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Cronaca

"Io a rischio sepsi, costretta a raggiungere l'ospedale in carrozzina"

La disavventura raccontata da una donna affetta da artrite reumatoide: "L'ambulanza è giunta quasi un'ora e mezza dopo la prima chiamata. Avevano disposto il ricovero al 'Lastaria' di Lucera"

Una piccola disavventura, che però non ridimensiona i disagi e la rabbia, specie quando si vive quotidianamente con una disabilità. Protagonista, una donna foggiana di 64 anni, affetta da artrite reumatoide. Una malattia con la quale convive dalla tenera età di 4 anni e che la costringe a vivere su una carrozzina.

Tutto è cominciato nella serata di venerdì scorso. La donna, portatrice di protesi tumorale, da alcuni giorni era alle prese con febbre alta, presumibilmente cagionata da una infezione alla protesi: “Alle 20, attraverso mia sorella, ho contattato il 118 per pianificare un ricovero urgente nel reparto di reumatologia. Dopo cinquanta minuti, ero ancora a casa in attesa”, racconta la donna.

L’ambulanza si è presentata sotto la sua abitazione – ubicata a circa 500 metri dal Policlinico Foggia – alle 21.20, dopo ripetute sollecitazioni telefoniche: “Nell’ambulanza non c’erano né un medico né un infermiere, ma solo due soccorritori provenienti da Ascoli”, denuncia la donna.

I problemi veri, però, dovevano ancora iniziare: “Una volta giunta l’ambulanza, mi è stato comunicato che sarei stata trasportata all’ospedale Lastaria di Lucera. Al che abbiamo ricontattato la centrale del 118 per far presente il problema, ma con toni piuttosto aspri ci è stato detto che non potevamo scegliere la destinazione del ricovero”. Le cose non sono cambiate neppure allorquando la donna ha spiegato che ci fosse un posto disponibile in reumatologia: “’Non me ne importa nulla, deve essere ricoverata a Lucera”’, è stata la risposta che abbiamo ricevuto”.

Passate ormai due ore dalla prima telefonata, la donna ha deciso di raggiungere, insieme alla sorella, il Policlinico direttamente in carrozzina: “Siamo arrivati in pronto soccorso alle 22. Un dottore, una volta analizzati i valori ematici degli esami ai quali mi ero sottoposta due giorni prima, ha disposto subito il ricovero nel reparto di reumatologia. A causa dell’infezione ero a rischio sepsi”.

Nella giornata di oggi la donna è partita per Lione, presso un centro specializzato dove è in cura da oltre 40 anni e sarà sottoposta ad artrocentesi (prelievo attraverso aspirazione del liquido sinoviale, ndr) per accertare l’entità dell’infezione ed effettuare le cure dovute. Ma lo scampato pericolo non stempera la rabbia e evidenzia, ancora una volta, le problematiche organizzative - dovute alla carenza di personale - dell'emergenza urgenza: “Nel reparto di reumatologia ormai mi conoscono, c’era già un posto letto disponibile per me. Dieci minuti dopo il mio arrivo, ero già in reparto. So che la direzione sanitaria e generale del Policlinico sono da sempre estremamente sensibili rispetto ai disagi di noi disabili, ma non è possibile ricevere il trattamento che ho subito io”.

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