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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Il sanseverese Leonardo Avezzano sulla cima dell'Elbrus per i bambini colpiti dalle guerre: "Ho scalato la montagna per loro"

Questa volta Leonardo si è impegnato a scalare per 'Inara', una organizzazione no profit creata da Arwa Damon (corrispondente della CNN) che provvede a dare cure per i bambini colpiti dalla guerre in medio oriente (Siria, Iraq, Palestina, Libano)

Nuova impresa del sanseverese Leonardo Antonio Avezzan, che, questa volta, sposa una causa benefica.

A circa due mesi dalla sua spedizione sull’Everest, per scalare e raccontare la storia del primo palestinese sulla montagna più alta del mondo (8848 mt), Avezzano ha da poco raggiunto la vetta dell’Elbrus, la montagna più alta d’Europa (5642 mt), che si trova nella Russia Meridionale.

Questa volta Avezzano si è impegnato a scalare per 'Inara', una organizzazione no profit creata da Arwa Damon (corrispondente della CNN) che provvede alle cure per i bambini colpiti dalle guerre in Medio Oriente. Duplice quindi l'obiettivo: scalare la montagna e raccogliere 31mila dollari per garantire le cure necessarie a 6 bambini, feriti dalle esplosioni e dai massacri, sia nel fisico che nella psiche. La raccolta fondi è ancora aperta.

“Sono felice di aver contribuito alla causa, affinché questi bambini possano superare i traumi inflitti dalla guerra”, spiega Avezzano, che fa parte del Club Alpino Italiano - Sezione di Foggia. “Sembra che proprio non ce la facciamo, come esseri umani, a mettere fine ai conflitti, e chi ne paga le conseguenze sono sempre i più indifesi. Quando un bambino viene ferito, direttamente o indirettamente, dagli orrori della guerra, i genitori spesso non sanno a chi rivolgersi per ricevere aiuto, anche perché molto probabilmente hanno perso tutto, incluso la dignità", aggiunge.

"A volte questi bambini perdono anche i genitori a causa dei bombardamenti. Sono soli. I traumi vanno al di là delle mutilazioni e bruciature, creano delle barriere insormontabili per il loro futuro, una sorta di prigione invisibile. La società volta loro le spalle, inorriditi dalle loro cicatrici. Sono vittime di bullismo ed emarginati. Ho voluto dedicare questa scalata a loro ed aiutare Arwa Damon e Inara per stabilire un collegamento tra loro e il supporto medico di cui hanno bisogno. Non possiamo cambiare il loro passato. Ma possiamo aiutare a costruire un futuro più sano".

La scalata è durata tre giorni. “Purtroppo il tempo non mi è stato amico, proprio come sull’Everest. Ho iniziato a pensare che la montagna non mi volesse”, racconta a FoggiaToday. “Ma, alla fine, la montagna è indifferente ai nostri progetti e ai nostri sogni, quindi l’unica cosa che possiamo fare è adattarsi ad essa e andare avanti. È stato molto complesso organizzare questa spedizione e reperire tutti i permessi, in tempi di Covid. Ma tutti i sacrifici sono serviti per aiutare 6 bambini feriti a vita dalle guerre. Sono felice di aver scalato questa montagna per loro".

Archiviata anche questa esperienza, Avezzano si concede qualche giorni al caldo della Puglia, dove giungerà il prossimo lunedì. Ad attenderlo, vi sarà il sindaco di San Severo, Francesco Miglio: “Sono orgoglioso dell’impresa compiuta dal concittadino Leonardo Avezzano, che ha scalato la vetta più alta di Europa. Fiero anche perché l’impresa compiuta da Leo è servita a raccogliere fondi per sostenere un’organizzazione che aiuta i bambini di alcuni paesi in guerra”, spiega il primo cittadino, che lancia l’invito: "Al tuo rientro  mi piacerebbe riceverti in Municipio e, nell’abbracciarti, sentire i battiti del cuore grande di un giovane sanseverese".

Il cuore e la mente di Avezzano, intanto, sono già sintonizzati sulla prossima impresa: il Nanga Parbat (8125 mt) senza ossigeno supplementare, in Pakistan. E' la montagna con la parete più grande del mondo. La spedizione è in programma per il prossimo anno, e fa il paio con il volo in parapendio dall’Ama Dablam, già scalato nel 2019.

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