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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Frasi ingiuriose contro la Procura nei suoi video: l'ex sindaco Metta condannato per diffamazione

La decisione del Tribunale di Lecce che, con sentenza del 23 marzo, ha riconosciuto Metta recidivo, condannando lo stesso alla pena di un anno di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali

Diffamazione a mezzo stampa, condannato l’ex sindaco di Cerignola Franco Metta. Lo ha stabilito il Tribunale di Lecce che, con sentenza pronunciata il 23 marzo ha riconosciuto Metta recidivo, condannando lo stesso alla pena di un anno di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali per il reato di diffamazione a mezzo stampa, aggravata dall’attribuzione di fatti determinati e per essere stato commesso in danno di una rappresentanza del corpo giudiziario.

La vicenda è ripercorsa in una lunga nota stampa dello studio legale Pellegrini, che ha rappresentato il pm Marco Gambardella, costituitosi parte civile nel procedimento. In particolare,  si legge nella nota, Metta è stato riconosciuto colpevole per delle affermazioni rilasciate in vari video andati in onda da luglio a ottobre su canali social. In particolare, il 18 luglio 2020, per la rubrica ‘Il cielo è sempre più blu’, commentando le determinazioni della Procura nel procedimento relativo all’inquinamento del canale Lagrimaro, affermava: “Voi pensate che un pubblico ministero, nella specie il dott. Gambardella non sia andato giulivo come la vispa Teresa ad annunciare al suo capo o al suo collega Enrico Infante, io ho iscritto Metta nel registro degli indagati? Perché? Che ho fatto? Ho fatto la pipì nel Lagrimaro? No, lui dice che io avrei rifiutato omesso un atto del suo ufficio. Quando i miei avvocati gli hanno chiesto per iscritto, “mi dici qual è l’atto che il sindaco non ha voluto fare”? ‘Non l’ha saputo dire. Sapete perché? Perché è lo stesso atto che avrebbe dovuto fare lui, quindi che deve attribuire a me. Lui non è stato capace di fare nulla in un anno di tempo, io non potevo fare assolutamente nulla”.

Ancora, nel corso del medesimo video messaggio, “arrivano questi quattro scappati di casa a contestare loro un reato... qui furbacchioni gli hanno contestato anche il 635 cp.; hanno cambiato tutto, perché si sono resi conto che dal 2 luglio 2019 di avere sbagliato indirizzo”. In un video pubblicato il 31 luglio 2020, su Facebook, per la medesima rubrica, il penalista dichiarava: “Anche qui, il dott. Gambardella potrebbe scrivere a Francesco Metta, tanto quando non sa che fare iscrive Metta”.

Il 18 settembre, su Facebook, per la rubrica ‘Buonasera Cerignola’, riferiva, nei riguardi di Infante e Gambardella, circostanze del tipo: “Adesso fanno i bulli. Ignorano l’ordine del giudice... perché se loro hanno deciso che tu sei loro nemico, ti devono perseguitare... il capo della procura di Foggia, informato di tutto, dovrebbe intervenire, ma anche lui è fermo, inattivo”. Nel corso della trasmissione ‘Il cielo è sempre più blu’, diffusa il 20 settembre 2020 asseriva: “Avoglia quante volte Gambardella arresta una persona e poi archivia il reato per cui quella persona è stata arrestata. Perché tanto sui giornali siamo finiti un po’ una medaglietta ce la siamo appiccicata... prolungano questa situatone... la prolungano con un atto di prevaricazione, prepotenza -  io comando, nessuno mi può dire niente... loro mi volevano fare fuori con le indagini, con la commissione. Invece, nel momento in cui io mi sono reso conto che ovviamente non potevo sottrarmi a quello che era il potere... lo strapotere e la prepotenza di alcuni esponenti dello Stato, falsi servitori dello Stato, l'unico modo che io ho avuto... per difendermi è stato quello di mettermi sotto il riflettore”.

Ancora, nel video pubblicato sul social network Facebook di Franco Metta e sul canale YouTube ‘staff sindaco Metta’ il 7 ottobre 2020, si accusava di aver utilizzato “il potere di indagine in maniera sbagliata e distorta”, iscrivendo soggetti “senza una notizia di reato” e “si travalica il proprio potere”, commentando una attività di indagine diretta dalla procura di Foggia e definita con richiesta di archiviazione, della quale, tuttavia, la parte offesa non era titolare. Inoltre il Tribunale di Lecce ha condannato il Metta a risarcire i danni subiti dal dottor Gambardella (che, tramite l'avvocato Raul Pellegrini si era costituito parte civile nel procedimento) da liquidare in sede civile e a rimborsargli le spese legali sostenute.

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