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Cronaca Carmine Nuovo / Viale Ofanto

Tra blatte, water rotti e medicinali sparsi, lo sfogo degli operatori del 118: "Non possiamo lavorare così"

La denuncia dalla quarta postazione di Foggia: "Attendere in queste condizioni aggrava la nostra salute e, di conseguenza, il nostro operare su vite umane. Qualcuno faccia qualcosa"

Blatte nei corridoi, bagni allagati e tubature rotte. Le foto inviate a corredo della lettera-denuncia dei lavoratori del 118 della postazione Colonnello D'Avanzo di Foggia non lasciano davvero nulla all’immaginazione. “Viviamo un grosso disagio a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie che persistono nella nostra postazione da ormai sei anni”, spiegano i lavoratori in una nota stampa nella quale si ripercorrono questi ultimi anni, dal maggio 2007 ad oggi, ovvero dall’istituzione della quarta postazione 118 di Foggia. Un disagio ed un degrato testimoniato quotidianamente anche su una pagina Facebook creata ad hoc.

“A fine maggio del 2007 fa nasceva la quarta postazione 118 di Foggia che doveva essere dislocata a piazza Libertà, presso la sede dell’Asl”, spiega il coordinamento. “La mancanza di locali disponibili, all'epoca, ci portò ad essere allocati – momentaneamente - all'ospedale colonello D'Avanzo, in un locale adibito a deposito materiale elettrico. Da allora siamo ancora lì dentro e non è mai stato fatto alcun lavoro di adeguamento della struttura né cercato soluzioni alternative”.

FOTO | Le foto-denuncia degli operatori del 118 di Foggia

“Il nostro è un lavoro di attesa – spiegano - ed attendere in quelle condizioni aggrava la nostra salute e di conseguenza il nostro operare su delle vite umane”. Così i lavoratori della quarta postazione del 118 si trovano – da sei anni a questa parte – a trascorrere intere giornate di lavoro in una stanza di 25 mq, con un condizionatore che d'estate perennemente ‘in blocco’, che d’estate non raffredda e d'inverno non riscalda, tra “materiale sanitario anche nocivo sparso per la stanza, perché non c'è spazio per tenerlo sotto chiave. I medicinali sono tenuti alla rinfusa in un frigorifero utilizzato anche per cibi e bevande, le pareti sono sporche, mai rinfrescate chissà da quanto”.

“Inaliamo polvere delle lenzuola – si legge ancora - perché la pulizia è resa impossibile dalla disposizione del materiale, impossibile da spostare ogni volta. Abbiamo un bagno senza finestre né aeratori, con materiale sanitario conservato all'interno; una doccia utilizzata per il deposito di detersivi vari, un contenitore delle lenzuola aperto, ed un sanitrit e una tubazione che circa ogni tre o quattro mesi si intasa, allagando il servizio con la fuoriuscita di escrementi vari”.

“Dal 2009-2010 né direzione Asl, né ispettori Spesal, Nas, Prefetto, tantomeno il nostro datore di lavoro sono mai riusciti a smuovere qualcosa o a darci una risposta. Allora, prima che qualcuno si ammali veramente, chiediamo che qualcuno possa prendere a cuore la nostra situazione affinché si risolva qualcosa”.

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