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Giovedì, 18 Aprile 2024

Capitanata piegata dai "ladri del futuro". Ecomafia piaga di Puglia. Il pm Laronga: "Difendete il territorio"

“La scelta di Foggia quale sede per la presentazione dei dati pugliesi sulla criminalità ambientale vuole essere un chiaro messaggio di presenza istituzionale e sociale, in un comune sciolto per mafia" ha spiegato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia

E' stato presentato ieri pomeriggio con il patrocinio dell'Università di Foggia presso l'aula 'Cipriani' del dipartimento degli studi umanistici alla presenza di Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiete Puglia, il focus di 'Ecomafia Puglia - Le storie e i numeri della criminalità ambientale.

Sono intervenuti anche Rossella Palmieri, delegata rettorale Università di Foggia alla Comunicazione ai rapporti con il territorio, Marilisa Magno, commissaria straordinaria Comune di Foggia; Rosa Barone, assessora Welfare Regione Puglia; Anna Grazia Maraschio, assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Giuseppe Gatti, direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente; Antonio Laronga, procuratore aggiunto Di Foggia; Marco Gambardella, sostituto procuratore di Foggia; Vito Bruno, direttore generale Arpa Puglia; Antonio Danilo Mostacchi, generale del comando regione Carabinieri Forestale Puglia; Nicola Lorenzon, colonello comandante provinciale Carabinieri di Foggia; Giuseppe Turiano, Cp capo del compartimento marittimo e comandante del porto di Manfredonia; Roberto Maniscalco, tenente colonnello del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari.

Nel 2020 l’Ecomafia non ha conosciuto lockdown né pause, e l’ambiente non è stato risparmiato. Sempre alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati “soltanto” 86. Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali

“La scelta di Foggia quale sede per la presentazione dei dati pugliesi sulla criminalità ambientale vuole essere un chiaro messaggio di presenza istituzionale e sociale, – ha spiegato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - in un Comune sciolto per mafia. Ma anche di vicinanza al lavoro delle forze dell’ordine che stanno, soprattutto nelle ultime settimane, mettendo sotto scacco la criminalità in questo territorio. Essere all’Università di Foggia è anche un modo per incontrare gli studenti, perché è proprio da loro che bisogna ripartire con una nuova cultura della legalità e della tutela dell'ambiente e territorio”. 

Nel rapporto 2021 dell’illegalità ambientale, la Puglia si colloca purtroppo tra le prime regioni in termini di reati commessi, occupando il terzo posto con 3.734 infrazioni accertate (il 10,7% sul totale nazionale), 1.424 sequestri effettuati, 3.230 persone denunciate e 15 arrestate. In quella nazionale le province di Bari, Foggia e Lecce sono rispettivamente al terzo, dodicesimo e diciottesimo posto con 1.465, 553 e 430 infrazioni accertate. Il resto delle province pugliesi contano per Taranto 314 infrazioni, Brindisi 201 e Barletta, Andria e Trani 6. “La Puglia si conferma sul podio nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale con Bari, Foggia e Lecce tra le 20 province italiane più colpite dai reati stabili i dati per i reati sul ciclo del cemento, ciclo dei rifiuti, quelli contro la fauna sulla terraferma e a mare. Questi dati però sono frutto dell’incessante lavoro di donne e uomini che quotidianamente sono direttamente nei territori per tutelarli, ed è a tutte le forze dell’ordine che va il nostro ringraziamento e plauso” ha proseguito Renzulli.

Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia si conferma al terzo posto con 1.340 reati (l’11,8% sul totale nazionale), 1.474 persone denunciate, nessun arresto e 418 sequestri effettuati.  A livello nazionale, Bari, Lecce e Foggia sono rispettivamente al settimo, nono e undicesimo posto con 195, 166 e 153 infrazioni accertate. Per le altre province sono contati 92 reati per Taranto, 81 per Brindisi e 5 per Barletta-Andria-Trani.

Nel ciclo illegale dei rifiuti la Puglia è al terzo posto con 678 infrazioni accertate (l’8,2% sul totale nazionale), 601 persone denunciate, 14 arrestate e 278 sequestri effettuati; a livello nazionale, Bari, Foggia, Taranto, Lecce e Brindisi sono rispettivamente al quinto, settimo, dodicesimo, quindicesimo e sedicesimo posto con 210, 145, 95, 89 e 84 infrazioni accertate. Resta esclusiva dalla classifica nazionale solo la provincia di Barletta-Andria-Trani con n. 1 reato accertato.  Inoltre, legato a questo reato, nella classifica che inquadra gli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti la Puglia si colloca ottava con 88 roghi negli impianti (il 6,8% sul totale nazionale).

Per quanto riguarda i reati contro la fauna l racket degli animali (bracconaggio, il commercio di fauna protetta, tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, nuove norme contro il maltrattamento degli animali, ecc), la Puglia si conferma al secondo posto con 1.055 infrazioni accertate (il 12,9,2% sul totale nazionale) 956 persone denunciate, 1 arresto e 675 sequestri effettuati. Nella classifica nazionale 2020 dell’illegalità contro la fauna, a livello nazionale, Bari si piazza al primo posto con 914 infrazioni accertate. Foggia è ventesima con 62 reati commessi. Mentre Lecce conta n. 45 reati, Taranto n. 29 reati, Brindisi con 4 reati e la BAT con 0 reati.  Infine, nella classifica della pesca illegale la Puglia è seconda con 882 infrazioni accertate con 6,7 reati accertati per chilometro di costa.

Crescono i comuni sciolti per mafia. E cresce anche il tema dell’ambiente tra le motivazioni dei commissariamenti. Non solo rifiuti, abusivismo e appalti, ma anche servizi idrici, gestione dei boschi e delle aree protette. Attualmente, sono 32 i Comuni commissariati per condizionamento della criminalità organizzata, erano 29 al momento della pubblicazione del precedente rapporto Ecomafia. Altri 15 sono andati al voto nella tornata elettorale di ottobre. Dei 32 Comuni commissariati ben 11 sono stati sciolti nel 2021 tra cui proprio Squinzano (LE), Carovigno (BR) e Foggia, secondo capoluogo di provincia, dopo Reggio Calabria, a essere sciolto dal 1991.

Così il procuratore aggiunto di Foggia, Antonio Laronga: “Stiamo facendo il possibile, abbiamo un pool di magistrati che si occupa con criterio di specializzazione dei reati ambientali. Il territorio è molto difficile, vasto, di oltre 7mila chilometri quadrati. Le indagini sono molto difficili perché è una materia interdisciplinare, occorrono una polizia giudiziaria specializzata e investimenti in tecnologia. L’ecomafia, la criminalità ambientale, sta provando a far scivolare questo territorio verso il degrado. E’ molto importante che le amministrazioni pubbliche e locali difendano con i denti questo territorio dalle grandi potenzialità dal punto di vista turistico e agroalimentare.

Per il sostituto procuratore di Foggia, Marco Gambardella, “San Severo è un esempio virtuoso dell’attività di contrasto a questa tipologia di reati. E’ stata proprio introdotta una pratica investigativa, che è partita dalla mappatura delle aree in cui sistematicamente è stato notato l’abbandono dei rifiuti. La procura di Foggia ha chiesto e ottenuto il sequestro di 19 veicoli per quanto riguarda le attività della polizia locale. In sede di condanna il giudice ha sottoposto la confisca dei veicoli".

“Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro. – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - A maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). È già arrivata la prima tranche di 25 miliardi di euro – sul totale di 191,5 – del programma europeo Next Generation EU riservati all’Italia fino al 2026, a cui si aggiungeranno gli oltre 30 miliardi di euro del Fondo complementare alimentato da risorse nazionali. Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese. Perché la riconversione dell’economia italiana sia pulita anche nella fedina penale, è necessario alzare al massimo il livello di attenzione da parte degli organi inquirenti”.

Le proposte di Legambiente: Per questo l’associazione ambientalista, tra le sue principali 10 proposte, chiede: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari. 

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