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Cronaca

La 'Fase 2' col freno a mano tirato, mascherine a 0.50 centesimi e quel "se vuoi bene all'Italia mantieni le distanze"

Dal 4 al 18 maggio 2020 la 'fase 2' della convivenza con il virus annunciata dal premier Giuseppe Conte. Le novità, poche. Bar e ristoranti solo d'asporto. Parrucchieri ed estetisti dal 1 giugno

La paura del contagio, la scelta di rendere omogenee le misure del nuovo Dpcm, senza fare cioè alcuna distinzione tra una regione e l'altra, hanno frenato il Governo. 

Quella che era stata annunciata come la 'Fase 2', a onor del vero è sembrata una 'Fase 1' con qualche limitazione della libertà personale in meno e con la riapertura dei settori manifuttura e costruzioni. Nulla più. 

Per la riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti ed altri esercizi commerciali al dettaglio, pur con tutte le cautele indispensabili e necessarie, bisognerà aspettare ancora qualche settimana.

Pochissime le novità annunciate dal premier, apparso fin troppo prigioniero delle personali preoccupazioni ma anche e soprattutto delle raccomandazioni degli esperti del comitato scientifico. Di certo non potremo mai giudicarlo per quella prudenza, che, si sa, non è mai troppa. E' mancato però un po' di coraggio, è mancata la visione poltica, non c'è una strategia mirata alla ripresa del Paese in senso lato. O se c'è, è lenta. Di certo, o quasi certo, c'è che la scuola riaprirà a settembre, con buona pace per i genitori. 

Il presidente è stato un tantino troppo ridondante quando per l'ennesima volta ha speso le stesse di sempre per richiamare i cittadini alle loro responsabilità, al sacrificio e al coraggio: “Se ami l'Italia mantieni le distanze”.  Vero, lo sapevamo e ne siamo ben consapevoli.

Una premessa fin troppo lunga per giustificare un allentamento delle misure della libertà individuali non proprio incisive dal punto di vista delle responsabilità che la politica, talvolta, dovrebbe invece prendersi e assumersi. Era stato Conte stesso a far intendere questo.

Ad ogni modo il premier di Volturara Appula ha provato a proiettarsi in avanti annunciando la stagione delle riforme, il cambiamento di tutte quelle cose “che nel nostro paese non vanno e non vanno da tempo” (ma nel frattempo restano in vigore le contestatissime autocertificazioni).

Ha affrontato il tema delle misure di sostegno, si è scusato per i ritardi, ha cercato di far comprendere ancor più l'importanza dell'operazione Recovery Fund; e fatto sapere che verrà fissato un prezzo di mercato per le mascherine, “giusto, equo, per remunare le imprese dei costi di produzione con un piccolo margine di guadagno”. E che il governo si impegnerà ad eliminare l'iva: “Il prezzo dovrebbe essere intorno a 0,50 per la mascherine chirurgiche”.

Dicevamo. Più o meno nulla che già non sapessimo è stato ribadito ieri. Ovvero del rischio contagio, della necessità di rispettare le norme sul distanziamento interpersonale di un metro, dell'utilizzo delle mascherine, del divieto di assembramenti e di tanti altri divieti già in atto, che Conte ha rimarcato ancora una volta raccomandando gli italiani di seguire le istruzioni che ancora oggi limitano fortemente la libertà personale di ciascuno di noi. Basti pensare ad esempio, che anche dal 4 maggio in poi due fidanzati (e magari anche una coppia prossima al matrimonio) non potranno incontrarsi, men che meno quelli che abitano nello stesso comune. 

Quella che era stata annunciata come la 'Fase 2' di convivenza con il virus (che poi è quello che abbiamo fatto fino ad oggi), ad essere buoni è la stessa fase con qualche leggera modifica sottoforma di concessione-permesso.  

Immaginate un pallone che rotola su una linea di porta o un bacio sospeso nel vuoto tra le labbra di due innamorati. Questa la sensazione provata da milioni di italiani durante e dopo la conferenza di ieri sera del premier Conte.

Una conferenza che ha spiazzato un po' tutti, con poca robustezza e coraggio. Ed è così che le novità annunciate in materia di contenimento del contagio in vigore dal prossimo 4 maggio e fino al 18 dello stesso mese, hanno provocato un forte senso di smarrimento e sfiducia nella gente. Le aspettative della vigilia, probabilmente troppo alte, non hanno trovato riscontro nei fatti. 

La prima novità è rappresentata dalla possibilità di spostarsi per incontrare i congiunti, purché questa avvenga nella stessa regione di residenza. E di poter fare rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

L'altra è la possibilità di accedere ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici, a condizione che non si verifichino assembramenti di persone. Conte sposta il cerino nelle mani dei sindaci, che potranno disporne la loro temporanea chiusura. Una possibilità a metà. 

Dal 4 maggio e fino al 18 dello stesso mese gli italiani potranno allontanarsi dal proprio quartiere per svolgere individualmente (con accompagnatore per i minori e le persone non autosufficienti) attività sportiva e motoria, in questo caso nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l'attività sportiva.

Sono consentite le cerimonie funebri con l'esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all'aperto.

L'accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità a lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prvenire possibili trasmissioni di infezioni.

Potranno aprire, o resteranno aperti, i mercati diretti alla vendita di soli generi alimentari. Sarà consentita l'attività di asporto per bar e ristoranti. Non sarà ancora possibile fare la spesa altrove, nemmeno presso gli esercizi commerciali dei comuni limitrofi a quello in cui si risiede. “No party privati, familiari, ritrovi di famiglie”. Anche questo era ripasuto.

“All'interno delle regioni sono consentiti gli spostamenti così come sono adesso mentre tra regioni è consentito solo un trasferimento per esigenze lavorative, per assoluta urgenza o motivi di salute” ha precisato il premier.

L'apertura dei luoghi di culto è invece condizionata all'adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro.

Misura più stringente per chi manifesta febbre da 37,5 in poi: deve rimanere presso il proprio domicilio, limitare i contatti sociali e avvertire il medico curante. Benvenuti nella 'Fase 2'.

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