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Cronaca

Fermi tutti, si rivede Ferrandino: spetta all'ex assessore l'ultima parola sul rischio crollo dell'ex distretto e di una palazzina

Ha già effettuato un primo sopralluogo. L'incarico è connesso all'ordinanza con cui la commissione straordinaria ha attivato il Centro Operativo Comunale della protezione civile

È una vecchia conoscenza dei foggiani, l'ingegnere Alfredo Ferrandino, assessore alla Protezione Civile dal 2012 al 2014, a occuparsi della valutazione delle situazioni di rischio statico e del monitoraggio strutturale dell'ex distretto militare e della palazzina pericolante della terza traversa di via San Severo.

Per essere più precisi, per conto del Comune di Foggia, eseguirà delle verifiche non sugli immobili nella loro interezza ma su alcune porzioni degli edifici che sono state indicate dai vigili del fuoco come parti in possibile stato di degrado strutturale. Ha già fatto un primo sopralluogo, adesso bisognerà incaricare un laboratorio per alcuni accertamenti.

L'incarico all'ex assessore della Giunta Mongelli è stato conferito il 18 novembre, tramite affidamento diretto (per un importo di circa 5mila euro), in virtù dell'ordinanza n.10 del 16 novembre con cui la commissione straordinaria ha attivato il Centro Operativo Comunale di protezione civile per l'emergenza derivante dal pericolo di crollo dei due stabili. In un allegato (non soggetto a pubblicazione e di cui non si conosceva il contenuto) si parla di una figura di supporto alla commissione straordinaria per definire i possibili scenari di rischio e proporre misure e interventi. Il dirigente dell'Area Tecnica, l'ingegnere Francesco Paolo Affatato, per il ruolo tecnico-scientifico e di pianificazione ha individuato il collega quale figura esperta più idonea considerato il curriculum.

Dal 2008 al 2013, Alfredo Ferrandino ha coordinato il progetto di ricerca per il rilievo della vulnerabilità sismica del centro storico e dei quartieri settecenteschi di Foggia, come nei centri storici di Carlantino, Sant’Agata di Puglia e Vico del Gargano. Prima ancora, sin dagli anni '90, ha collezionato una serie di incarichi dal Gruppo nazionale per la difesa dei terremoti del Cnr e dal Dipartimento della protezione civile per progetti di rilievo della vulnerabilità sismica dell'edilizia e mitigazione del rischio sismico. È specializzato in disaster management e per conto del Formez ha coordinato anche una serie di corsi. In più si è occupato del censimento dei danni nei comuni interessati dal terremoto del 2002 e ha coordinato la struttura tecnica commissariale per la ricostruzione.

L'ordinanza adottata dieci giorni fa appesantiva le evidenze che motivavano già le due distinte ordinanze sindacali di sgombero del 19 marzo 2021. La situazione di pericolo, già otto mesi fa, era conclamata. I sopralluoghi dei tecnici comunali e dei vigili del fuoco avevano accertato che non sussistevano le condizioni di sicurezza per l'utilizzo dei due immobili.

Nell'ex distretto militare al civico 2 di via Tenente Colonnello Attilio Muscio era stato constatato "uno stato di generale degrado della struttura, con evidenti ammaloramenti degli intonaci esterni", infiltrazioni in alcuni alloggi e il cedimento della copertura in legno in due punti del corridoio del primo piano, già interdetti all'accesso. Lo stabile si presentava, poi, in condizioni igienico sanitarie precarie e l'impianto elettrico risultava non adeguatamente protetto. Sempre i vigili del fuoco avevano rilevato "l'evidente stato di fatiscenza" della palazzina pericolante al civico 1 della terza traversa di via San Severo, a Borgo Croci. Anche in questo caso, mancavano le condizioni di sicurezza.  

Nell'ordinanza del 16 novembre, dai toni piuttosto allarmistici, adottata probabilmente anche in via cautelativa per l'ente e ipotizzando forse un percorso analogo a quello seguito per il campo container di via San Severo, si parla della "imminenza dell’evento catastrofico atteso (crollo improvviso degli immobili)" e dell'aggravarsi dello stato di pericolo. Lo scenario di rischio, secondo quanto riportato nell'atto, è "assimilabile a quello della catastrofe naturale da eventi meteorologici, stante l'ipotesi di crollo imminente determinatasi dal progressivo deterioramento delle strutture edificatorie a causa dell'effetto dell'azione degli agenti atmosferici". La tragica evenienza giustifica la costituzione del Coc.

L'ingegnere Ferrandino ridimensiona un po' le espressioni riportate: nessuno avrebbe detto che i due edifici stiano crollando, "c'è un verbale dei vigili del fuoco che ha segnalato una criticità che dobbiamo approfondire". Nell'ex caserma Oddone vivono 14 famiglie, per un totale di 44 persone, mentre nella palazzina pericolante di Borgo Croci sono alloggiate 10 famiglie, 34 persone in tutto. Il Comune, in pratica, deve trovare una sistemazione per 24 famiglie, 78 persone complessivamente, di cui 21 minori.

È stata abortita l'ipotesi dei commissari, emersa all'indomani dell'ordinanza, di altri container, opzione assolutamente esclusa in primo luogo dalla Regione Puglia, sulla stessa linea di Arca Capitanata che da due anni sta portando avanti l'operazione container zero. Come concordato in un vertice a Bari del 19 novembre scorso, si sta procedendo alla ricognizione di eventuali alloggi che potranno rendersi disponibili e la protezione civile ha effettuato alcuni sopralluoghi per valutare la possibilità di adibire transitoriamente immobili pubblici dismessi, probabilmente un paio di scuole, ad abitazioni.

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