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Cronaca

Associazione sulla carta, ma ristorante-pizzeria nella realtà: ricavi non dichiarati e lavoratori in nero all'insaputa dei clienti

Foggia: si tratta di un rinomato ristorante-pizzeria, peraltro ampiamente pubblicizzato anche sui social network. Non aveva mai presentato denuncia dei redditi

Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, nell’ambito di una mirata attività di controllo economico del territorio, hanno effettuato una serie interventi finalizzati a prevenire e reprimere il fenomeno del lavoro “nero” ed irregolare, nonché le connesse manifestazioni di illegalità, nel corso dei quali sono stati individuati nr. 22 lavoratori impiegati totalmente “in nero” e nr. 9 lavoratori la cui posizione è risultata irregolare.

In particolare, nei confronti di 6 delle 8 attività commerciali risultate non in regola, è stata proposta la sospensione dell’attività, per aver impiegato personale “in nero” in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.

L’attività ispettiva non ha mancato di evidenziare situazioni di particolare rilevanza, come nel caso di un’associazione culturale senza fini di lucro in zona Borgo Segezia, la cui esistenza serviva, di fatto, a mascherare l’attività di un rinomato ristorante-pizzeria, peraltro ampiamente pubblicizzato anche sui social network

I successivi approfondimenti investigativi, svolti dai militari del Gruppo di Foggia, hanno fatto emergere che l’associazione, all’insaputa degli ignari clienti, non solo era strutturata come un vero e proprio esercizio commerciale, con alle dipendenze quattro lavoratori completamente “in nero” ma, addirittura, non aveva mai presentato alcuna denuncia dei redditi, omettendo di dichiarare al fisco oltre 200mila euro di ricavi negli ultimi anni. Pertanto, su specifica segnalazione dei militari operanti, il comune di Foggia ha altresì disposto la chiusura dell’esercizio, in quanto privo di autorizzazione alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

Le attività di controllo proseguiranno per tutto il periodo natalizio, al fine di tutelare la libera concorrenza tra gli operatori del settore ed evitare che simili forme di “abusivismo” possano danneggiare l’economia legale.

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