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Un sogno interrotto, famiglie dei 32 alloggi sfumati: "Siamo disperati". Il Comune cerca una soluzione

Le donne dell'ex distretto militare, di via Catalano e della terza traversa di via San Severo si sono coalizzate. Gli sfrattati, per stare tranquilli, vorrebbero almeno un'assegnazione temporanea

Serpenti, soffitti che cadono a pezzi, acqua in casa. Alle donne dell'ex distretto militare, un altro mausoleo dell'emergenza abitativa a Foggia, è caduto tutto il mondo addosso quando Edil Ambiente e Aedilia Costruzioni hanno dato forfait per l'immeditata disponibilità di 32 alloggi che, a quanto si è appreso da una lettera a firma del legale rappresentante Francesco Caroprese, sarebbe stata vincolata comunque a un risarcimento danni.

Nella vicenda che col tempo si è complicata fino al patatrac si inscrivono le vite ai margini delle famiglie che abitano in otto locali in via Catalano, via Ricciardi e vico Solitario, 15 nuclei familiari di via Fuiani e i residenti della palazzina della terza traversa di via San Severo che si sono accampati per strada per quanto è pericolante. Le donne si sono coalizzate. Quando si sono rese conto che è saltata l'operazione se la sono vista brutta.

Oggi una delegazione è tornata a Palazzo di Città. Impegnate a parlare con un suo collaboratore, non si sono nemmeno rese conto che il sindaco Franco Landella stava entrando ed è sgattaiolato sopra, braccato praticamente tutti i giorni fino allo sfinimento da sfrattati e senza tetto. Si aspettavano si parlasse di loro nel Consiglio comunale, ma non erano all'ordine del giorno. Già due giorni fa avevano ricevuto rassicurazioni: il Comune sta cercando una soluzione e nessuno le avrebbe mandate via dagli alloggi che occupano attualmente, parola del sindaco.

Le otto famiglie del centro storico, nel dedalo di vicoli attorno all'auditorium Santa Chiara, sono destinatarie di un provvedimento di rilascio di locale per occupazione senza titolo. A fine mese lo sfratto diventa esecutivo, ma il Comune ha garantito che non ha alcuna intenzione di procedere allo sgombero coatto, per quanto sia suo interesse rientrare al più presto in possesso dei locali per non perdere un finanziamento. Le famiglie, per dormire sonni tranquilli, vorrebbero un'assegnazione temporanea, carta canta.

Non molto lontano da lì, disabili, invalidi, patologie riempiono le stanze di una vecchia caserma che fa acqua da tutte le parti: Patrizia mostra le immagini del pavimento bagnato (in foto), ha dovuto staccare anche le utenze per evitare un cortocircuito. Pochi giorni fa, per miracolo, l'intonaco non ha colpito un uomo. È una storia che va avanti da decenni. "A Natale avremmo potuto avere una casa", dice sconsolata una delle donne, prima di tornarsene in buon ordine tra muffa e infiltrazioni.

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