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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Incidenti stradali Cerignola

Travolto e ucciso da un camion sulla Statale 16: chiesto il rinvio a giudizio per l'autotrasportatore

Il Pubblico Ministero della Procura di Foggia titolare del fascicolo, il dott. Matteo Stella, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’autotrasportatore di 63 anni, alla guida del mezzo che travolse Donato Papagni, fermatosi a bordo della strada per un'avaria del proprio furgone

Svolta nelle indagini sulla tragica morte di Donato Papagni, il 42enne di Bisceglie rimasto ucciso il 2 aprile 2022 in un tragico incidente stradale avvenuto sulla statale 16, a Cerignola. L’uomo era rimasto in panne col furgone ed era sceso a controllare il mezzo, quando fu travolto e ucciso da un camion.

A conclusione delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura di Foggia, titolare del fascicolo, Matteo Stella ha chiesto il rinvio a giudizio per l’autotrasportatore che travolse l’uomo. Si tratta di un 63enne originario di Monopoli. Riscontrando puntualmente la richiesta, il Gup del Tribunale di Foggia, dott. Carlo Protano, con avviso del 25 maggio 2023, ha dunque fissato per il 21 giugno prossimo, alle 9.30, nel palazzo di Giustizia di viale I Maggio, l’udienza preliminare di un processo dal quale la moglie, i due figli minori, i genitori, il fratello e la sorella della vittima, assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano risposte.

Erano circa le 22.15, quando Papagni, conosciutissimo e ben voluto da tutti a Bisceglie (e non solo), anche per la sua passata attività di commerciante ambulante, e che lavorava come autista per conto della Vandelia srl, un’azienda ortofrutticola, stava rientrando da un viaggio di lavoro, più precisamente da una trasferta nel Napoletano per la consegna dei prodotti, e stava percorrendo la Strada Statale 16 in carreggiata sud, in direzione Foggia-Bari, alla guida di un autocarro Iveco 35 della ditta. Giunto però all’altezza della progressiva chilometrica 712+300, nel territorio comunale di Cerignola, fu costretto a fermarsi per un’improvvisa avaria del veicolo.

Come riportano i legali, Papagni accostò correttamente il mezzo all’estremo margine destro della sua corsia di marcia, azionando tutti i dispositivi di segnalazione, a cominciare dalle luci lampeggianti a intermittenza del furgone; avvisò la sua azienda del problema e telefonò alla moglie spiegandole l’accaduto e informandola che avrebbe tardato - è l’ultima volta che la donna ha sentito il marito -, per poi scendere dall’abitacolo e dare un occhio al motore e verificare il guasto. Fece appena in tempo ad aprire il cofano del suo autocarro, prima che l’autoarticolato Scania che sopraggiungeva sulla SS 16 nella stessa direzione di marcia, lo tamponasse violentemente colpendo il lato posteriore sinistro con lo spigolo anteriore destro del suo trattore stradale, scagliandolo contro il guardrail e finendo in questo modo per travolgere anche la vittima, rimasta schiacciata tra il suo autocarro e la barriera.

Papagni riportò un gravissimo trauma toracico e del bacino che non gli ha lasciato scampo. Il Sostituto Procuratore ha subito iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio stradale il conducente del mezzo pesante: i congiunti del quarantaduenne, per essere assistiti, attraverso l’Area manager Puglia Sabino De Benedictis, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avv. Fabio Ferrara del Foro di Bari. E ora, a conclusione dell’inchiesta, il magistrato inquirente ha chiesto il processo per il camionista imputandogli l’esclusiva responsabilità dei tragici fatti.

Al 62enne il dott. Stella contesta di aver causato il decesso di Papagni per “colpa generica, difetto di prudenza e attenzione alla guida, e colpa specifica integrata dalla violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale, di cui agli articoli 140 e 141 del Codice della Strada” per citare la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo quanto sostengono i legali della vittima, attraverso il rapporto della polizia stradale di Cerignola, che ha effettuato i rilievi, e le indagini si sarebbe accertato che l’imputato, oltre a non aver visto l’autocarro fermo a bordo strada davanti a lui, nonostante le quattro frecce accese, avrebbe proceduto anche a una velocità non solo superiore al limite imposto in quel tratto, di 60 chilometri all’ora, ma anche non commisurata alle condizioni di tempo (era tarda sera), e di luogo: “strada deformata per 2,7 chilometri e lavori in corso a 700 metri, segnaletica di cantiere e ulteriore limite di 50 km/h” sempre per riportare l’atto del magistrato.

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