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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Interdittiva antimafia a Foggia Service: fine del 'cartello' nel servizio di pulizia dei bagni pubblici

Vanno a casa i soci-lavoratori della cooperativa. Dopo il provvedimento del prefetto Carmine Esposito, il Comune ha provveduto a rescindere i due contratti stipulati a maggio di quest'anno

Il Comune di Foggia ha risolto i contratti di appalto stipulati a maggio di quest'anno con la società cooperativa sociale Foggia Service, raggiunta il 9 dicembre da un'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura. L'impresa si occupava del servizio di pulizia e guardiania dei bagni pubblici, compresi quelli nel piazzale del Santuario dell'Incoronata, nella villa comunale, nei mercati rionali del Cep e di via Manzoni, divisi in due appalti. Con due distinte determine firmate oggi, 13 dicembre, dal dirigente Francesco Paolo Affatato, sono stati revocati entrambi gli affidamenti. La cooperativa Foggia Service si era aggiudicata gli appalti banditi a marzo del 2021 con la medesima offerta economica di 49.950 euro al netto dell’Iva. Aveva presentato un'offerta anche la cooperativa sociale Eco Eco.

Da qualche mese, facendo seguito ad una determinazione di luglio, è il Servizio Economato a occuparsi delle procedure relative al servizio di pulizia degli immobili comunali e dal dirigente Carlo Dicesare sono già partite le disposizioni per una procedura aperta di affidamento a tre mesi nelle more della predisposizione della nuova gara d'appalto, così da scongiurare l'interruzione del servizio. Per il momento, i soci-lavoratori della cooperativa Foggia Service vanno a casa.

La gestione dei bagni pubblici era stata attenzionata dalla commissione di indagine che, dall'esame dei verbali delle due gare d'appalto periodicamente bandite, aveva rilevato come nel periodo che andava da luglio 2014 a maggio 2021 avessero partecipato sempre e solo due società cooperative tra loro collegate.

Nella relazione del prefetto Carmine Esposito che ha portato al commissariamento del Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose, nel capitolo di dieci pagine dedicato allo specifico servizio, si parlava, inoltre, di "un uso improprio dell'istituto della proroga". Nelle stesse pagine, si contestava addirittura l'utilizzo di "una procedura in frode alla legge" in riferimento alla gara riservata alle cooperative sociali di tipo B, che si caratterizza per lo svolgimento di attività finalizzate all'inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate. Per la Commissione e il prefetto Carmine Esposito che ne ha condiviso le osservazioni appariva piuttosto palese "l'intento di 'accontentare' le cooperative sociali destinatarie dell'affidamento", imprese, peraltro, secondo quanto ratificato nella relazione, "adiacenti ad ambienti mafiosi".  

A conclusione del capitolo dedicato alla gestione dei bagni pubblici si teorizzava come "la sistematicità del modello dell'offerta unica nelle gare per l'affidamento del servizio e dell'aggiudicazione speculare in vari anni alle due società" evidenziasse "l'adesione del Comune di Foggia ad una logica spartitoria tra le due società" che, così facendo, accettava "un vero e proprio 'cartello' nel servizio".

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