A sedici anni dalla sua chiusura, sono finalmente iniziati i lavori di bonifica dell'area dell'Alghisa dove dopo il sequestro rimasero all'aperto 30 mila metri cubi di ceneri metalliche, pericolose per l'ambiente e per la salute umana.
A 5 chilometri dal centro abitato di Lucera e a circa 10 da quello foggiano, l'area è sempre stata una vera e propria bomba ecologica.
La fabbrica fu chiusa nel 2004 e da allora, su una superficie di 8mila metri quadri, giacciono 464 tonnellate di polvere di alluminio e 8.420 tonnellate di scorie saline di seconda fusione, mentre da una serie di analisi effettuate nel 2013 è stata riscontrata la presenza, oltre i limiti consentiti, di sostanze quali antimonio, berillio, cromo, nichel, rame e zinco, cadmio, mercurio e piombo.
A queste, si aggiungono centinaia di sacconi contenenti rifiuti tossici accumulati nel tempo e provenienti da tutto il mondo.
Per la rimozione verranno costruite delle tensostrutture atte a coprire completamente gli ammassi di scorie in modo da non renderle volatili.
Verrà installato anche un lavagomme per i camion che usciranno per andare a smaltire il materiale presente.
Quanto contenuto all'interno dell'area Alghisa, verrà trasportato e smaltito all'estero grazie ad progetto da € 9.150.000 finanziato con fondi europei, che sarà portato a termine in 144 giorni.
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