rotate-mobile
Cronaca

Ragazzino trascinato dalla corrente, rianimato da infermiere in spiaggia: "E' stata dura, ma ce l'ha fatta"

E' successo martedì mattina, a Margherita di Savoia. Ad organizzare il primo soccorso, sulla riva, è stato il 49enne foggiano, Daniele Campanaro: "Ho sentito tutta la responsabilità sulle mie spalle"

Una corsa contro il tempo per salvare dalla morte un ragazzino di 10 anni, con sindrome da annegamento. Ad organizzare i soccorsi, sulla spiaggia di Margherita di Savoia, è stato l’infermiere Daniele Campanaro, 49enne di Foggia, con una lunga esperienza nel campo dell’emergenza-urgenza che, smessi i panni del bagnante (era al mare con la famiglia), si è tuffato a capofitto nelle operazioni di soccorso.

“La vita di quel ragazzino era nella mie mani. Ho sentito tutta la responsabilità sulle mie spalle, ma per fortuna tutto è andato per il verso giusto”, confessa. Il fatto è successo lo scorso martedì mattina: “Ero appena arrivato in spiaggia quando ho notato gente a riva sbracciarsi e chiedere aiuto”, racconta.

Poco prima, tre persone - due bambini ucraini di 6 e 10 anni e la loro tutrice di 50 anni, al mare in colonia - erano stati trascinati a largo dalla corrente e riportati con difficoltà a riva dai due bagnini e da altri bagnanti. Il mare era mosso, ma nulla lasciava presagire un tale pericolo. “Mentre la tutrice e il bambino più piccolo stavano tutto sommato bene, il ragazzino era privo di conoscenza a terra”, spiega l’infermiere. “Era andato a fondo e certamente aveva acqua nei polmoni. Per questo ho iniziato a fare delle compressioni toraciche per fargli espellere i liquidi”.

Nonostante l’operazione fosse andata a buon fine, “il ragazzino continuava a manifestare uno stato soporoso, che non è mai buon segno. Insomma, la situazione era grave”, racconta. In attesa dell’arrivo dei soccorsi, Daniele si ingegna come può per accorciare i tempi del soccorso: carica il ragazzo in posizione di sicurezza su un lettino e lo trasporta all’ingresso del lido per risparmiare tempo prezioso. Controlla i parametri vitali e, insieme agli operatori dell’ambulanza, predispone già un accesso venoso di emergenza. Intanto, monitora la saturazione: l’ossigenazione non è buona, il ragazzo viene trasferito all’ospedale di Barletta in codice rosso. “In ospedale è arrivato già in acidosi, ma fortunatamente le lastre mostravano dei polmoni liberi da liquidi”, racconta.

“In quei momenti cerchi solo di mettere a sistema tutte le cose”, spiega l’infermiere che, dopo 20 anni nel settore dell’emergenza, è passato alla Medicina dello sport, a Foggia. “Quando hai la vita di un ragazzino tra le mani è dura”, aggiunge. “Un conto è intervenire con una ambulanza, con colleghi, farmaci e strumenti a tua disposizione; un contro è essere solo, su una spiaggia e poter contare solo sulla tua esperienza. Per fortuna tutto è andato per il meglio e il ragazzino, che ha l’età di uno dei miei figli, ce l’ha fatta. E questa è l’unica cosa che conta”, conclude soddisfatto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ragazzino trascinato dalla corrente, rianimato da infermiere in spiaggia: "E' stata dura, ma ce l'ha fatta"

FoggiaToday è in caricamento