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Cronaca

La Curva Nord non perdona, sull'intimidazione a Gentile l'attacco a Landella: "Balordi a chi? Non si permetta"

La Curva Nord Franco Mancini a muso duro contro il sindaco Franco Landella all'indomani delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco sull'atto intimidatorio subito dal calciatore ed ex capitano del Foggia, Federico Gentile

"Crediamo sia inappropriato aggiungere e commentare quanto fino a ora detto in merito all'accaduto che ha visto come protagonista l'ex capitano Gentile; forme e modalità con le quali ci esprimiamo son ben note a tutti quindi è inutile parlare del nulla. Piuttosto vorremmo chiedere al primo cittadino delucidazioni circa le sue infelici ed inopportune dichiarazioni".

È l'incipit del duro comunicato rilasciato dagli ultras della Curva Nord, in relazione alla vicenda dell'intimidazione subita dal calciatore Federico Gentile, al quale, nella notte del 2 dicembre, ignoti hanno dato fuoco alla porta d'ingresso della sua abitazione. I tifosi replicano  punto per punto alla società e al sindaco Franco Landella.

"Punto primo : "imporre alla società di andarsene con questi gesti ........ si può capire tutto, si possono capire le contestazioni ecc.", caro sindaco a cosa vorrebbe alludere? Ci sta forse puntando il dito contro? Vuol forse insinuare che il nostro dichiarato disappunto verso questa società sia sfociato in altro? Non crede di aver tirato conclusioni affrettate, la potremmo addirittura querelare per le frasi ingiuriose, ma non rispecchierebbe il nostro modo di fare. Caduta a parte, si è preoccupato di chiedere al sig. Gentile se magari non nasconde scheletri nell'armadio? Questa società con i suoi adepti ha sempre fatto del vittimismo il suo cavallo di battaglia e se è vero che pensar male sia peccato, è altrettanto vero che spesso ci si azzecca"

E ancora, proseguono i tifosi, "se siamo, a detta di alcuni studi, ultimi tra le città italiane si rimbocchi le maniche e si dia da fare che dalle nostre parti diciamo che “U pesc puzz da cap" .

I supporter dellal curva intitolata a Franco Mancini proseguono: "Punto terzo, lei ha dichiarato "da oggi in poi ..... faccio non uno ma dieci passi indietro perchè prima del Foggia Calcio viene l'immagine della città che non può essere macchiata da balordi che vogliono imporre con la violenza i propri desideri". Chi sarebbero questi balordi? E si ritorna al punto primo caro signor sindaco, che i nostri desideri possano essere quelli di vedere il Foggia Calcio lontano da pastori sardi e calciatori di loro fiducia è risaputo da mesi, ma questo non le dà alcun diritto di fare certe dichiarazioni né tantomeno di pensare minimamente a noi come responsabili di certi avvenimenti, non glielo permettiamo assolutamente!".

Si legge nella nota, al punto quarto, "caro sindaco le feste si avvicinano e molte famiglie arrivano a fine anno con tutte le fatiche e gli affanni di questo maledetto 2020, pertanto anzichè farfugliare cose senza senso si preoccupi dei più bisognosi e dell'intera collettività che farebbe sicuramente più bella figura, perchè in tutta onestà questi "balordi", come piace dire a lei, a differenza sua hanno sempre teso una mano ai più deboli e sempre lo faranno. Fieri del nostro essere, fieri di noi ultras!"

La Curva Nord conclude: "Noi come tifoseria abbiamo solo da insegnare stile e mentalità, i giornalisti parlino piuttosto di questo, dei fatti reali che delle favole inventate, del perché siamo ultimi in classifica come deferimenti disciplinari ai danni di dirigenti e calciatori, squalifiche su squalifiche, molte anche vergognose, nei confronti di coloro i quali oggi mettono l’abito da pecora per poi toglierlo a dispetto di quello del lupo quando sono negli spogliatoi e fanno la voce grossa e non solo con i più deboli e con i ragazzini. Chiamatela per questo la procura federale, che personaggi come voi non meritano nemmeno di essere accostati ai nostri colori. Abbiate il coraggio di farvi un’esame di coscienza. Siamo ultras, siamo romantici, siamo nostalgici, siamo follemente innamorati, siamo per i valori, non siamo affatto criminali". 

Queste le parole pronunciate ieri dal sindaco Landella che in Comune ha ricevuto Federico Gentile, il quale, a caldo, aveva manifestato l'idea di poter lasciare la città: "Chi vuole imporre alla società di andarsene con questi gesti, da oggi sono il primo a difendere questa società, a condannare questi gesti, che mettono a repentaglio le famiglie di calciatori che vengono qui a lavorare con passione e dedizione non è tollerabile. Qualcuno si lamenta perché siamo in fondo alla classifica sulla qualità della vita, ma come si può pensare che questi gesti possono aiutare la città, queste immagini offendono, macchiano e condannano all'oblio un'intera comunità, dove vi è una percezione di insicurezza non favorisce investimenti e sviluppo Da oggi in poi non sarò più disposto a trattare, a negoziare o a fare atti che possono invitare la società a riflettere sulla sua gestione. Oggi faccio non uno, ma dieci passi indietro perché prima del Foggia Calcio viene l'immagine della città che non può essere macchiata da balordi che vogliono imporre con la violenza i propri desideri"

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