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Cronaca Monte Sant'Angelo / Bosco Quarto

Cinque stub eseguiti e 20 persone ascoltate, ma è giallo sull'omicidio di Ivan Rosa

L'uomo, 37enne sposato e padre di un bambino, è stato ucciso con tre colpi di fucile al viso, al torace e al fianco. Il suo corpo è stato trovato alle 8 di mercoledì lungo la strada comunale che conduce alla sua masseria, a Bosco Quarto

Poche informazioni, perlopiù incomplete e frammentarie, testimonianze a metà e quella telefonata, l’ultima fatta dal 37enne Ivan Rosa al fratello, durante l’agguato mortale. “Aiuto, mi vogliono ammazzare”, avrebbe detto in un attimo brevissimo e concitato. Poi il silenzio.

Gli inquirenti stanno cercando di fare luce in merito all’omicidio di Ivan Rosa, 37enne di Monte Sant’Angelo, ammazzato lo scorso mercoledì mattina a colpi di fucile lungo la strada comunale che attraversa la località Bosco Quarto, ampia frazione garganica, a circa 10 km da Monte Sant’Angelo. I dettagli della telefonata-lampo, estrema richiesta di aiuto di un uomo braccato dai sicari, sono secretati e sulle indagini vige il riserbo più assoluto. Unica cosa certa è che si procede a passo spedito: durante la notte tra mercoledì e giovedì, infatti, sono state ascoltate una ventina di persone, parenti e conoscenti della vittima, per cercare di ricostruire gli ultimi giorni di vita dell’allevatore, incensurato, e per questo ritenuto avulso dal contesto della criminalità organizzata garganica.

Informazioni e dichiarazioni da “incastrare” con testimonianze a metà, come quella del pastore che - attirato dagli spari - si è sporto verso la strada scorgendo due auto inseguirsi ad alta velocità, ma incapace di fornire altre informazioni utili, oppure la circostanza - emersa nella giornata di ieri, ma non confermata dagli inquirenti - di un litigio che la vittima avrebbe avuto la sera precedente il suo omicidio con una persona del posto non meglio identificata. Intanto, cinque persone sono state sottoposte alla prova dello stub - l’esame che serve ad accertare la presenza di polvere da sparo su mani, viso e abiti.

Nonostante la vittima, pare, non avesse legami con la criminalità organizzata locale, tra coloro che sono stati sottoposti all’accertamento tecnico ci sarebbero anche persone ritenute vicine ai clan della mafia locale, protagonisti dell’ultra trentennale faida che ha fatto registrare 35 morti ammazzati. Al momento si indaga a tutto campo: vita privata e lavorativa, quindi, ma non si esclude nemmeno la possibile matrice criminale dell’agguato (ipotesi, tuttavia, al momento marginale). In quest’ultimo caso, il fascicolo dell’inchiesta ora condotta dalla Procura di Foggia, passerebbe nelle mani della Dda di Bari.

Ivan Rosa, sposato e padre di un bambino, è stato ucciso - lo ricordiamo - con tre colpi di fucile, tutti andati a segno: al viso, al torace e al fianco. Il suo corpo, ormai senza vita, è stato trovato poco prima delle 8 di mercoledì, riverso nell’abitacolo sua auto, lungo la strada comunale che conduce alla sua masseria. E’ stato trovato dal fratello, precipitatosi sul posto dopo quella telefonata agghiacciante nella quale gli annunciava, di fatto, la sua morte. L’uomo è rimasto vittima di un agguato: i sicari lo hanno atteso all’uscita di un tornante e hanno esploso al suo indirizzo numerosi colpi di fucile mentre era, solo, a bordo della sua Fiat Punto grigia.

Sei le cartucce repertate lungo la strada, a distanza alcune di centinaia di metri le une dalle altre. Tre, invece, i colpi che hanno colpito l’uomo tra viso e torace. Il colpo di grazia è stato inferto dopo un chilometro e mezzo, al termine del concitato inseguimento, ovvero nel luogo in cui è stata ritrovata l’auto, ferma al ciglio della strada, con all’interno il cadavere del 37enne. Durante l’inseguimento i sicari hanno più volte speronato l’auto di Ivan Rosa fino a quando sono riusciti ad arrestarne la corsa spingendo la vettura contro un muretto. A quel punto, i killer sono scesi dall’auto e hanno esploso il colpo di grazia. 

Omicidio Monte Sant'Angelo: ucciso Ivan Rosa, foto di R. D'Agostino

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