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Cronaca

"Negato l'affitto perché ho un cane". L'odissea della studentessa foggiana fuori sede: "Non è mica una bomba a mano"!

Martina, studentessa di 22 anni di Foggia, poco prima del lockdown si è trasferita a Pescara per studio. Ma nella città abruzzese sembra che nessuno sia disposto a fittare una casa ad un possessore di animali

Studiare in una città diversa dalla propria è una sfida per chiunque. Doversi ambientare, conoscere nuove persone, seguire le lezioni e sostenere gli esami. Se poi si aggiunge l’impossibilità di trovare una nuova casa in affitto, perché si ha un cane, il tutto si complica drasticamente.

È quello che sta accadendo a Martina, una studentessa di 22 anni di Foggia, che poco prima del lockdown si è trasferita a Pescara. La sua storia è stata raccontata a IlPescara, ripercorrendone le varie tappe. Martina frequenta il secondo anno della triennale in Servizio Sociale e dopo il quarto mese dal suo trasferimento in Abruzzo ha conosciuto, da fuori sede, cosa vuol dire lockdown e chiusura di ogni contesto sociale.

A marzo:

vivevo con due coinquiline a Chieti Scalo, che decisero di rientrare nelle rispettive residenze e vivere quel periodo delicato con i propri familiari. Io no, rimasi lì. Superai senza troppi sbalzi emotivi le prime grandi limitazioni: con me si trovava casualmente il mio cagnolino di 7 anni.

Per caso, dunque, JJ stava con lei; doveva essere solo per un breve periodo, ma proprio JJ è stato per lei “salvezza assoluta”. Tuttavia non è stato semplice nemmeno nella sua vecchia casa. C’erano tensioni con la proprietaria:

Ero costretta a scendere e risalire a casa in incognito, come se stessi commettendo un reato ad avere con me un cucciolo di scarsi 3kg, uno di quei cani che se ti entra un ladro in casa, si lancia a zampe all'aria scodinzolando. Lei iniziò ad insultare me e le mie coinquiline, accusandoci di aver "allevamenti amatoriali" in casa.

Ad oggi, dopo un anno, noi tre siamo ancora in attesa delle caparre e dei soldi del conguaglio, che forse mai torneranno nelle tasche delle nostre famiglie.

Quando si sbloccò la situazione, riportai JJ dai miei genitori.

In estate decisi di riprendere Ayra con me, 1 anno e 40 kg, e cambiai casa. Non ero più disposta a ricevere insulti gratuiti.

Attualmente vivo con due coinquilini a Pescara. L'attuale proprietaria di casa, non sa della presenza di Ayra. Quando arrivai, la casa era già abitata e semplicemente eravamo tutti d'accordo.

Il secondo lockdown

Durante questo periodo pandemico, nonostante le varie limitazioni, sono riuscita a tenermi occupata e ho trascorso ogni singola giornata con Ayra nei centri cinofili abruzzesi.

Il responsabile dei centri, Alessandro Junior, ti dà gli strumenti per comprendere meglio le tue insicurezze, insegnandoti a gestirle.

Ayra era chiusa, ora cammina a testa e coda alta. Potrei giurare di aver notato una certa sicurezza in più anche in me stessa!

Su quel campo "ci ho messo tenda", e giorno dopo giorno ho compreso sempre di più quanto io sia stata fortunata a vivere in questo modo questo periodo complesso.

Oggi, Martina, si ritrova nuovamente a dover trovare un alloggio, un posto che accetti lei e Ayra. La casa in cui si trova dovrà lasciarla prima dell’estate, momento in cui i proprietari di casa tornano per godersi la bella stagione in città.

Tuttavia la ricerca di un nuovo appartamento, anche con giardino, ha prodotto finora esiti negativi. 

Avere un cane non vuol dire possedere una bomba a mano pronta ad esplodere.

Inoltre, come da contratto, se un inquilino fa un danno, sarà proprio quest'ultimo a porre rimedio prima della scadenza del contratto d'affitto.

Ci sono contesti in cui gli inquilini danneggiano l’appartamento, pur senza animali, eppure i proprietari pubblicano solamente annunci "Affitto a chiunque non abbia con sé un animale domestico” oppure “Non affitto a chiunque ne abbia uno."

È un semplice blocco mentale.

Martina ricorda che in ogni caso c’è un contratto vincolante, quindi, in caso di danni, è sempre l’inquilino a dover pagarne le spese. Cane o non cane.

Ogni volta che devo cercar casa, ho un po' paura, perché non so mai se troverò un luogo in cui stare. Non so se chi risponderà potrà insultarmi, riagganciare il telefono o trovare una qualsivoglia scusa.

Mi fanno vivere una delle cose più semplici e belle, come fosse una punizione, un peso assoluto.

Martina ha pubblicato il suo sfogo su Facebook, ripreso poi anche dalla pagina Lega del Cane Pescara, uno sfogo che ha generato indignazione ma anche tanto sostegno. Tuttavia non sono passati in secondo piano i commenti di coloro che si trovano, o si sono trovati, nella stessa situazione di Martina. Una situazione a cui si può porre rimedio con un contratto vincolante, ma a cui, evidentemente, sono gli stessi locatari a non dare alcun valore effettivo.

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