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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Apricena / Sp 36

Duplice omicidio Padula, l’avvocato Ripoli: “Totale estraneità della famiglia Russo”

Il legale di Rosa Trombetta: "nessuna riconducibilità a vendetta trasversale. Siffatta affermazione, infatti, risulta meramente congetturale e destituita di riscontri obiettivi"

"Con la presente, formulo in nome, per conto e nell’interesse della signora Rosa Trombetta, vedova di Michele Russo, la totale estraneità ai fatti della mia assistita e della famiglia Russo”. I "fatti" cui si fa riferimento sono quelli relativi al duplice omicidio ai danni di Michele e Giuseppe Padula, nipote e zio di 28 e 47 anni, assassinati a colpi di fucile calibro 12 lo scorso 23 agosto, sulla provinciale 36, Apricena – San Paolo di Civitate.

E’ quanto dichiarato del professor Luca Ripoli, in risposta ad alcune pubblicazioni apparse sulla stampa locale all’indomani del cruento fatto di sangue. L’avvocato, infatti, intende allontanare dalla sua assistita e dalla sua famiglia ogni “possibile riconducibilità del duplice omicidio Padula a una vendetta trasversale della famiglia Russo. Siffatta affermazione, infatti, risulta meramente congetturale e destituita di riscontri obiettivi”. Ipotesi – anticipa a FoggiaToday l’avvocato Ripoli – che, allo stato, non ha trovato riscontro alcuno nemmeno nei primi esiti delle perquisizioni e esami stub effettuati dagli inquirenti nelle ore successive al terribile fatto di sangue.

Con questo agguato, però, si torna a parlare di “mafia” nel Foggiano, e le indagini - condotte dai militari dell'Arma -sono passate nelle mani degli inquirenti della Dda di Bari che lavorano gomito a gomito con la Procura di Lucera. Stando ai primi elementi raccolti, il 28enne Michele (deceduto sul colpo) era alla guida del suv Nissan X Trail di colore scuro, bersaglio dei killer. Giuseppe, invece, era seduto lato passeggero ed è stato raggiunto dal piombo grosso sul lato destro del volto. Altre due vittime, dunque, si aggiungono alla lista della famiglia Padula: nel 2001, infatti, toccò al fratello Guido; nel 2004 al nipote Giuseppe.

Una delle due vittime, lo zio Giuseppe - deceduto poche ore dopo l’agguato a seguito delle ferite riportate dall’esplosione di un pallettone in viso – fu condannato in primo grado all'ergastolo (insieme al fratello Vincenzo, poi assolti in appello) per il duplice omicidio di Michele Russo, di 59 anni e di suo figlio Matteo di 27. I Russo – lo ricordiamo - scomparvero il 2 novembre 2001, vittime di lupara bianca. I loro resti furono trovati casualmente otto anni dopo, portati alla luce dalle viscere della grava Zazzano”, a San Marco in Lamis, da un gruppo di speleologi.

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