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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ucciso per essersi ribellato ai suoi caporali: Hiso aveva 22 anni, lavorava nelle campagne foggiane dall'alba al tramonto

Foggia e la Puglia ricordano Hiso Teleray, il bracciante albanese ucciso l'8 settembre 1999 a Borgo Incoronata

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha incontrato oggi in Presidenza i fratelli di Hiso Teleray,  22enne bracciante albanese ucciso l’8 settembre 1999 nei campi di pomodoro di Borgo Incoronata (Foggia) per essersi ribellato al suo caporali.
All'incontro, cui ha partecipato Alessandra Ricupero di Libera Puglia, c’era anche la sorella di Florian Mesuti, 25enne albanese ucciso nel quartiere Libertà di Bari il 29 agosto 2014, e Pinuccio Fazio, padre del 16enne Michele, ucciso per errore a Bari Vecchia il 12 luglio 2001 durante un agguato tra clan rivali. "Continueremo la lotta al caporalato e lo faremo anche in nome di Hiso – ha detto Emiliano - Hiso Telaray è stato uno dei nostri eroi della lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Fu ucciso nel 1999 perché si ribellò ad alcuni caporali che pretendevano una parte della sua paga in cambio del collocamento al lavoro. Oggi abbiamo ricevuto i suoi fratelli che attraverso Libera sono stati invitati in Puglia e hanno visto i luoghi dove il fratello ha vissuto e per avere un’idea generale di quella che è l’antimafia sociale della Regione Puglia. Siamo stati molto felici di accoglierli e di ribadire il nostro impegno  a favore della legalità, del rispetto delle persone e contro ogni forma di sopraffazione e di violenza”
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Hyso Telharaj aveva solo 22 anni quando è stato ucciso nelle campagne del foggiano. Il giovane albanese era venuto in Italia per cercare lavoro. Era un bracciante agricolo che raccoglieva i frutti della terra della Capitanata. Hyso si svegliava ogni giorno che era ancora buio e lavorava senza sosta fino al tramonto, raccogliendo la frutta. I pochi soldi che guadagnava gli erano necessari per campare e per aiutare la famiglia. Non è stato ucciso dalla malattia o piegato dalla fatica come accade a tanti braccianti agricoli: Hyso è stato ucciso dai caporali perché non ha ceduto al loro ricatto. Era l'8 settembre del 1999. 
Nel ventennale della sua uccisione Libera ha promosso, tra Bari e Foggia, tre giorni di memoria e impegno dal titolo “Il dolce sorriso di Hyso Telharaj”. 
“Hyso Telharaj è stato ucciso per il suo No ai caporali", commenta Daniela Marcone, vicepresidente nazionale Libera. "Era l’8 settembre del 1999. Erano gli anni in cui non si parlava delle mafie di Foggia e ancor meno del danno incalcolabile che i caporali stavano facendo alla nostra terra, gestendo un potere di vita e di morte nei confronti di tante persone che erano invisibili perfino a noi pugliesi. Ecco perché l’uccisione di Hyso l’abbiamo avvertita come uno strappo violento che ci ha spinto a fare di più e la memoria di Hyso l’abbiamo costruita giorno dopo giorno nel nostro impegno in una terra bella ma difficile. Dopo venti anni da quell’8 settembre, vogliamo restituire alla famiglia di Hyso Telharay una storia che ha continuato a camminare, tracciando un solco, non solo in Puglia, ma in tanti luoghi del nostro Paese, dove i volontari di Libera hanno raccontato la scelta di Hyso come riferimento di resilienza e amore, esprimendo il senso di accoglienza e solidarietà che il costruire memoria non può non avere come significato più profondo. Una memoria- conclude Daniela Marcone di Libera- che permette al passato di raccontare il presente, di avvertire che il suo “no” può farci compagnia quando sceglieremo di lottare per la dignità di tutti, di contrastare il caporalato, perché avvertiremo la richiesta del caporale pesare nelle nostre scelte di consumatori responsabili".

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