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Incidenti stradali

Ucciso da un'auto pirata sulla Statale 17, aveva una moglie e un figlio di 2 anni: al via la raccolta fondi per aiutare la famiglia di Souleymane

Soueymane lavorava per mandare i soldi alla moglie e al bimbo di due anni in Burkina Faso. Su Facebook è scattata una raccolta fondi. E' stato travolto e ucciso il 23 settembre 2021 da un'auto pirata mentre si stava recando al lavoro in bici

Si chiamava Souleymane, aveva una moglie e un figlio di due anni in Africa, il ragazzo investito e ucciso il 23 settembre scorso da un'auto pirata sulla Statale 17 tra Foggia e Lucera (il video).

Oggi è partita la raccolta fondi avviata da Armida Susanna Tancredi su Facebook. "Passano i giorni e piano piano questa vicenda viene accantonata e dimenticata, aggiungendosi alla lista delle ingiustizie. Passano i giorni ma noi non passiamo. Scrivo a nome di tutti coloro che non vogliono dimenticare e che vogliono fare qualcosa per la sua famiglia: amici, colleghi, conoscenti, datore di lavoro e famiglia. Mi sono chiesta cosa potessi fare ed è così che ho cercato di mettermi in contatto con Alima, la moglie di Souleymane che vive a Burkina Faso, una delle località più povere in Africa. Attraverso un traduttore francese ho parlato con lei e ho conosciuto suo figlio, un bellissimo bambino, un dono di Dio. È una donna forte, bellissima e ha bisogno di una mano, una mano da tutti noi. Abbiamo dato vita così a questa raccolta fondi per aiutare i pezzi che compongono il cuore che ha lasciato Souleymane sulla terra. Vi chiedo di partecipare anche con un piccolo contributo, per voi magari è piccolo, ma vi assicuro che sarà grande per chi lo riceverà. Grazie a tutti. (qui la raccolta fondi).

Chi era il ragazzo ucciso da un'auto pirata

"Souleymane aveva trovato un lavoro che gli permetteva di sostenere la sua famiglia in Africa. Ogni sua pedalata all'alba era per suo figlio e sua moglie: mostrava orgoglioso le foto del suo bellissimo bambino e della sua fantastica moglie agli amici e ai colleghi, confessando loro il sogno di farli trasferire in Italia. Nonostante le difficoltà, Souleymane ci stava riuscendo a realizzare quel sogno. Sorrideva sempre, sorrideva e portava il sole ovunque. Il suo sorriso parlava di lunghe traversate e di una vita non affatto semplice; il suo sorriso era vero perché era il sorriso di chi nonostante le difficoltà ce l'aveva fatta a ritagliarsi un pezzo di vita dignitosamente. Quel sorriso era contagioso proprio perché è il sorriso di chi ha forza di vivere e di chi ama la vita. Quella mattina Souleymane pedalava, ogni pedalata la forza di un padre che ama sua moglie e suo figlio. Ed è così che ha lasciato questo mondo: pedalando con la forza di un padre che ama sua moglie e suo figlio. La persona che lo ha investito non si è fermata, è scappata abbandonandolo. Sua moglie ha scoperto della sua morte solo diversi giorni dopo l'accaduto"

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