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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Lucera

Tanti dubbi sulla morte di Bruno: lunedì l'esame del dna, salma tornerà a Lucera mercoledì

Nella stessa giornata, i fratelli del 45enne si costituiranno parte civile alla Procura della Repubblica di San Gallo nei confronti del 19enne che è stato attinto da misura cautelare. "In questo modo, saremo in grado di accedere ai fascicoli processuali e vederci chiaro"

Il prossimo lunedì, 14 marzo, verrà effettuato l’esame del Dna alla presenza delle autorità svizzere; successivamente -  forse già dal prossimo mercoledì - la salma di Bruno Maiori, potrà tornare a Lucera e ricevere degna sepoltura, come richiesto dai fratelli. E’ uno dei primi risultati centrati dalla famiglia del giovane ristoratore lucerino, trovato senza vita in un albergo del cantone di San Gallo, in Svizzera, dove si occupava di food e aveva aperto un ristorante.

Una morte, per il quale risulta indagato un 19enne del posto, che presenta tante ombre e numerosi nodi da sciogliere. Per questo, l’avvocato Vincenzo Scarano - che segue la vicenda insieme al collega Arturo Marucci del Foro di Foggia e Daniele Moro, del Foro di Lucerna - è volato in Svizzera per seguire da vicino il caso e meglio rappresentare le esigenze dei suoi assistiti. “Lunedì prossimo, la sorella e i tre fratelli di Bruno saranno in Svizzera per sottoporsi all’esame del Dna davanti all’autorità di polizia del Cantone di San Gallo. La procedura sarà avvantaggiata dalla presenza della sorella gemella di Bruno, il cui profilo dovrebbe combaciare quasi perfettamente, lasciando pochi dubbi all’interpretazione”, spiega il legale.

L'esame seguirà di pochi giorni l’autopsia, svolta lo scorso giovedì, e della quale non si conoscono ancora i risultati. Tale accertamento si è reso necessario perché, ad ora, non è stato possibile effettuare un vero e proprio riconoscimento della salma: “Benché lavorasse in Svizzera già da alcuni mesi, Maiori non si era mai denunciato a nessuna autorità di pubblica sicurezza, perché non ne aveva mai avuto necessità. Qui, infatti, era conosciuto solo sotto il profilo fiscale. Per questo motivo, è stato disposto il riconoscimento della salma mediante il Dna dei familiari”. Nella stessa giornata, tutti i fratelli del 45enne si costituiranno parte civile alla Procura della Repubblica di San Gallo nei confronti del soggetto che è stato attinto da misura cautelare. Si tratta di un 19enne del posto, fermato dalle autorità elvetiche nell’immediatezza del fatto, ma di cui si sa molto poco. “Ad oggi, non sappiamo come è morto o quanti siano i soggetti indagati. Sappiamo solo dell’esistenza di questo 19enne, per cui è stato convalidato l’arresto. Con la costituzione di parte civile, invece, saremo in grado di accedere ai fascicoli: qui, diversamente dall’Italia dove si aspetta la conclusione delle indagini preliminari, è possibile farlo già in questa fase”.

I familiari di Maiori, aggiunge il legale, saranno accolti dalle autorità consolari del posto “che si sono impegnate tantissimo per venire a capo di ogni situazione e che per noi sono state un riferimento importante”. La vicenda, lo ricordiamo, risale allo scorso 27 febbraio. Il corpo ormai senza vita dell’uomo è stato trovato alle 8 di domenica mattina, nel corridoio di un albergo a Mels, piccolo comune svizzero del cantone di San Gallo. La polizia ha fermato un ragazzo di 19 anni, svizzero, trovato sul posto. Sin da subito, la vicenda è apparsa dai contorni poco chiari. A 48ore dal fatto, i familiari denunciarono “il gravissimo disagio e dolore” perché “nessun organo e autorità elvetica aveva provveduto a informare la famiglia, qualche conoscente sul posto o le autorità consolari del decesso”.

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