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Cronaca

"Poteva essere una tragedia". Detenuto foggiano incendia cella, reclusi urlano "aiuto" e vengono salvati dagli agenti

La denuncia del Sappe: "Poteva essere una tragedia con diverse vittime". L'episodio è avvenuto nel carcere di Taranto. Il rogo appiccato da un detenuto foggiano di 30 anni, "giudicabile e con seri problemi psichiatrici"

"Poteva essere una tragedia con diverse vittime". Così il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, stigmatizza l'episodio avvenuto la sera dello scorso 8 luglio, all'interno del carcere di Taranto, dove un detenuto foggiano di 30 anni, "giudicabile e con seri problemi psichiatrici, ha appiccato il fuoco alle suppellettili presenti nella stanza in cui era ristretto".

Tutto cio dopo aver intriso tutto con olio da cucina, "per fare più fumo ed alimentare le fiamme. Il fumo denso - si legge nella nota del sindacato - ha subito invaso la sezione detentiva in cui erano ristretti circa una sessantina di detenuti che, hanno iniziato a gridare e chiedere aiuto poiché non riuscivano più a respirare. Il personale di polizia penitenziaria ha indossato le maschere antigas ed è subito intervenuto, sia per far uscire il detenuto dalla propria stanza e quindi domare il fuoco, sia per mettere in sicurezza gli altri ristretti che iniziavano già a presentare sintomi di intossicamento da fumo".

"All’operazione hanno partecipato sia il comandante di reparto ancora presente nel carcere nonostante l’orario, sia alcuni poliziotti fuori servizio che sono subito accorsi per dare il loro contributo. Purtroppo l’operazione di salvataggio ha comportato l’intossicazione di ben 8 agenti che sono dovuti ricorrere alle cure del locale ospedale per aver inalato il fumo nocivo", continua la nota del sindacato. 

"Purtroppo questa non è che una cronaca di tragedia annunciata, poiché il Sappe ha più volte denunciato la situazione tra l’indifferenza del presidente della regione e delle autorità sanitarie regionali che pensano che la gestione dei detenuti psichiatrici non sia affare loro. E’ vergognoso che a Taranto, come in altri penitenziari pugliesi, già in grave difficoltà per il grave sovraffollamento di detenuti e carenza di personale, si lascino circolare liberamente  nelle sezioni detentive decine se non centinaia di detenuti con seri problemi psichiatrici con la licenza di uccidere o creare disordini senza un adeguato servizio psichiatrico".

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