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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sgombero da rifare, ma “falsa soluzione”: non c’è via d’uscita per quel ghetto che nessuno vuole

L'ordinanza del Comune di Foggia va riscritta in bulgaro. La Caritas può farsi carico dell'affitto per tre famiglie, pronti pullman per rimpatriarli. A FoggiaToday le dichiarazioni di Antonio Ciniero e Stefano Fumarulo

La prima notizia è che l'ordinanza va rifatta. Quella con cui il sindaco Landella disponeva lo sgombero dei bulgari dal Ghetto dei Bulgari nel giro di dieci giorni, bisogna che la comprendano anzitutto i residenti. E dunque va riscritta in bulgaro, non in italiano. A farlo sapere a Foggiatoday è il dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Foggia, Nicola Ruffo (a cui ci si siamo rivolti per avere qualche informazione in più atteso che, come sempre, il telefono dell'assessore Erminia Roberto squilla invano). Il provvedimento, pertanto, è sospeso, in attesa di riscrittura. 

LA PRECISAZIONI DEL DIRIGENTE RUFFO

Non appena si sarà provveduto a questo adempimento, bisognerà pubblicarla nuovamente, l'ordinanza, e darle una nuova scadenza. C'è, dunque, ancora qualche giorno di tempo per il centinaio di rom presenti nell'insediamento abusivo (circa 104, una quarantina i minori). E gli occhi sono puntati soprattutto sul dopo. Quale è la soluzione alternativa individuata? Esiste? O si rischia che, un minuto dopo, un nuovo ghetto sorga a due passi dall'insediamento abusivo che si vuole smantellare? Vero è che si tratta di una situazione insostenibile.

Le immagini scattate da Alternativa Libera, che a più riprese si è recata sul posto, parlano chiaro: condizioni di vita disumane, baracche tirate su alla meglio, rifiuti di ogni genere, anche speciali e pericolosi, notevole presenza di amianto, fango. Negli ultimi mesi si sono succeduti tavoli su tavoli in Prefettura (dove è attivo un coordinamento permanente a cui partecipano i livelli istituzionali e le forze dell'ordine) per individuare una soluzione alternativa. Ma, pare, non ve ne siano. Numerose le realtà contattate per tentare di fornire una sistemazione dignitosa, specie alle famiglie con bambini. Il territorio sarebbe stato battuto palmo a palmo, invano.

L'unica mano tesa sarebbe giunta dalla Caritas, che dovrebbe farsi carico del pagamento dell'affitto di soli tre nuclei familiari che verranno dislocati nelle uniche strutture disponibili: tre appartamenti tra Stornara, Manfredonia e Borgo Tressanti. Il resto non si sa. "Come Comune siamo disposti a mettere a disposizione dei pullman che consentano loro di fare rientro in Bulgaria. Ma pare che nessuno voglia rientrare" continua Ruffo. Gli adulti decidono per sè, insomma. Anche perché si tratta di comunitari, non soggetti ad espulsione forzata. Ma c'è il problema minori, ai quali il Comune deve garantire uno sgombero "protetto". Si dovrebbe portarli in case famiglia, ma sarà difficile che i genitori consentano che vengano allontanati. Hanno così tanta paura di questa prospettiva che lo stesso bus messo a disposizione per trasportare i più piccoli a scuola e verso centri ludici viaggerebbe vuoto. "Temono possiamo rapirli", scrolla il capo il dirigente comunale. Dal campo, invece, denunciano che il bus è passato solo due-tre giorni, poi non più.

Come che sia, devono andare via, insomma. Che scelgano come. Prima che arrivi la primavera e, con essa, centinaia di altri braccianti bulgari che lavorano i campi della Capitanata. Perché con il sopraggiungere della stagione mite, in centinaia si riversano in quel campo, che giunge a contenere fino ad 800-1000 persone. Si tratta di stagionali. Le baracche vanno abbattute prima. La bonifica è urgente.

IL GHETTO E CHI LO ABITA. Parlare di ghetto in questa circostanza è improprio. Si tratta, infatti, di uno stanziamento abusivo che insiste su un terreno privato da circa dieci anni. Forse qualcosa in più. Prossimo a Borgo Mezzanone, per lungo tempo si è pensato fosse in agro in Manfredonia. Solo di recente si è compreso che è allocato, invece, nel territorio di Foggia. A più riprese i proprietari ne hanno chiesto lo sgombero, denunciando alle autorità l'occupazione di un terreno privato. Solo nell'ultimo periodo, complice la morte del ventenne che abitava il campo e la rilevanza mediatica che questo tema ha assunto, l'attenzione si è fatta più insistente. E l'operatività. 

Ma lo sgombero sarebbe una falsa soluzione. La pensa così Antonio Ciniero, ricercatore, referente dell'ICISMI, l'International Centre of Interdisciplinary Studies on Migrations dell'Università del Salento. Con l'Icismi la Regione Puglia ha avviato per una collaborazione per discutere  di rom, sinti e camminanti. È la prima volta che avviene. La strategia nazionale in materia risale al 2013 ma non ha mai trovato applicazione. "L'Italia stessa è stata obbligata dall'Europa a recepire le linee guida comunitarie" ci dice Ciniero, che più volte è stato al ghetto di Borgo Mezzanone. L'ultima nell'ottobre scorso. "Durante la bella stagione diventa il ghetto bulgaro più grande d'Europa" ci riferisce. 

Ciniero conosce bene quella realtà. Sono stanziali provenienti tutti dalla stessa città bulgara, Sliven, situata nella zona centro-orientale, ci racconta. "È la classica migrazione circolare: arrivano in Puglia, a Foggia, per la raccolta dei pomodori per ripartire a settembre-ottobre e far ritorno l'anno successivo. Solo che, nel tempo, un centinaio si sono stabilizzati lì. Spesso sono così poveri da non poter permettersi il viaggio di ritorno. Si collocheranno da un'altra parte" è convinto Ciniero, che rileva: "Lo sgombero è la cosa più banale che si possa fare, il classico comportamento che in sociologia viene definito atteggiamento demagogico, buono solo in termine di immagine". Servono proposte concertate e risolutive. "Tra l'altro - aggiunge-, bisogna ricordare che c'è una normativa europea che tutela i minori coinvolti negli sgomberi e l'Italia più volte è stata richiamata perché non rispetta il minimo garantito". Sulle modalità di sgombero sarà alta l'attenzione della Camera minorile. 

La Regione Puglia, dal canto suo, coinvolta dal comunicato stampa del Comune di Foggia a seguito dell'incontro con l'Ambasciatore di Bulgaria, per bocca del dirigente della sezione politiche per lo migrazioni, Stefano Fumarulo, fa sapere che "È stato avviato un percorso insieme al programma ROMACT del Consiglio d'Europa e della Commissione Europea finalizzato ad una pianificazione degli interventi necessari a scongiurare il ripetersi di quanto accaduto negli ultimi dieci anni. Il percorso - spiega Fumarulo- coinvolgerà anche le istituzioni bulgare e le comunità  che ogni anno partono dalla Bulgaria per essere in Capitanata durante i mesi della raccolta. La Regione non può  intervenire su questioni di stretta competenza comunale ma evidentemente non ci si è tirati indietro quando c'è stata la necessità  di aggiungere il ghetto dei bulgari ai siti in cui l'Acquedotto Pugliese invia l'approvvigionamento idrico."

Ghetto dei Bulgari (Foggia): le immagini

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