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Cronaca

"Finti dipendenti" denunciano sprechi e favoritismi in Ataf: "Siamo stanchi". La Salandra ribatte: "C'è un secondo fine"

Un documento corredato da nove allegati e sottoscritto da quattro dipendenti “stanchi di sopportare". Ma i nomi riportati in calce “non rientrano nell’anagrafica dell’azienda” e il presidente di Ataf, Giandonato La Salandra, passa dalla difesa all’attacco, denunciando l’accaduto alle forze di polizia

Una lettera-denuncia dalla quale emerge disapprovazione e malcontento generale nei confronti della gestione dell’azienda Ataf di Foggia. Un documento, corredato da nove allegati e sottoscritto da quattro dipendenti “stanchi di sopportare tutto quello che questo Cda ogni giorno ci costringe a subire”, inviata al sindaco di Foggia, Franco Landella, e posta all’attenzione della Procura dauna.

Ma i nomi riportati in calce “non rientrano nell’anagrafica dell’azienda” di via Motta della Regina, e il presidente di Ataf, Giandonato La Salandra, passa dalla difesa all’attacco, denunciando l’accaduto alle forze di polizia. Pertanto, per La Salandra, il documento nel quale si denunciano “soprusi di ogni genere”, è un attacco anonimo, come altri ricevuti negli ultimi mesi (sempre veicolati attraverso la stampa).

“I mezzi sono allo stremo, il servizio è minimo, con gravissimi disagi per noi e per i cittadini”, si legge nella lettera, nella quale vengono denunciati sprechi e favoritismi. Accuse che il presidente di Ataf, contattato da FoggiaToday, respinge tutte al mittente, riservandosi di valutare la portata diffamatoria per una controdenuncia: “L’azienda risponderà in maniera molto decisa e dettagliata”, assicura. “Sono affermazioni molto gravi, dobbiamo tutelare il nostro operato”.

Al centro della lettera-denuncia, in particolare vi sono l’affidamento di un incarico professionale (stipulato in data 17 gennaio 2020 e riconfermato l’8 settembre 2020) con un commercialista della città e alcune azioni di affidamento incarico (in particolare i servizi di sanificazione di parcheggi, ambienti e parco rotabile e quelli per la sostituzione di climatizzatori).

“E’ stato fatto un contratto di collaborazione ad un noto commercialista. Per quale motivo, visto che in azienda ci sono impiegati che da tempo svolgono questo lavoro?”, chiedono i sedicenti dipendenti. Ma l’Ataf - risponde sul punto La Salandra - “ha sempre avuto un suo consulente. C’è un processo di continuità. La previsione di una collaborazione in materia fiscale affidata a un professionista esterno risale al lontano 2014, salvo l’aver dovuto provvedere, per una riorganizzazione interna degli uffici, alla copertura di un vuoto causato dal pensionamento anticipato di una professionalità dedita alla contabilità. Non esiste alcun conflitto di interesse del CdA in merito e il bilancio, regolarmente approvato nei termini di legge, è agli atti”, precisa Ataf in una nota stampa.

Nella lettera, si accusa, ancora, la gestione Ataf di spese non opportune dato il momento di crisi. Tra queste, “la sostituzione di, climatizzatori i perfettamente funzionanti, in un momento in cui si sono ridotti tutti gli incassi dovuti alla pandemia”. Risorse che, ritengono gli estensori della denuncia, sarebbe stato più utile dirottare su “acquisto per i pezzi di ricambio o attrezzature per le officine”. Si tratta di lavori affidati rispettivamente nei mesi di giugno e luglio, per spese complessive di 4900 euro e 1000 euro, iva esclusa. “Ogni intervento effettuato da Ataf è assolutamente regolare e risponde al codice degli appalti”, preferisce tagliare corto il presidente, salvo poi specificare in un comunicato stampa che “Ataf Spa si è rivolta ad una azienda regolarmente iscritta all’albo dei fornitori in tempo risalente, per sostituire macchinari obiettivamente vetusti o del tutto non funzionanti, in seguito alla riorganizzazione e centralizzazione degli uffici dell’azienda”.

Infine, il nodo sanificazioni, per spese sostenute per oltre 90mila: “Visto che la situazione pandemica, si sapeva, non si sarebbe conclusa da un giorno all'altro non era meglio fare un programmazione annuale? Senz'altro il costo sarebbe stato ridotto”, si legge nella lettera anonima. Tale somma viene calcolata sommando i servizi relativi alla “disinfezione e sanificazione di 4 autobus; magazzino; bagni e spogliatoi; portineria; capannone officina meccanica; capannone officina carrozzeria; locale elettrauto; piazzale esterno; uffici” per un totale di 4.900’ euro in data 30 aprile 2020; “disinfezione del parco rotabile”, per complessivi 36.750 euro, in data 7 settembre 2020; “sanificazione del parco rotabile di Ataf costituito da 13 scuolabus e 40 autobus” per complessivi 39mila euro; “disinfezione dei parcheggi Russo, Ginnetto, Zuretti e del Terminal” per un importo di 10mila euro, del 22 settembre.

“Sarebbe stato sufficiente notare la serrata successione di interventi normativi avuta sul tema negli ultimi mesi per comprendere perché nessuna azienda, tantomeno Ataf, sia stata in grado di fare una programmazione di tipo annuale per interventi di questo tipo”, spiega La Salandra a FoggiaToday. “Tra l’altro si tratta di attività differenti (e non cumulabili) per gli interventi sul parco rotabile e quelli per gli impianti fissi”.

“È fatto noto che il CdA abbia più volte evidenziato gli aumenti non preventivati e non preventivabili delle spese, dovuti alle procedure di igienizzazione, sanificazione e disinfezione rese obbligatorie dalla legge ma ribadisce che tutto è avvenuto nella più totale trasparenza e nel rispetto del codice degli appalti, oltre che in condizioni di urgenza”, precisano ancora dall’azienda. “Anzi, al contrario, nella situazione di sbando in cui è stato lasciato il trasporto pubblico, Ataf ha cercato di fare i salti mortali per cercare il più possibile di contenere i costi, pur dovendo sottostare in regola e puntualmente agli obblighi di legge, in uno stato di emergenza sanitaria mondiale. Produrre le determine e non gli atti procedimentali è chiaro intento diffamatorio ed, essendo la seconda lettera anonima, è chiaro esserci un secondo fine”.

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