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Cronaca Manfredonia

Gli abusivi si arrendono, sgomberata la ‘Riservetta’: la natura riconquista gli spazi occupati

Grazie all'intervento del Consorzio per la Bonifica della Capitanata e delle Forze dell'Ordine il progetto LIFE può proseguire

L'esecuzione dell'ordinanza di immissione in possesso della cosiddetta ‘Riservetta’, effettuata venerdì scorso a Manfredonia, consentirà di avviare la fase più importante del progetto LIFE “Zone umide sipontine”. Già da lunedì prossimo, infatti, si darà inizio alle operazioni di scavo per il ripristino delle aree umide alla foce del Candelaro. Le operazioni sono state condotte dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata, che ha emesso l'ordinanza, con l'ausilio di decine di agenti e militi di Polizia, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza e Polizia municipale, tutti coordinati dal commissariato di P.S. di Manfredonia e dalla Prefettura di Foggia. L'imponente dispiegamento di forze ha fatto sì che le operazioni si siano svolte senza incidenti e con la collaborazione degli occupatori abusivi, come opportunamente consigliato dal loro legale di fiducia che pure era presente alle operazioni.

L'accesso alle aree ha consentito di prendere atto della natura delle occupazioni effettuate negli anni, consistenti nella realizzazione di numerose costruzioni e manufatti di vario genere e nella piantagione di ortaggi e giovani piante di olivo. Si è anche constatato che un manufatto precario in pannelli prefabbricati era stato messo in piedi solo poche ore prima dell'esecuzione dell'ordinanza, come evidenziato dal basamento in cemento ancora fresco; circostanza, questa, che ha confermato, se pure era necessario, l'urgenza di intervenire per fermare il degrado dell'area: “Un particolare apprezzamento va rivolto al Consorzio di Bonifica e alla Regione Puglia, che con la loro perseveranza hanno dimostrato concretamente come si tutela il territorio, nonché alle forze dell'ordine e al prefetto di Foggia dott.ssa Tirone, che hanno fornito la necessaria assistenza” ha dichiarato, presidente del Centro Studi Naturalistici ONLUS. “La sfida per il prossimo futuro sarà quella di individuare un modello di gestione dell'area che coinvolga, in maniera legale e compatibile con la tutela del sito, anche i privati” ha aggiunto.

L'area della ‘Riservetta’ è collocata immediatamente a sud del canale di scolo dell'idrovora di Siponto ed è delimitata dalla strada provinciale 141 e dalla foce del torrente Candelaro. Storicamente l'area veniva utilizzata come valle da pesca, costituita da una serie di bacini collegati da canali, che successivamente sono stati in parte interrati dagli occupatori abusivi, pregiudicando di fatto la funzionalità ecologica dell'area. Si tratta in sintesi, insieme all'adiacente riserva di Frattarolo e alla vicina Oasi Lago Salso, di uno degli ultimi lembi delle paludi sipontine che, prima delle bonifiche del secolo scorso, occupavano tutta la zona costiera del Golfo di Manfredonia.

Abusivismo, sgomberata la 'Riservetta': le foto

Le aree residue dell'originaria palude mantengono un'indispensabile funzione di equilibrio idrogeologico ed ecologico al servizio delle aree bonificate, fornendo fondamentali servizi ecosistemici. Senza di esse anche le aree messe a coltura o successivamente urbanizzate rischierebbero di essere nuovamente allagate o impaludate.

Sono tanti i servizi ecosistemici forniti alla collettività dalle zone umide. Si pensi ad esempio alla loro grande capacità autodepurativa dagli inquinanti presenti nelle acque, o alla riproduzione del pesce, al reintegro delle acque sotterranee e alla protezione dall’erosione e dalle inondazioni. È evidente che una riduzione dei servizi ecosistemici comporta inevitabilmente una riduzione delle risorse su cui si basa l’economia e il benessere umano. Se ne deduce che la perdita delle zone umide (uno degli ambienti in assoluto più minacciati) a causa delle attività umane, e conseguentemente dei servizi ecosistemici che ne derivano, costituisce un'evidente perdita per tutta la collettività.

Tali attività sono ancora più gravi per un sito come la Riservetta, localizzato presso la foce di uno dei corsi idrici più inquinati della Puglia, dove la presenza di zone umide rappresenta un determinante effetto mitigatore dell’inquinamento e degli eventi idrologici (alluvioni, esondazioni) che possono rappresentare un pericolo diretto per la vita umana ed anche per gli stessi occupatori abusivi.

L'intervento previsto con il progetto LIFE consiste nel ripristino della laguna interrata attraverso la riapertura dei canali, lo scavo delle valli e l'apposizione di organi di regolazione dell'afflusso e deflusso delle acque. Successivamente verrà effettuata la piantumazione di materiale vegetale tipico delle zone umide.

Ha dichiarato il direttore generale del Consorzio di Capitanata, Francesco Santoro: "È stata una azione necessaria e doverosa che ci permette di completare interventi di particolare rilevanza ambientale previsti nel  progetto Life". L’area in questione fa parte di una vasta zona bonificata che veniva utilizzata come “valle da pesca” che, alla pari di altre aree nella stessa zona, è stata occupata illegalmente e gravata da costruzioni e coltivazioni abusive,  con grave pregiudizio per il delicato equilibrio  idrogeologico.

Il presidente Giuseppe De Filippo ha espresso compiacimento per il buon esito dell’azione eseguita in perfetta sinergia con tutte forze dell’ordine, condivisa dal Prefetto, dott.ssa Tirone in ragione degli interessi pubblici coinvolti e della esigenza di ripristino della legalità e dagli altri  portatori d’interesse: Regione Puglia, comune di Manfredonia, Parco Nazionale del Gargano e Centro Studi Naturalistici onlus.

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