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Cronaca Mattinata

Matteo Sansone, l'archeologo in camice bianco custode della 'Daunia Antica': "Realizzato il suo sogno"

La collezione archeologica dello 'speziale' di Mattinata è stata donata allo Stato e verrà esposta in un museo dedicato. Il nipote: “E’ un lascito importante che consegniamo alle future generazioni affinché conoscano il loro passato e le loro radici"

Nei suoi ricordi d’infanzia c’è - più nitida che mai - l’immagine di nonno Matteo, in camice bianco, accompagnare i clienti tra le tracce di un passato lontano. Un inaspettato viaggio nella Daunia antica, da intraprendere anche solo per acquistare una confezione di aspirina al banco. Nella sua farmacia, infatti, Matteo Sansone esponeva - come in un bazar delle meraviglie - gran parte della sua ricca collezione archeologica. Un tesoro che, a breve, potrà essere ammirato nel museo nazionale che porterà il nome dello ‘speziale’ di Mattinata, “archeologo per passione e farmacista per necessità”, così come egli stesso amava definirsi.

“Siamo riusciti ad esaudire i due grandi desideri di mio nonno. Più un terzo, tutto nostro”, spiega a FoggiaToday il nipote Matteo che, dal nonno ha ereditato sia il nome che la passione per la storia (è appassionato di numismatica). “Mio nonno ha dedicato la sua intera vita alla storia del nostro territorio”. Aveva solo 16 anni quando, per la prima volta, partecipò ad uno scavo archeologico, accendendo una fiamma che non si mai spenta: “Il suo era un amore viscerale per la storia e la cultura della Daunia. Un impegno perpetuato negli anni con sacrifici economici e familiari”, ricorda. In tutta la sua vita ha collezionato 2695 reperti archeologici, tutti sottoposti al vincolo della Soprintendenza ai beni archeologici, che verranno esposti nel Museo nazionale ‘Matteo Sansone’ che aprirà i battenti il prossimo dicembre, proprio a Mattinata.

Un obiettivo inseguito da 30 anni e concretizzato grazie all’accordo stretto lo scorso 12 agosto, con il quale la famiglia Sansone ha donato allo Stato l’intera collezione. “Era quello che voleva mio nonno”, precisa il nipote: “Desiderava che la sua collezione restasse a Mattinata, città che lo ha accolto nel 1939 (era originario di Monte Sant’Angelo, ndr) e, in secondo luogo, che i reperti fossero esposti in un museo nazionale archeologico, e non civico”, aggiunge. Non meno importante è la soddisfazione della famiglia di aver ottenuto l’intitolazione del museo: “E’ il riconoscimento del lavoro di una vita”. Una passione di famiglia, quella del farmacista-archeologo, ereditata dal prozio Biagio Azzarone e dall’avo Giuseppe Antonio, dai quali ha raccolto le rispettive collezioni archeologiche.

“Negli anni ha scovato anche tanto materiale etnografico, donando oltre 600 reperti allo Stato”. La collezione Matteo Sansone è vastissima e copre un arco temporale molto ampio: “La sua particolarità è la trasversalità per epoche e stili riferimento”, spiega. Unica, invece, era la location: la farmacia del paese, trasformata in una sorta di bazar per la singolare commistione di elementi che ha affascinato avventori e turisti. Tra i reperti di maggior pregio vi è sicuramente la Stele detta ‘del morto infernale’ che - ironia nella sorte - raffigura, in uno dei vari quadri, uno ‘speziale’ porgere una pozione al dauno che passava nell’aldilà. “Il suo interesse per le stele daunie risale al 1958: un contadino gli portò uno di questi cippi funerari e lui allertò subito alcuni dei più grandi archeologi e ricercatori dell’epoca, mettendo su una equipe di eminenti studiosi”.

Ma in questo viaggio nella Daunia antica ci sono anche reperti bronzei e materiale proveniente dalla necropoli di Monte Saraceno, oltre a stele daunie, vasi dauni e appuli, utensili litici e statue appartenenti ai presepi del ‘700. Per questo suo amore per il territorio, il prof. Cleto Corrain, antropologo dell’Università di Padova lo definì ‘il cultore delle ricerche archeologiche e antropologiche del Gargano’. La sua collezione fu dichiarata, nel 1990, di “eccezionale interesse artistico, storico e archeologico”. Ora il tesoro della famiglia Sansone sarà presto esposto e fruibile in uno spazio adeguato, ovvero nel museo che l’amministrazione dell’allora sindaco pro tempore Giuseppe Argentieri realizzò negli anni ’80. I lavori di adeguamento inizieranno a breve e, da programma, dovranno essere consegnati entro la fine dell’anno. “E’ un lascito importante che consegniamo alle future generazioni affinché conoscano il loro passato e le loro radici, ovvero - come diceva mio nonno - ciò che è stato e ciò che saremo”, conclude.

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