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Cronaca San Severo

Un intossicato, un contuso e 100 baracche in fumo: il 'day after' al Gran Ghetto

Il bilancio del rogo è disastroso: un cortocircuito o una scintilla partita una stufa accesa è bastata a trasformare il 'villaggio di cartone' in una 'fiaccola', un punto di fuoco visibile a occhio nudo dalla strada

Si continua a lavorare nel 'Gran Ghetto' dei migranti, nelle campagne tra San Severo, Rignano Garganico e Foggia. Il 'villaggio di cartone' nelle campagne del Foggiano è stato distrutto ieri sera dall'ennesimo rogo divampato per cause accidentali. 

Un cortocircuito o una scintilla partita una stufa accesa per combattere le temperature rigide degli ultimi giorni: tanto è bastato affinchè il 'villaggio di cartone' si trasformasse in una 'fiaccola', un punto di fuoco visibile a occhio nudo dalla strada verso Rignano Garganico. Il bilancio del rogo è disastroso, ma poteva essere decisamente più drammatico.

Circa 100 le baracche distrutte - alloggi di fortuna costruiti in legno, cartone e lamiere -, insieme a tutto ciò che era presente all'interno: abiti, generi alimentari e documenti; due cittadini extracomunitari sono rimasti feriti: uno è rimasto intossicato nel tentativo di recuperare pochi effetti personali dalla baracca incenerita, l'altro ha riportato una contusione ad una gamba, dopo essere caduto durante la fuga.

Al momento, il 'Gran Ghetto' ospita circa 500 migranti, provenienti in maggioranza dall'Africa centrale. Si tratta del momento di minore presenza, perchè durante la stagione estiva, quella della stagione del pomodoro, questo dato quintuplica e a volte supera le 2500 presenze. Solo il tempestivo intervento del 115 ha evitato che l'incendio determinasse quindi una tragedia: intorno alla mezzanotte, i vigili del fuoco giunti sul posto in modo massiccio - circa 30 uomini - erano riusciti a circoscrivere e spegnere le fiamme.

Incendio al 'Gran Ghetto' 1 dicembre 2016: le foto di Roberto D'Agostino

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