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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il caso di Francesco e quel pasto che non arriverà: quando a scuola la mensa non è per bambini disabili

Francesco Di Bari, 11 anni, ha una paralisi cerebrale infantile. Lunedì alla scuola Santa Chiara inizierà il servizio mensa ma non è stato previsto un sostegno al bambino. La denuncia di mamma Loredana, pronta a querelare

Francesco ha 11 anni, frequenta la 5^ elementare all'istituto comprensivo Santa Chiara - Pascoli - Altamura, nella succursale di via Petrucci, a Foggia. Gli piace andare a scuola, stare tra i compagni. E mamma Loredana cerca di fargli vivere una condizione quanto più normale ed ordinaria possibile. Ma le cose non sempre vanno come si vorrebbe e la burocrazia è sempre lì, in agguato, a ricordarti quanto tu sia sfortunato e diverso dagli altri.

Francesco ha una paralisi celebrale infantile. Va da sé che non può essere autonomo come lo sono i compagni di banco. Ha bisogno di aiuto. Anche per mangiare. Motivo per cui non potrà usufruire del servizio mensa che da lunedì 15 ottobre partirà nell’istituto. Sì, è corretto: non potrà usufruire.

Loredana De Cata, la madre, ci contattò già lo scorso anno per lo stesso problema; poi, dopo varie peripezie, riuscì ad ottenere per il figlio ciò che quest’anno, pare, le venga ufficialmente negato: un Oss che aiuti Francesco a mangiare.

“Per settimane sono stata palleggiata tra scuola, Comune ed Asl – si sfoga a Foggiatoday-. L’istituto dice che è competenza dei Servizi sociali del Comune, i servizi sociali mi hanno rimandata all’Asl, che però dice che lei non c’entra. Al Comune l’assessore Roberto mi ha esplicitamente detto di non presentarmi più in via Fuiani per questo problema” aggiunge Loredana, scioccata per le parole utilizzate dalla titolare del settore. Ma non aveva fatto i conti con ciò che le sarebbe stato suggerito di lì a breve. “Ieri – racconta- sono stata contatta dalla referente della scuola per il sostegno che mi ha illustrato due opzioni”. Bene, qualcosa si è mosso, si penserà. Manco per idea. “La prima: andare a prendere Francesco da scuola prima dei pasti. La seconda, pagare di tasca mia un OSS considerato che, testuale, il bambino prende indennità e assegno di cura. Ma stiamo scherzando?”.

Francesco prende circa 500 euro di indennità mensile e l’assegno di cura della Regione è fermo allo scorso anno. “Denaro che spendiamo per le necessarie terapie, anche extra, per medicinali, per infermieri, per visite specialistiche fuori Regione dove Francesco è seguito” elenca Loredana, umiliata dal fatto che si facciano i conti in tasca ad un bambino. “Il personale che serve a scuola non rientra nelle nostre competenze” dichiara serafica.

Ed è altrettanto rigida quando le si chiede cosa pensa di fare: “Francesco lunedì a mensa resterà. Non andrò a riprenderlo. Starà lì, come tutti i suoi compagni. Non lo faranno mangiare? Lo so, guarderà gli altri mangiare ma devo farlo. Da madre mi duole il cuore ma è l’unico modo per far comprendere all’istituto e a chi di competenza la discriminazione che stanno mettendo in atto”. “Lo andrò a riprendere alle 15.00 – continua- e poi querelerò la scuola per abbandono di incapace”.

Francesco insomma resterà lì, col suo bel faccino sorridente, ad attendere un pasto che non arriverà. Prima che una roba tanto indegna accada, si può far qualcosa?  

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