"Non siamo untori", l'urlo di rabbia degli infermieri: "Eravamo i vostri eroi". Palloncini rossi per i colleghi uccisi dal virus
Obiettivo del flash mob che si è svolto a San Giovanni Rotondo, organizzato dal Movimento nazionale infermieri: chiedere il giusto riconoscimento per la categoria professionale che, con i medici, più si è spesa nella lotta al Coronavirus
"Eravamo i vostri eroi", "Non siamo untori", "Perchè ora?". Questi alcuni dei cartelli che i tanti infermieri in prima linea nella lotta al Covid-19 portano al petto durante il flash mob pacifico e apartitico in corso a San Giovanni Rotondo, organizzato dal Movimento nazionale infermieri, in piazza dei Martiri.
Obiettivo dell'iniziativa? Chiedere il giusto riconoscimento per la categoria professionale, una di quelle che con i medici più si è spesa nella lotta al Coronavirus. Circa una 50ina gli infermieri scesi in piazza - maglietta bianca, una mascherina con la scritta infermiere e in mano un palloncino rosso in memoria dei colleghi/parenti che non ci sono più. La promotrice del flash mob a San Giovanni Rotondo, è Silvia Villani, infermiera dell’unità operativa della Geriatria a Casa Sollievo della Sofferenza.
La retorica degli eroi a noi infermieri non è mai piaciuta - spiega uno dei manifestanti - non siamo eroi, facciamo solo il nostro lavoro. Siamo dei professionisti del settore che certamente hanno messo a rischio la propria vita e quella dei propri cari, e se accettiamo la definizione di 'eroe' è perchè ci sembra doveroso, ma non sufficiente, onorare tutti quei colleghi che con abnegazione e spirito di sacrificio ci hanno rimesso la vita. Un bilancio che fa paura, anche perchè per noi l'emergenza non è finita".
"Non possiamo non ricordare tutte le vittime: per molti pazienti, noi siamo stati l'ultimo briciolo di umanità passata attraverso le nostre mani coperte da guanti, i nostri occhi offuscati da occhiali e visiere, la nostra bocca coperta dalla mascherina. E, innegabilmente, anche attraverso il nostro cuore, magari anche con qualche preghiera e benedizione. Gli operatori sanitari sono la categoria che ha visto più contagiati, ma non siamo untori. Questro non possiamo accettarlo. E' stato così facile e veloce definirci eroi, com è stato altrettanto facile passare all'accusa di essere noi stessi causa di contagio. Alle offese e alle minacce siamo abituati - conclude - ma in questa circonstanza proprio non si accettano certi atteggiamenti" | IL VIDEO