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Cronaca

Parla Enrico Ciccarelli: “Foggia&Foggia, un'auto potente in mano a un neopatentato”

L'ex direttore di Foggia&Foggia parla del suo avvicendamento alla guida della storica free press foggiana. Al suo posto Christian Danza a cui non risparmia frecciate e commenti al vetriolo

Undici anni. Tanto è durata l'avventura di Enrico Ciccarelli come direttore di Foggia&Foggia. Undici anni, tanti quanti ne ha lo storico free press foggiano che storico è diventato grazie al suo Direttore, “sfornando” giornalisti che hanno poi fatto fortuna e le fortune di altri prodotti editoriali della Capitanata. Un giornale che in questi anni si è imposto per il suo stile e la sua capacità di attraversare e raccontare i cambiamenti di una città che proprio sfogliando i Foggia&Foggia che furono, si scoprono essere più numerosi di quanto non appaia.

Da fine luglio Enrico Ciccarelli non è più il direttore di Foggia&Foggia. Al suo posto, al timone del free press settimanale di Smeraldo editore, è stato designato Christian Danza. Un passaggio che chi segue le sorti del mondo editoriale foggiano sicuramente saprà non essere stato indolore. Non sono infatti mancate le voci di polemiche tra Ciccarelli e il suo ormai ex editore. E non sono mancati da parte dell'ormai ex direttore i commenti al vetriolo nei confronti del suo successore (vedi intervista a Il Mattino di Foggia). Di tutto questo abbiamo voluto parlare con Ciccarelli stesso, cercando di capire qualcosa in più di questa vicenda. (a questo link si può leggere invece l'intervista al neo direttore Christian Danza)

Enrico, Foggia & Foggia in città, soprattutto per chi fa questo mestiere, vuol dire il giornale di Enrico Ciccarelli. Pensi che questa sia più una soddisfazione o più un limite per il giornale stesso?

Avendolo diretto fin dall’inizio, era fatale che ci fosse questa identificazione, che certamente potrebbe diventare un limite. Ma in questi undici anni abbiamo costruito soprattutto –penso- un “giornale dei Foggiani”, che la città percepisse come cosa propria. Naturalmente ci siamo riusciti solo in parte, e non sempre: è un lavoro in progresso, che per definizione non è mai finito. Mi auguro che il nuovo corso del giornale potrà confermarlo e potenziarlo.

foggia&foggia-2Proprio guardando a cosa hai / avete costruito, quanto e cosa lascia Enrico Ciccarelli in eredità al nuovo Foggia & Foggia?
Non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda, perché è difficile per chiunque valutarsi e valutare il proprio lavoro. Come tutti i giornali di questo mondo, anche Foggia & Foggia è fondato su un patto non scritto con i lettori. Noi abbiamo cercato di rendere questo patto il più lineare e trasparente possibile: abbiamo sempre rispettato e ospitato le opinioni di tutti senza rinunciare alle nostre; abbiamo cercato di esaltare e valorizzare le cose buone di Foggia senza rimuovere o nascondere le cattive. Se c’è un’eredità che desidererei tramandare è questa: il rifiuto dei fondamentalismi, la capacità di mettere in dubbio e in discussione le proprie convinzioni, l’esercizio, indispensabile ai giornalisti, della serendipità, cioè della forza di “trovare ciò che non si cercava”, di farsi sorprendere dalle cose.

Danza ha lavorato a Foggia & Foggia. Si può dire che è stato un tuo "allievo" giornalisticamente parlando. Il maestro è più contento o più triste di avergli ceduto il passo?
Non credo che il rapporto fra noi possa essere definito nei termini di maestro e di allievo. Il giornale è da sempre una bottega, un’officina di formazione per aspiranti giornalisti. Danza è stato uno di loro. Non so dire cosa siamo stati capaci di trasmettergli. Quanto a cedere il passo, i direttori sono per definizione sostituibili. Quindi non sono né triste, né contento. Un po’ perplesso, forse. Diciamo che se avessi dovuto designare un successore, Danza non sarebbe stato nelle mie prime trenta indicazioni.

Nell'intervista al Mattino di Foggia si parlava di voci sul nuovo direttore e tu dicevi che non c'era l'ufficialità per un giustificato ritegno. Ti riferivi a Danza?  Se sì, perché pensi vi fosse questo giustificato ritegno?
Era solo una battuta, ed avrei fatto meglio ad evitarla. Secondo me sarebbe stato più rispettoso per i lettori far coincidere il congedo del vecchio direttore con l’annuncio del nuovo, invece di attendere l’otto di agosto senza alcuna comprensibile motivazione. Più in generale, penso che sia temerario affidare un’auto molto potente ad un neopatentato. Non ho una grande opinione delle qualità giornalistiche di Danza, e questo è un parere che, pur argomentato e argomentabile, può lasciare il tempo che trova; è invece oggettivo il suo curriculum esiguo, che non fornisce molti punti d’appoggio ad una presunzione degna di miglior causa. In ogni caso, sono problemi suoi e di chi lo ha scelto, non miei.

Dalle prime notizie che sono state diffuse attraverso il sito di Foggia & Foggia sembra proprio che il nuovo corso metterà al centro del progetto il sito web del giornale. Durante la tua gestione il web è sembrato un po' messo da parte. Come mai?
Penso che in comunicazione si debbano fare le cose che si ha la forza e la capacità di fare. Il sito di Foggia&Foggia era stato pensato esclusivamente per ospitare la versione telematica del cartaceo e per consentire la discussione e il dibattito, sia libero, sia legato agli articoli pubblicati. Con le risorse economiche a nostra disposizione non avevamo la forza per fare un quotidiano online ben fatto (una cosa come “Foggia Today”, per capirci). L’editore ha scelto di dar vita a questo “News24”, che a me è sembrato un veicolo per comunicati da copia-incolla, con la sporadica presenza, oltretutto via via sempre più rada, di pseudo-inchieste tendenziose e disinformate, sermoncini moralistici e “appelli” velleitari. Da ultimo c’è stato il funzionamento a corrente alternata, con un blocco nei primi otto giorni di agosto seguito da una sporadica reviviscenza e da una nuova paralisi intermittente.  Secondo me è un esempio di pessimo giornalismo, dilettantesco e confusionario. Ma anche questo è solo un parere.

Stando ai tuoi giudizi il futuro della free press che hai diretto non sembra essere dei migliori. Non ti sembra di esagerare nei giudizi?
Come puoi immaginare, non mi è facile guardare alla situazione del giornale con il distacco necessario; ma non ho un punto di vista apocalittico. Per quel poco che si è saputo del nuovo progetto, ci sono anche idee interessanti e ragazzi in gamba. Il prodotto, inoltre, è così radicato e consolidato da rendere improbabile una catastrofe. È difficile però non essere perplessi per una svolta caratterizzata da un taglio selvaggio dei costi, che ha come punto di riferimento un esperimento pretenzioso e fallimentare come il “Foggia Magazine”, chiuso senza rimpianti dopo pochi mesi. I miei giudizi, alla luce di questo, potrebbero addirittura rivelarsi esagerati per difetto.   

Il service Euridice, allontanato in blocco da Foggia & Foggia, sarà impiegato per nuovi progetti?
Il momento nerissimo del mercato editoriale non permette al momento di fare pronostici. È chiaro che faremo di tutto per non disperdere l’esperienza accumulata. Ma non dipende solo da me.

foggia&foggia-2Pensi che il tuo allontanamento sia stato gestito come doveva? Cosa non ti è piaciuto in particolare?
Con l’editore del giornale, Luigi Boscaino, ci siamo lasciati in ottimi termini, nello spirito amichevole che ha caratterizzato questi quattro anni di lavoro comune. Figure di minore importanza hanno tenuto comportamenti diversi, nella tradizione di quelli che il principe De Curtis chiamava “caporali”. Ma sono davvero vicende e persone su cui non è il caso di soffermarsi: ognuno ha diritto alle proprie frustrazioni. A mio parere si poteva gestire meglio la transizione, soprattutto nell’interesse del prodotto.

Cosa si poteva fare in particolare?
Perché non attivarsi tempestivamente per assicurare al giornale la continuità di collaborazione con rubricisti di grande prestigio (cito per tutti Gianni Cipriani)? Perché non provare a comprendere meglio il giornale di cui si era chiamati ad occuparsi? Perché avere un atteggiamento di preconcetta chiusura nei confronti degli attuali collaboratori? Credo che questi gesti non siano adeguati ai doveri che sono legati al possesso di un giornale di così vasto insediamento, almeno rispetto alla tradizione foggiana. Comunque sono problemi miei solo per quel tanto di legame sentimentale che inevitabilmente rimane.

Come vedi il panorama editoriale foggiano?
Il momento è nerissimo, come dicevo. Vedo una crisi che non è solo economica, ma anche e soprattutto di idee. La religione del taglio dei costi sta producendo costosissimi disastri.

C'è qualche progetto che ti piace più di altri?
Fra le cose nuove cito questo sito non per piaggeria, ma perché ho avuto la fortuna di parlarne con Matteo Scarlino quando era ancora solo una buona intenzione. Seguo inoltre con molta partecipazione e simpatia il tentativo di Antonio Blasotta e del suo “Mattino di Foggia”, al quale da un po’ di tempo collaboro.
Tra le nuove leve del giornalismo foggiano a chi ti senti di profetizzare un futuro radioso?
Ci sono colleghi giovanissimi, ma già affermati: penso a Giovanna Greco, ad Antonio Di Donna, a Raffaele Fiorella, che secondo me arriveranno in alto (ecco, l’annunciata presenza di Raffaele nel nuovo corso di Foggia&Foggia riduce un po’ le mie preoccupazioni). Se non rimane impantanato all’Attacco, farà strada Francesco Bellizzi (e in quella trista redazione ci sono anche altri elementi interessanti). Mi piace anche, per quel po’ del suo lavoro che ho seguito, Germana Zappatore di Teledauna. Ma naturalmente è un elenco per difetto, perché di ragazze e ragazzi bravi ce ne sono tanti. Tralascio qui di citare sia i colleghi del “Mattino di Foggia” sia i collaboratori di Euridice, per ragioni ovvie: ma tra loro ce ne sono tre o quattro che, se non si perdono per strada…
 

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