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Cronaca

Presunte irregolarità, le 'zone grigie' del concorso della Provincia di Foggia. Una forestiera: "Brutta esperienza"

Pronto il ricorso sulle presunte irregolarità nelle procedure di selezione indette da Palazzo Dogana. I forestieri scappano dal Foggiano: “Una delle più brutte esperienze mai avute”. E il caso arriva al ministero

“È stata una delle più brutte esperienze mai avute”. Così un concorso pubblico indetto dalla Provincia di Foggia fa scappare una forestiera dalla provincia di Foggia: “Riflette le criticità di quel territorio”. Ha rinunciato al ricorso, e preferisce stare alla larga dalla Capitanata. Un altro gruppetto di candidati, capeggiati da Francesco Strippoli, referente dei ricorrenti, non getta la spugna. Sono una ventina ma provano a fare proseliti per mandare all’aria la selezione.

Lo studio legale Leone-Fell & Associati di Palermo è pronto a presentare il ricorso al Tar Puglia entro il 23 gennaio. Ha rilevato presunte irregolarità non solo nelle procedure per 3 posti da istruttore amministrativo (categoria C) e 2 posti di istruttore direttivo amministrativo (categoria D), i più chiacchierati, ma anche nelle altre due procedure per 3 posti di istruttore direttivo tecnico (categoria D) e 2 posti da istruttore tecnico (categoria C): “Secondo noi sono affetti dagli stessi vizi”, afferma l’avvocato Francesco Leone, socio fondatore dello studio legale che si presenta come la “prima law firm in Italia per numero di ricorsi amministrativi”.

Per il momento, sono state raccolte adesioni per impugnare le procedure di selezione degli amministrativi. “Lo studio non guadagnerà un centesimo – precisa l’avvocato Leone – Lo facciamo perché questa è la goccia che fa traboccare il vaso. E anche se non riusciremo a presentare i ricorsi per tutte e quattro le procedure selettive sono certo che l’amministrazione, qualora dovesse arrivare l’annullamento del Tar, avrà il buonsenso di annullare anche quelle che non sono state impugnate”.

Il ricorso è indirizzato contro l’ente che ha bandito le procedure, ma innanzi al Tribunale amministrativo regionale sarà invocata in giudizio anche la ditta Seletek che le ha gestite. “L’Amministrazione può sempre in autotutela annullare la procedura e rifarla – ha ricordato il professionista esperto di diritto amministrativo - noi oggi le abbiamo dato l’assist giuridico per farlo”.

Le ‘zone grigie’

Lo studio legale ha indetto una conferenza stampa per focalizzare gli elementi che hanno maggiore rilievo giuridico e che possono portare all’annullamento del concorso. Punta soprattutto sulla violazione del principio dell’anonimato, che “ha messo a rischio la regolarità del Concorso” e lo rende “opaco”. Secondo quanto riferito dall’avvocato e testimoniato dai ricorrenti, la scheda anagrafica è stata consegnata all’ingresso, insieme a tre codici a barre adesivi contenenti la stessa sequenza numerica, dopodiché i candidati hanno attaccato il codice sulla scheda anagrafica con il loro nome, e non l’hanno imbustata ma è stata ritirata dagli addetti della SeleTek.

Sarebbe stato possibile così, tendenzialmente, risalire all’autore della prova prima della correzione, appuntando il codice numerico abbinato a un nome e cognome. Anche i questionari non sono stati imbustati. “È una cosa che a noi che ci occupiamo di concorsi da dieci anni non è mai capitata - ammette il legale - La cosa certa è che tanto la scheda anagrafica quanto gli elaborati non sono stati messi dai candidati in una busta sigillata”.

I precedenti confortano sull’esito del ricorso. “Tanto il Consiglio di Stato quanto il Tar di mezza Italia sulla violazione dell’anonimato hanno scritto pagine e pagine di sentenze, infatti io sono molto stupito che non abbiamo fatto imbustare le prove. C’è un obbligo di leggere. Il Dpr 487 del ’94, la ‘bibbia dei concorsi pubblici’, dice chiaramente che i candidati devono imbustare l’elaborato e la scheda anagrafica ed entrambe le buste devono essere sigillate”.

Dai verbali “piuttosto lacunosi” si evince, poi, che i testimoni che si sono proposti all’inizio per sorteggiare la batteria delle domande ad ogni turno “non sono presenti nelle fasi successive di imbustamento, sigillatura di tutti gli elaborati e della correzione. E anche questa è una grande anomalia: dovevano essere testimoni di tutte le procedure e, peraltro, dovevano sottoscrivere i verbali. Qui, invece, non c’è la firma di alcun testimone, e questo getta un’ulteriore ombra sulla procedura”.

L’avvocato Leone reputa ancora più grave e clamoroso che i candidati non siano stati sottoposti ad alcun controllo: “Non c’era un metal detector, e questo significa che potevano portare con loro un telefonino. Dalla testimonianza dei candidati emerge che, all’ingresso, gli addetti alla sicurezza chiedevano se avessero con loro un telefonino. Qualora avessero risposto affermativamente, sarebbe stato messo in una busta trasparente e riconsegnato agli stessi candidati”. In più, le aule non sarebbero state schermate e non ci sarebbe stato un disturbatore di frequenze. “Il fatto che non siano state previste queste misure di sicurezza, rende questa procedura ancora di più opaca”.

Due verbali sono finiti sotto la lente d’ingrandimento: in quello del 19 novembre, in cui si cambia il presidente della commissione d’esame, si fa riferimento ad una prova da svolgersi “mediante l’utilizzo di sistemi informatici e digitali”. Il 24 novembre, quindi il giorno prima dell’inizio delle prove, in un verbale pubblicato, però, il 16 dicembre, si menzionano questionari in busta chiusa. Niente tablet.

Nella determina del responsabile del Servizio Risorse Umane (la numero 1448 del 19 ottobre 2021) che affida, tramite trattativa diretta sul Mepa, alla ditta SeleTek srl di Bari il servizio di gestione delle 4 procedure concorsuali, si parla in premessa di “una prova scritta unica, da svolgersi mediante l’utilizzo di sistemi informatici e digitali”, poi, però, si parla di “fogli risposte” e materiale cartaceo.

Come già emerso dalle prime segnalazioni, i candidati hanno dovuto rispondere a domande di informatica e inglese che “non solo non erano previste dal bando, ma sulle quali non avevano avuto alcun tipo di preavviso”. Su questo punto, la Provincia di Foggia, a difesa del suo operato, ha invocato una sentenza del Consiglio di Stato che dice che le amministrazioni, quando viene richiesta la conoscenza sufficiente della lingua inglese e di informatica, possono  sottoporre ai candidati delle domande. “Assolutamente tutto vero, si può fare – afferma l’avvocato Leone - il problema, però, è che questa parte di quiz non può essere determinante”.

Nel caso di specie, solo superato questo primo scoglio si procedeva alla correzione delle altre domande di natura tecnico-giuridica. "Rispondere a tre quarti di domande, pone la soglia di idoneità più alta rispetto a quella richiesta per la seconda parte, cioè i 21/30”. La soglia, a detta dello studio legale, è illegittima perché il testo unico sui concorsi pubblici “impone come soglia di idoneità i 21/30”.

Le testimonianze dei candidati e l’appello ai tecnici

“Tutti avevano telefoni bagagli e borse, non siamo passati attraverso metal detector. Non c’è stato alcun tipo di controllo”, ha raccontato Francesco Strippoli, referente del gruppo dei ricorrenti che ha partecipato al Concorso nella categoria amministrativi ed è risultato idoneo ma non vincitore. Ha scelto di metterci la faccia (“A me piacerebbe che il nostro Paese avesse tanti Francesco Strippoli – ha detto l’avvocato Leone, a tal proposito – e molti meno struzzi che mettono la testa sotto la sabbia”).

Vedersi recapitare in una busta trasparente i questionari ha generato un po’ di scompiglio. “Io ne ho fatti di concorsi, ma così non ne ho mai visti”, ha ammesso Strippoli. “Tutte le persone con cui mi sono confrontato mi hanno detto che l’hanno trovata un’esperienza terrificante, però c’è molto scoramento”. Lancia un appello a chi ha partecipato nella categoria tecnici: “Ci contatti , perché per il momento abbiamo raggiunto un adeguato numero di partecipanti al ricorso per la categoria degli amministrativi, con i tecnici abbiamo notato difficoltà, nonostante abbiano riscontrato le stesse criticità. È una questione di giustizia, merito, diritto. Fate un atto di coraggio”. Qualche tecnico si sarebbe già fatto avanti.

Il caso arriva sulla scrivania del ministro Brunetta

Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’europarlamentare M5S Mario Furore: “All’indomani di quel concorso, noi come parlamentari del territorio abbiamo ricevuto una raffica di segnalazioni su tutte le anomalie”. Non ritiene sia sufficiente la correzione dei compiti con il lettore ottico. “Invito il presidente Gatta a fare chiarezza, anche perché, al netto dei ricorsi, credo che l’amministrazione possa prendere provvedimenti prima, ravvedersi e fare un’indagine interna rispetto a quelle anomalie”.

La deputata Marialuisa Faro, anche lei Cinquestelle, proprio in queste ore ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministero della Funzione Pubblica. Ripercorre tutta la vicenda e segnala come la prova d’esame non sia stata svolta tramite tablet e come i candidati avessero appreso solo in sede di concorso dei quiz di inglese e informatica con efficacia escludente.

“Tali circostanze – scrive la parlamentare M5S - hanno di fatto limitato la trasparenza delle procedure concorsuali, alimentando numerosi dubbi, tra i candidati, circa la correttezza delle procedure concorsuali”. Chiede al ministro Renato Brunetta se “ha disposto o intende disporre verifiche presso l’amministrazione provinciale di Foggia, circa la correttezza dell’espletamento delle prove d’esame in relazione al Concorso espletato”.

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