici sette a ritirare la mozione di sfiducia. Poi si è ravveduto negli ultimi giorni, ha visto che poteva rimanere solo con qualche altro consigliere comunale e non l’ha più fatto e poi in Consiglio comunale mi ha votato la sfiducia con le famose lacrime di coccodrillo”.

E ancora, "in quel periodo in cui dovevano ritirare la mozione di sfiducia a mio carico, io e Consalvo Di Pasqua ci vedevamo quasi tutti i giorni". L’ex presidente del Consiglio comunale sostiene inoltre che il collega di maggioranza gli avrebbe rivelato che altri due consiglieri comunali non erano contenti perché sarebbero stati esclusi da tante cose.

Chi ne sparava tante, secondo Iaccarino, era Antonio Capotosto: “Qualsiasi tipo di problema: "ve lo risolvo io, conosco io”. Ne sparava tante, perché io me ne accorgevo, se veniva da me per chiedermi la cortesia dove buttare il pezzettino di carta, poi ti diceva: “Io sono amico di Tonti fratello mio, D’Alba è mio figlio, Gesù Bambino mi ha battezzato...”. Allora a quel punto dicevi: “Questo ne spara soltanto tante”, perché alla fine questo era Capotosto”


 

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