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Cronaca

Un terreno, veicoli e conti correnti: polizia e gdf sequestrano beni per mezzo milione ad Angelo Bruno

L'attività è stata messa a  segno dai militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Bari e dagli agenti della questura di Foggia - Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza

Sigilli al "tesoro" di Angelo Bruno, 50enne pluripregiudicato foggiano nei confronti del quale è stato eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di mezzo milione di euro. L'attività è stata messa a  segno dai militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Bari e dagli agenti della questura di Foggia - Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza,  a seguito di complesse indagini patrimoniali svolte dagli specialisti della Guardia di Finanza e di accurati accertamenti svolti dalla Polizia di Stato.

Le immagini video del blitz

Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Bari - Sezione III Penale in funzione di Tribunale della Prevenzione, su proposta del Questore di Foggia. Nel dettaglio sono stati sequestrati un terreno con insistente fabbricato ad uso abitativo, 2 rapporti bancari e 2 motoveicoli per un valore stimato di quasi mezzo milione di euro, risultati nella disponibilità del soggetto, considerato "socialmente pericoloso" nell’accezione del Codice antimafia, alla luce dei numerosi e gravi precedenti penali e di polizia, denotanti una spiccata dedizione al crimine fin dal 1992 per reati in materia di stupefacenti, reati in materia di armi, reati contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio.

Le indagini eseguite dai finanzieri, che sono consistite nella valorizzazione in chiave patrimoniale degli elementi acquisiti nelle indagini, nonché nell’esame e confronto di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, hanno permesso di acciarare l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità del proposto rispetto alla propria capacità reddituale ovvero del relativo nucleo familiare. Nello specifico, gli accertamenti hanno evidenziato una sperequazione tra i redditi dichiarati ed investimenti sostenuti pari a circa € 500.000,00 nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016. Gli accertamenti effettuati dalla Polizia di Stato hanno inoltre consentito di evidenziare la pericolosità sociale del soggetto fondata sull'esame complessivo della personalità dello stesso, alla luce dei numerosi precedenti di polizia e penali e delle reiterate frequentazioni dello stesso con pregiudicati.

Riguardo alle strategie di contrasto alla criminalità organizzata e diffusa, da tempo si è evidenziata l'importanza dello strumento delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, capaci di limitare gli spostamenti dei malavitosi sul territorio e soprattutto, sul piano patrimoniale, di incidere sulla loro ricchezza nonché di determinare una “perdita di immagine e di prestigio” agli occhi dei loro sodali. Obiettivo strategico di primaria importanza è, infatti, quello del contrasto alle proiezioni economiche della criminalità, mediante l’aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie riferibili direttamente o indirettamente alle organizzazioni delinquenziali, nonché alle loro capacità di infiltrazione nell’economia legale.

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