La Shoa rivive nella vita dell’internato foggiano Giovanni Roselli
Mongelli: “Sulla memoria di questi personaggi costruiamo il futuro della città”
“Sulla memoria di questi personaggi dobbiamo costruire il futuro della nostra città, un appello che mi sento di rivolgere soprattutto alle nuove generazioni, che da questi uomini devono prendere esempio per il loro e nostro avvenire”. Con queste parole il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, ha concluso questa mattina la cerimonia di intitolazione di via Giovanni Battista Roselli in occasione della commemorazione della Giornata della Memoria.
Nato a Foggia il 9 aprile 1922 e deceduto il 20 aprile del 1989, Giovanni Battista Roselli fu internato nei campi di sterminio nazisti di Dachau, Mauthausen e Linz dal 9 settembre 1943 all’8 maggio del 1945, dopo la cattura da parte di un battaglione delle SS nei pressi di Peschiera del Garda. Come milioni di donne e uomini sopportò le privazioni e le umiliazioni inflitte dalla deportazione in carri bestiame per migliaia di chilometri attraverso l’Europa. Denudato e privato della dignità affrontò i lavori forzati e la malnutrizione che lo condussero quasi alla morte.
“Il ‘promemoria’ delle sue disavventure scritto quasi 50 anni fa – ha affermato Mongelli - è una preziosa, ancorché triste, testimonianza delle sofferenze subite per essersi rifiutato di collaborare con l’esercito tedesco quando ormai gli alleati avevano invaso il nostro Paese e si profilava l’armistizio. L’intitolazione di una strada a Giovanni Battista Roselli è il nostro doveroso contributo a conservare la memoria di un’immane tragedia che ha colpito duramente la comunità foggiana”.