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Cronaca Apricena

Inchiesta 'Madrepietra' ad Apricena, il Procuratore di Foggia precisa: "Ampie conferme". La situazione degli indagati

Precisazioni del procuratore della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro, in merito all'inchiesta Madrepietra e alla posizione del sindaco Antonio Potenza, dell'assessore Ivan Augelli e dell'imprenditore Matteo Bianchi

In merito agli sviluppi dell'attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Foggia denominata 'Madrepietra', il Procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro affida a un comunicato stampa alcune precisazioni rispetto alle notizie di stampa che non avrebbero fornito un quadro corretto e puntale dell'attuale situazione processuale degli indagati.

Inchiesta 'Madrepietra': le precisazioni di Vaccaro

"L'attività di indagine vede coinvolti, come è noto, diversi soggetti aventi ruoli apicali nel Comune di Apricena, nell'ambito delle investigazioni svolte, questo ufficio ha chiesto e ottenuto dal Gip di Foggia l'emissione di provvedimenti cautelari a carico di alcuni soggetti sottoposti alle indagini, gravemente indiziati (a vario titolo) di ipotesi di reato contro la Pubblica Amministrazione, la Fede Pubblica e il patrimonio. Il quadro indiziario tratteggiato da questa Procura della Repubblica e riconosciuto dal Gip di Foggia, lungi dall'essere stato demolito dal Tribinale del Riesamen di Bari, ha avuto ampie conferme"

La situazione del sindaco Antonio Potenza

"Il sindaco di Apricena, Antonio Potenza, è sottoposto alle indagini preliminari per i reati di peculato d'uso, concussione e abuso d'ufficio.Il Tribunale del Riesame di Bari, nell'annullare l'ordinanza di custodia emessa a suo carico, ha confermato pienamente il quadro indiziario in ordine al reato di abuso d'ufficio contestato all'indagato; invero, con riferimetno a tale ipotesi di reato, i Giudici hanno annullato l'ordinanza cautelare per assenza di esigenze cautelari e non per assenza di gravi indizi di colpevolezza. Con riferimento al delitto di concussione, invece, il Tribunale delle Libertà ha escluso la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, in quanto ha ritenuto non sufficientemente definitiva la condotta costrittiva che sarebbe stata posta in essere dal sindaco Potenza ai danni della persona offesa. L'indebito utilizzo da parte del sindaco dell'autovettura di servizio dell'ente comunale (delitto di peculato d'uso) non è stato oggetto di pronuncia da parte del Tribunale delle Libertà, in quanto tale ipotesi delittuosa non è stata posta a fondamento delle richieste cautelari avanzate da questa Procura della Repubblica.

La situazione dell'assessore Ivan Augelli

L'assessore Ivan augelli è sottoposto alle indagini preliminari per i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e rivelazione di segreti d'ufficio. Il Tribunale del Riesame di Bari ha confermato la sussistenza di gtravi indizi di colpevolezza a suo carico, con riferimento ai delitti di turbata libertà degli incanti e rivelazione di segreti d'ufficio; è stata esclusa, invece, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza con riferimento al solo reato di cui all'art. 319 quater c.p.

La situazione dell'imprenditore Matteo Bianchi

"Quanto infine, all'indagato Matteo Bianchi, le attività di indagine hanno consentito di contestare i reati di fraudolento danneggiamento di beni assicurati, ex art. 642 c.p., e concorso nel delitto di falsità in atto pubblico. Lo stesso, in sede di interrogatorio di garanzia, ha ammesso gli addebiti in ordine al primo reato, presentando altresì offerta reale di risarcimento danni a favore dell'ente assicurativo. In ordine al delitto di falsità in atto pubblico, il Gip di Foggia, nel decidere sull'istanza di revoca della misura cautelare applicata a carico di Bianchi, ha ritenuto cessate esclusivamente le esigenze cautelari, non mutando in alcun modo la propria valutazione in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza".

Le conclusioni del procuratore Vaccaro

"Giova in ogni caso sottolineare che tutti i soggetti coinvolti nelle attività di indagine non sono da ritenersi colpevoli, in applicazione del principio cardine di cui all'art. 27 comma 2 della Costituzione Repubblicana, ai sensi del quale ogni cittadino è da considerarsi non colpevole fino alla condanna definitiva"

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