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Cronaca

Incendio nel carcere di Foggia, detenuto dà fuoco alla sua cella per protesta: agenti salvano lui e i reclusi scongiurando una tragedia

Accade a Foggia, dove per mettere in salvo i ristretti, gli agenti hanno rischiato una grave intossicazione. Vito Messina (USPP): "Ogni anno salviamo la vita a circa 1500 detenuti che tentano il suicidio". E denuncia: "Nel carcere foggiano non è stato designato ancora un responsabile della sicurezza"

Pericolo scampato al carcere di Foggia dove, nel pomeriggio di sabato scorso, un detenuto ha dato fuoco alla propria cella come forma di protesta perché gli erano stati negati oggetti non consentiti in qualunque struttura detentiva.

La nube di fumo ha reso necessaria l’evacuazione del reparto e, per spegnere l’incendio è dovuta intervenire l’unità della polizia penitenziaria addetta al reparto detentivo, che ha scongiurato il peggio.  Per mettere in salvo i ristretti gli agenti hanno rischiato una grave intossicazione. Solo grazie all'immediato intervento e alla professionalità del poliziotto penitenziario in servizio, si è potuta evitare l’ennesima tragedia.

"Ricorda - afferma Vito Messina, segretario interregionale dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria Puglia e Basilicata - che ogni anno la polizia penitenziaria salva la vita a circa 1500 detenuti che tentano il suicidio. Sfortunatamente, a volte, ossia in circa 40/50 casi all’anno, non si riesce a proteggere la vita degli utenti. E’ ovvio che tale circostanza rappresenta ogni volta una disfatta dello Stato che - ahinoi - sulle strutture penitenziarie non ha mai messo in campo progetti e innovazioni d'insieme tangibili, nella direzione del miglioramento che portano ad un reale recupero della persona che devia nella vita".

“In ogni caso, si evidenzia il comportamento lodevole del collega, che ha messo in campo iniziative tese a salvare la vita delle persone ospitate nel carcere foggiano. Purtroppo sembra che in questa struttura non si trova mai un giusto equilibrio: infatti, nonostante quanto accaduto nel 9 marzo 2020, l’amministrazione centrale non ha provveduto a designare un responsabile della sicurezza a capo della struttura, oltre a rinforzare gli organici di ogni ordine e grado”, continua.

“A questo punto la USPP chiederà nuovamente con fermezza ai vertici dell’amministrazione centrale il cambio di rotta sulla gestione della struttura carceraria foggiana, che di fatto è ritornata sui livelli critici pre-rivolta. Questa sigla rimarca come abbia rivolto nel tempo appello a tutti i livelli dell’amministrazione, e lanciato il grido di allarme sui rischi che correva la struttura prima del 9.3.20. Furono informati anche il prefetto cittadino ed il questore riguardo i rischi esistenti nella struttura in questione; ma come novelle Cassandre siamo rimasti inascoltati. Subito dopo ci fu la rivolta e la rocambolesca maxi-evasione”, conclude.

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