Cinghiali per strada "problema gravissimo", incidenti anche mortali sul Gargano: "Il Governo intervenga"
L'on. Lovecchio evidenzia il pericolo che corrono gli automobilisti che percorrono la strada statale 693, dove parecchi incidenti sono stati causati dall'attraversamento di animali domestici e selvatici - capre, pecore e vacche podoliche allo stato brado - ma soprattutto dei cinghiali, "che scorrazzano nel territorio in cerca di cibo nei centri rurali e in quelli maggiormente antropizzati"
Il deputato della Repubblica di Foggia, l'on. Giorgio Lovecchio del Movimento 5 Stelle, ha presentato una interrogazione ai ministri delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, delle Politiche agricole alimentari e forestali e della Transizione ecologica, sulla presenza di cinghiali lungo le arterie provinciali e statali, o nelle città, che spesso causano incidenti anche mortali. Nel testo l'on. Lovecchio evidenzia anche il pericolo che corrono gli automobilisti che percorrono la strada statale 693, dove parecchi incidenti sono stati causati dall'attraversamento di animali domestici e selvatici - capre, pecore e vacche podoliche allo stato brado - ma soprattutto dei cinghiali, "che scorrazzano nel territorio in cerca di cibo nei centri rurali e in quelli maggiormente antropizzati" sottolinea.
Nondimeno, l'11 marzo scorso, Luigi Turco, noto imprenditore agricolo di Lesina, ha trovato la morte dopo aver impattato con la sua auto contro un branco di cinghiali che attraversava la carreggiata. "La strada statale 693 dei Laghi di Lesina e Varano, meglio nota come strada a scorrimento veloce (Ssv) del Gargano, è un'arteria di 60 chilometri, tra le più importanti della provincia di Foggia, fondamentale per il raggiungimento di località turistiche".
Per via dell'urto, la Fiat Panda guidata da 'Gino', si è ribaltata ed è finita contro una parete rocciosa: un impatto tremendo che non ha lasciato scampo all’apprezzato e compianto imprenditore 59enne, che lungo il tragitto, poco dopo una curva, si è ritrovato davanti il branco di ungulati senza alcuna possibilità di frenare in tempo per evitarli.
Il giorno precedente alla tragedia - spiega il deputato cinquestelle - si sarebbe svolta una riunione tra gli assessori regionali all'Agricoltura, il ministro della Transizione ecologica e il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali per affrontare, tra le altre cose, l'emergenza cinghiali "anche alla luce delle notizie riguardanti la presenza in alcune regioni, della peste suina africana portata proprio dai cinghiali, che potrebbe mettere a repentaglio altre attività del settore zootecnico".
Nell'interrogazione si legge che "già nel 2020 la Cia-Agricoltori Italiani denunciava che "il proliferare dei cinghiali, passati da una popolazione di 900 mila capi in Italia nel 2010 ai quasi 2 milioni di oggi (+111 per cento), crea danni milionari all'agricoltura (circa 50-60 milioni di euro l'anno), e non solo. Aumenta il rischio di malattie (in aumento in Europa i casi di Peste Suina Africana), provoca incidenti stradali sempre più frequenti – circa 10 mila ogni anno – e minaccia la sicurezza". E ancora, scrive l'on. Lovecchio, per Coldiretti, durante il lockdown con lo "stop" alla caccia di selezione e con meno gente a presidiare i territori, "si era verificata una vera invasione della fauna selvatica nelle nostre campagne fino addirittura alle porte delle città e sulle strade principali".
Lovecchio chiede quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di porre rimedio al gravissimo problema e se il Governo non reputi opportuno adottare iniziative normative, anche concertate in seno alla conferenza Stato-regioni, al fine di contenere la diffusione dei cinghiali, anche alla luce dei casi di epidemia dovuti alla presenza della peste suina.
La drammatica vicenda di Turco era stata già portata all’attenzione del Senato dal parlamentare Francesco Bruzzone, “noi stiamo dalla parte di Gino Turco e non dei cinghiali” ha detto l’onorevole. Tuttavia, Maura Di Salvia, presidente dell’associazione 'Michele Di Salvia' che si occupa di sicurezza stradale, aveva già sollecitato la convocazione di un tavolo tecnico in Prefettura, mentre il presidente della Comunità del Parco, e sindaco di Carpino Rocco Di Brina, d’intesa con il presidente del Parco Nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza, aveva formulato ufficiale richiesta di un tavolo politico-tecnico urgente in cui Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano e le altre istituzioni competenti possano confrontarsi per assumere celeri e precisi impegni nel fermare l’incontrollata presenza dei cinghiali sul Gargano.
Gli incidenti stradali causati dagli ungulati registrati in Puglia dal 2009 a parte del 2021 sono stati ben 331, 95 dei quali nel Foggiano, ma si tratta solo della punta di un iceberg, dei più gravi con feriti: la stragrande maggioranza, quelli limitati ai danni materiali ai veicoli, spesso non vengono neppure denunciati. E, soprattutto, per quanto riguarda la provincia di Foggia, balza subito all’occhio l’aumento esponenziale di sinistri dal 2019 al 2020 (ultimo anno monitorato interamente), da 24 a 34, e dalla geolocalizzazione emerge altrettanto chiaro, come del resto era prevedibile, l’alta concentrazione di eventi nel settore garganico. Insomma, un’emergenza arcinota e comprovata in loco"
“Non si può morire per strada nel terzo millennio, in un Paese civile, per uno scontro con un branco di cinghiali. Né continuare a far finta di nulla non affrontando un problema ben conosciuto che ormai è di sicurezza e incolumità pubblica: che almeno la morte di mio marito non sia stata del tutto vana" il commento della moglie della vittima. "Non ci si può lavare le mani sostenendo di aver messo dei cartelli” ha proseguito nei giorni scorsi la moglie dell’imprenditore, alludendo alla risposta fornita due anni fa dall’Anas, l’Ente gestore, alla parlamentare Marialuisa Faro che aveva chiesto chiarimenti sulla gestione della fauna selvatica proprio riguardo alla Statale 693. “L’azienda ha provveduto a segnalare del potenziale pericolo l’utenza attraverso l’istallazione lungo l’intera SS 693 di segnaletica verticale specifica con segnali di pericolo per animali selvatici vaganti”, aveva risposto Anas, sostenendo poi che sulla Statale, in quanto infrastruttura extraurbana secondaria Tipo C, non sarebbero neppure previste le recinzioni a margine. “Mi chiedo - ha lamentato la moglie del 59 tramite i suoi legali - come possano bastare dei cartelli di pericolo su una strada ad alto scorrimento, tutta curve e con il limite di velocità di 110 km/h: mio marito andava molto più piano, aveva un’utilitaria, ma non gli è stato sufficiente per salvarsi”.
La Procura di Foggia, tramite il Pubblico Ministero, dott. Alessio Marangelli, ha aperto un procedimento penale per omicidio stradale, al momento contro ignoti.