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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Contro la criminalità lo Stato non basta. Cavaliere: “Silenzio è complicità, bisogna denunciare”

Il presidente della Fondazione Buon Samaritano soddisfatto per la creazione a Foggia di un Reparto Prevenzione Crimine, ma avverte: "Serve una concreta assunzione di responsabilità collettiva"

“La recente recrudescenza di episodi criminali sul Gargano, a San Severo e per ultimo l'intimidazione al presidente dell'ATAF, a cui esprimo la nostra piena solidarietà, induce ad un'attenta riflessione”. A parlare è il presidente della Fondazione Buon Samaritano Pippo Cavaliere, al termine di una settimana caratterizzata ancora una volta da episodi di violenza. “Abbiamo appreso con soddisfazione della prossima creazione a Foggia di un Reparto Prevenzione Crimine, un'importante risorsa strategica aggiuntiva ai dispositivi locali di prevenzione e controllo del territorio. Una notizia che attendevamo con fiducia dopo le assicurazioni che ci erano state fornite dal Capo della Polizia, il prefetto Gabrielli, in merito ad una particolare attenzione al caso Foggia”.

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Ma Cavaliere avvisa: “La novità rischia però di creare illusioni ed aspettative che presto potrebbero andare deluse se pensassimo che quest'iniziativa, da sola, possa costituire un rimedio risolutivo nei confronti della criminalità, il cui condizionamento è divenuto così invasivo da inficiare qualsiasi sforzo mirante allo sviluppo ed alla crescita economica, sociale e culturale del nostro territorio”.

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Servono dunque diverse azioni congiunte, oltre a segnali forti dallo Stato: “Lo suggerisce la gravità della situazione, e nello stesso non possiamo pensare di demandare allo Stato stesso una responsabilità che è di tutti noi. Finora parole, tante parole, fiaccolate, slogan, convegni, buoni propositi, tutto bene e giusto, ma i fatti? Ciò che realmente ora serve è una concreta assunzione di responsabilità collettiva a partire dal governo centrale e per finire agli operatori economici ed a noi cittadini, denunciando i crimini, il malaffare, l'illegalità e scrollandoci di dosso quell'ignavia di cui ci ha tacciato, a ragion veduta, il nostro arcivescovo”.

Conclude Cavaliere: “Non si è complici solo quando si commette un reato in concorso, ma anche quando si tace, si finge di non sapere o non vedere. Purtroppo i silenzi sono ancora tanti, silenzi a volte imbarazzanti, silenzi che sono più assordanti degli spari indirizzati giorni fa alle auto della polizia”. 

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