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Cronaca Cerignola

Ha 'incastrato' la mafia di Cerignola, ora vive come un 'fantasma' e in grave stato di disagio: il caso 20 anni dopo in Commissione antimafia

Il punto della consigliera delegata alle Politiche Culturali, Grazia Di Bari: "Parliamo di testimone di giustizia, perché è stata riconosciuta la totale estraneità ai fatti che ha narrato, ma la sua richiesta di riconoscimento come vittima di mafia in vita, che le avrebbe dato diritto a una pensione, è stata respinta"

“La cultura è lo strumento più potente che abbiamo contro illegalità”. Cosi la consigliera delegata alle Politiche Culturali, Grazia Di Bari che ha chiesto di audire in commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, Francesco Minervini, autore del libro ‘Non la picchiare così. Sola contro la mafia’, che racconta la storia di  una testimone di giustizia, che da oltre 20 anni vive sotto copertura.

“Le scuole sono presìdi di legalità che dobbiamo sostenere. Dalla programmazione 2021 -2027 risulta evidente il ruolo fondamentale della cultura nel sociale, tanto che finalmente parliamo di welfare culturale, e si è compreso che senza cultura non c’è cambiamento”, spiega Di Bari. “Le iniziative nelle scuole devono essere organiche, non sporadiche, per poter finalmente avere il cambiamento che aspettiamo. Ho chiesto di audire oggi Francesco Minervini, perché ritengo importante accendere un faro su storie come quella di cui si parla nel libro, che meritano di essere raccontate per parlare di educazione alla legalità”.

“Dal libro è stato tratto uno spettacolo teatrale che sta girando per la Puglia e sarebbe importante portare in tutte le scuole. Negli anni ‘90, Maria (nome di fantasia), ha deposto come testimone di giustizia nel processo nato dall’operazione Cartagine, inchiodando i grandi capi della mafia cerignolana. Parliamo di testimone di giustizia, perché è stata riconosciuta la totale estraneità ai fatti che ha narrato, ma la sua richiesta di riconoscimento come vittima di mafia in vita, che le avrebbe dato diritto a una pensione, è stata respinta e ora vive in una condizione di disagio e degrado, determinata anche da quasi 30 anni in cui è vissuta come un fantasma. Non possiamo permettere che lo Stato abbandoni lei e chiunque si trovi nella sua situazione. Per questo è importante che la sua storia non venga dimenticata e ritengo un dovere delle istituzioni e della commissione di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia tenere alta l’attenzione su questa vicenda”. 

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