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Cronaca

15 anni dopo il crollo di viale Giotto, il sindaco Landella: “Ferita profonda nei nostri cuori”

Landella ricorda gli appelli ignorati dei coinquilini del palazzo a sei piani, le 67 vittime del crollo, ma anche la generosità di chi prese parte alle operazioni di soccorso

Questa mattina il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha deposto una corona di fiori al memorial presente all'interno del cimitero dove riposano le vittime del crollo di viale Giotto. Il primo cittadino, affiancato dall'ex sindaco Paolo Agostinacchio e dal presidente del Consiglio comunale Luigi Miranda, ha voluto ricordare la tragedia che colpì la città di Foggia l'11 novembre del 1999, quando 67 persone persero la vita nel crollo della palazzina del civico 120 di viale Giotto. «Nonostante siano passati quindici anni da quella terribile tragedia è ancora vivo in ognuno di noi il ricordo di tanti nostri concittadini che ci hanno prematuramente lasciato. Un ricordo che deve essere vivo anche tra le giovani generazioni, affinché tragedie del genere non si ripetano in futuro. Il rispetto verso il prossimo deve essere la stella polare che deve guidare i futuri ingegneri, architetti ed operai. Al contempo, quella immane tragedia ha mostrato il volto migliore della nostra città. Una città che si è prodigata per aiutare alcuni dei suoi figli in difficoltà e che si è stretta intorno a chi, d’un tratto, ha perduto gli effetti più cari".

Gli fa eco il presidente del Consiglio, Luigi Miranda: "A quindici anni di distanza il dolore è ancora lo stesso. Una tragedia così grande, cosi lacerante per le famiglie e l’intera comunità cittadina, non può diventare più lieve con il tempo e non si può dimenticare. Quei corpi straziati, quei mattoni, quella polvere acre, l’impegno instancabile e generoso dei volontari e dei medici non possono ridursi ad un pezzo di storia cittadina da scrivere negli annuari, da raccontare ai più giovani.

Il crollo di Viale Giotto è un elemento indelebile del vissuto cittadino, fino a diventare elemento d’identità cittadina. Così come i nostri padri e i nostri nonni rinsaldarono il vincolo di fratellanza nella tragedia bellica, così noialtri ci sentiamo ancora più uniti tra di noi e più legati alla nostra città di Foggia.  L’unità che nasce dal dolore è più forte e più salda. Per questo quel maledetto crollo non potrà mai essere dimenticato, e viale Giotto sarà per sempre un luogo dell’identità foggiana e del grande cuore dei foggiani. 

IL MESSAGGIO DEL SINDACO ALLA CITTA' | "Sono trascorsi 15 anni da quel tragico 11 novembre 1999. Quel boato nella notte non ha portato via solo le vite di 67 nostri concittadini, nostri amici, per qualcuno anche parenti. Quel crollo non ha solo lasciato uno spazio innaturale lì dove c'era un palazzo di sei piani. Quella tragedia ha lasciato una ferita profonda nei nostri cuori. Ha prodotto una lacerazione nell'animo dei Foggiani. Ci ha portati a riflettere che solo il senso di responsabilità, solo il rispetto delle regole può evitare queste tragedie insensate. Un palazzo che aveva meno di 30 anni non sarebbe dovuto crollare. Gli appelli e le denunce sui segnali preoccupanti notati dagli inquilini nelle settimane precedenti non avrebbero dovuto essere ignorati. E questi terribili errori si possono evitare solo ricordandoli sempre e ricordando sempre i nostri amici scomparsi, anno dopo anno, con la stessa commozione, la stessa tristezza ma anche la stessa determinazione che i Foggiani trovarono in quei giorni.

Sì perché in quei tragici giorni, Foggia seppe dare anche uno splendido esempio al mondo intero: quello della operosità dei suoi cittadini, dei volontari, dei soccorritori istituzionali, del loro grande cuore, della generosità di chi, senza aspettarsi nulla in cambio, lavorò con slancio per salvare vite o, almeno, per recuperare i corpi delle vittime. Il simbolo di quell' impegno fu il compianto amico Agostino Laquaglia che ancora ricordiamo instancabile alla guida della sua ruspa per tre giorni.

Quegli esempi di operosità, quegli esempi di senso del dovere, quell'energia positiva e contagiosa che spingeva tutti a lavorare per il bene comune, per riportare le cose alla normalità, dobbiamo cercare di recuperare oggi, per collaborare tutti allo sforzo per una Foggia migliore. Come i nostri antenati seppero ricostruire la Foggia distrutta dal terremoto, come i nostri nonni e i nostri padri seppero far risorgere Foggia dalle macerie dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, come i volontari contribuirono a curatela ferita aperta qui in Viale Giotto, così i Foggiani di oggi possono e devono contribuire alla rinascita materiale e morale della città.

Ma l’11 novembre resta, per Foggia un giorno di riflessione e di ricordo, un giorno di preghiera per i nostri concittadini scomparsi. Quindi, rendiamo onore alla memoria delle 67 vittime del crollo, i cui nomi leggeremo per sempre incisi nel simbolico albero del ricordo che la Fondazione Banca del Monte ha donato generosamente alla città ed installato sul luogo della tragedia, ma che soprattutto resteranno per sempre impressi nei nostri cuori".

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