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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Nel Foggiano è emergenza Giustizia: l'ex magistrato Bonito chiama a raccolta i colleghi sindaci

L'ex magistrato ha scritto una lettera aperta ai colleghi sindaci: "Fatevi promotori con me per chiedere il ripristino delle sezioni distaccate a suo tempo abrogate, e per valorizzare la necessità di restituire alla funzione giudiziaria quei presidi di legalità ed efficace contrasto alla delinquenza organizzata"

Sull’emergenza ‘giustizia’ in Capitanata, e sulla necessità di riattivare le sedi distaccate del Tribunale di Foggia, cassate dalla riforma del 2013), interviene il primo cittadino di Cerignola, Francesco Bonito, che chiama a raccolta i colleghi dei comuni ‘orfani’ dei presidi soppressi. L’invito è a collaborare, per individuare una strategia comune finalizzata al ripristino dello status quo ante, ovvero riportare la situazione a quando l’esercizio della giustizia, in Capitanata, avveniva in modo diffuso, dal Tavoliere al Gargano.

Per questo motivo, l’ex magistrato ha scritto una lettera aperta ai colleghi sindaci, condividendo le necessità e le criticità patite dagli operatori della giustizia e dai cittadini stessi. La riforma si è rivelata, col tempo, del tutto sbagliata, giacché clamorosamente smentite le finalità che la ispirarono, attesi la anti economicità dell’accentramento, la difficoltà di insediare uffici adeguati al personale sopraggiunto, il caos completo delle procedure giudiziarie presso un tribunale divenuto uno dei maggiori dell’intero Paese”, si legge nella missiva. “E questo senza considerare il decisivo indebolimento cagionato dalla controriforma alla risposta dello Stato nei confronti della criminalità dilagante nelle nostre terre, come a più riprese denunciato dal Procuratore della Repubblica di Foggia e, di recente, dallo stesso Governatore pugliese in uno con l’intero consiglio regionale”.

Quindi entra nel vivo della proposta: “Fatevi promotori con me, per raccogliere le istanze delle nostre collettività e di quelle dell’intero circondario foggiano, al fine di chiedere il ripristino dello status quo ante e, quindi, delle sezioni distaccate a suo tempo abrogate, e per valorizzare la pressante necessità, evidenziata da magistrati come il dott. Ludovico Vaccaro e da autorità politiche come Michele Emiliano, di restituire alla funzione giudiziaria quei presidi di legalità ed efficace contrasto alla delinquenza organizzata. Vi propongo pertanto di organizzarci come sindaci fondatori di un movimento all’uopo costituito, formato dagli amministratori municipali e della provincia, dalle associazioni di categoria degli operatori giudiziari, dalle associazioni forensi liberamente costituite presso numerose municipalità daune, dal consiglio dell’ordine degli avvocati di Foggia, dai parlamentari e consiglieri regionali che lo vorranno”, spiega.

Sull’argomento, lo scorso 11 marzo, l’associazione forense di Cerignola, presieduta dall’avv. Tommaso Dilorenzo, ha deciso di sostenere le iniziative del Comitato nazionale Tribunali accorpati, presieduta da Pippo Agnusdei, di Lucera. Per questa finalità, gli avvocati ofantini hanno deciso di indicare quali referenti dell’associazione nelle varie istituzioni gli avvocati Nicola Marino, Gianfranco Dinoia e Domenico Merlicco. “La riapertura della sezione di Cerignola è indispensabile per offrire ai cittadini di Cerignola e dei comuni limitrofi un presidio di giustizia”, aveva spiegato Dilorenzo.

E’ di ieri, invece, la ‘missione romana’ dell’associazione ‘Avvocati Garganici’ che da tempo sta portando avanti una serrata battaglia per la riapertura del Tribunale di Rodi Garganico. Il presidente dell’Aag, l’avvocato Giovanni Maggiano, con i sindaci del comprensorio e il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Foggia, Gianluca Ursitti, ha portato le istanze del Gargano all’attenzione del Sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Al momento, la riapertura del presidio di Rodi Garganico non è nell’agenda del Ministro Cartabia, ma il dicastero si impegna a garantire la sopravvivenza dell’ufficio del giudice di pace (qui i particolari).

Che il Tribunale di Foggia stia ‘scoppiando’ è cosa nota: la mannaia che ha grossolanamente semplificato la geografia giudiziaria nel Foggiano, infatti, ha affossato il Tribunale dauno. Una conseguenza che era facilmente prevedibile. Lo dicevano i numeri (i rapporti di carichi processuali, numero abitanti e chilometri) che, di fatto, bocciavano in partenza l’idea del maxi-accorpamento. Oggi il Tribunale di Foggia conta un carico-monstre di 12mila procedimenti pendenti, una mole di lavoro che lo pone al quarto posto in Italia dopo le metropoli di Roma e Milano, seguite da Napoli.

Della necessità di incrementare il numero dei presidi di giustizia e procure, nella terra della Quarta Mafia, ne ha parlato, più volte, lo stesso procuratore capo, Ludovico Vaccaro: Foggia è un territorio "culturalmente compromesso, in cui la criminalità ha una aggressività che  continua a essere eccessiva, nonostante le operazioni messe a segno", aveva spiegato intervenendo alla riunione della commissione regionale dedicata allo studio del fenomeno criminale in Puglia. "C'è bisogno di una procura nel basso Tavoliere e un'altra sul Gargano, da aggiungersi a quella foggiana. C'è bisogno di una maggiore vicinanza al territorio, di un impegno ancora più straordinario: in alcuni casi le indagini si bloccano per mancanza di squadre investigative".

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