Il sangue 'mai asciugato' di Panunzio, il monito per la città ferita da crimine e malaffare: in via Lanza il flash-mob antimafia
Questa mattina, lungo l'isola pedonale, il flash-mob 'A voce alta', voluto e organizzato dall'associazione 'Mediante', collettivo foggiano di resistenza artistica: "Il nostro obiettivo sarà fare qualcosa in più per la città"
Il sangue 'mai asciugato' di Giovanni Panunzio torna - 28 anni dopo il suo omicidio, ordinato dalla mafia foggiana - sulle mani e sui volti di 6 attori e performer per il flash-mob antimafia 'A voce alta'.
L'iniziativa, voluta e organizzata dall'associazione 'Mediante', collettivo foggiano di resistenza artistica, si è svolta questa mattina, lungo via Lanza, dove - tra gli ignari passanti - è stata narrata la vicenda dell'imprenditore foggiano, assassinato per essersi opposto al racket e aver denunciato i taglieggiatori.
Un racconto in prima persona - il monologo 'P', scritto da Marcello Strinati, autore del Teatro della Polvere di Foggia, nel quale Panunzio parla da morto, il giorno dopo il suo assassinio. La voce arriva dal microfono, ma a parlare non c'è nessuno: è la metafora di un'assenza che, anno dopo anno, pesa sempre di più.
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Il volume è volutamente alto, risuona in tutta l'isola pedonale: "Questa volta - spiegano gli organizzatori - è la voce di Panunzio a costringere al silenzio, ma al silenzio di quando si ascolta". Il sangue dell'imprenditore, come quello delle altre vittime di mafia, diventa quindi un monito per la città a non rimanere più in silenzio, a non accettare passivamente ingiustizie e soprusi.
"Il messaggio da lanciare a voce alta - spiega Pasquale Pilone, presidente di 'Mediante' - è nella relazione che c'è tra ieri, nell'esperienza storica di Panunzio, e in quella di oggi, con Francesco Traiano, ultima vittima della criminalità. Un messaggio dedicato a chi vuole combattere l'omertà. Il nostro obiettivo, come associazione, sarà fare dire qualcosa in meno, ma fare qualcosa in più per la città". | IL VIDEO