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Cronaca Manfredonia

Timbravano cartellino, ma facevano altri lavori o bevevano un caffè al bar: incastrati

Timbravano il cartellino, ma si dedicavano ad altro: lavori extra, passeggiate sul corso o esercizio abusivo di attività commerciali. Blitz agenti del commissariato di Manfredonia nei confronti di lavoratori socialmente utili

Sulla carta erano L.s.u., “lavoratori socialmente utili”, nella realtà dei fatti si dedicavano ad altro: lavori extra, passeggiate sul corso o esercizio abusivo di attività commerciali. E’ quanto scoperto dagli agenti del commissariato di Manfredonia che per il fatto hanno denunciato otto lavoratori socialmente utili, insieme ad altre due persone che con loro hanno concorso nella per truffa ai danni dello Stato. E non si tratta di flessibilità sugli orari di lavoro: alcuni sono stati sorpresi a vendere fichi d’india dall’altra parte della città, altri intenti a passeggiare lungo Corso Manfredi o a sorseggiare, in abiti distinti, un caffè al bar.

Secondo quanto accertato dalla polizia, gli L.s.u. in questione - in gran parte addetti alla manutenzione del verde pubblico - timbravano il badge personale ma poi si dedicavano ad altro collezionando reiterate assenze. Una consuetudine, ormai, per i lavoratori in servizio presso il Comune di Manfredonia assentarsi durante l’orario lavorativo o far timbrare il proprio badge a colleghi compiacenti, parenti o amici.

Tutti casi eclatanti di assenteismo stanati ed accertati dai controlli di polizia che, già nei giorni scorsi, avevano immortalato alcuni lavoratori socialmente utili a commercializzare fichi d’india, invece di lavorare presso la scogliera “Acqua di Cristo”. Scattato il blitz ed acquisito il foglio di timbratura, gli agenti hanno avviato i controlli sui posti di lavoro assegnati ai vari lsu: il primo ad essere rintracciato era proprio il venditore di fichi d’india. L’uomo, tra l’altro, risultava già interessato da procedimenti disciplinari riguardanti assenteismo e mancate obliterazioni del cartellino personale.

IL VIDEO CHE INCHIODA I LAVORATORI

Due dei suoi colleghi, invece, erano intenti a passeggiare lungo Corso Manfredi, dopo aver consumato il caffè in un centralissimo bar nonostante il badge puntualmente obliterato. Una quarta persona, invece, era a lavoro: non nel parco giochi della zona C/10, ma in una bottega , in qualità di fabbro, nella parte opposta della città. Uno è stato sorpreso in un centro scommesse, un altro era a Foggia dove gestisce una pescheria; in questo caso, a timbrare il badge in Municipio era stata la moglie.

Stessa cosa per l’ennesimo socialmente utile che risultava aver timbrato in entrata alle sette e in uscita a mezzogiorno: il suo ordine di servizio prevedeva la cura del verde del terzo circolo, ossia la scuola elementare De Santis ma in quel luogo - hanno detto ai poliziotti i collaboratori scolastici - nessun socialmente utile era stato mai visto. Contattato telefonicamente, l’uomo raggiungeva gli uffici della questura con gli abiti sporchi di calce e polvere di mattoni, spiegando che, in alcuni casi, il pomeriggio si occupa delle pulizie in una villetta di Siponto.

Nel frattempo il servizio di appostamento continuato presso i luoghi di timbratura, ha permesso di individuare alcuni L.S.U. che, all’atto della timbratura di uscita, timbrava oltre al proprio badge anche quello di un collega. Le persone fermate sono state accompagnate in commissariato e indagate in stato di libertà per la truffa aggravata, così come chi aveva timbrato il badge al posto dei titolari e, dopo gli accertamenti di rito, immediatamente rilasciate. 

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