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Cronaca

Coronavirus: in Puglia indice rt scende a 0.9, ma resta alto il numero di pazienti ricoverati

Incidenza e numero di casi in lieve diminuzione, ma resta alta l'allerta. La Puglia tra le otto regioni con un tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva superiore al 30%

“La situazione complessiva, sia in termini di incidenza che di impatto sui servizi assistenziali, mostra lievi segnali di miglioramento, nonostante una fase prolungata ed estesa di interventi di mitigazione in gran parte del territorio. Questo si realizza in un contesto europeo caratterizzato in diversi paesi da epidemie in rapido peggioramento in particolare spinte dall’emergenza di nuove varianti virali a più elevata trasmissibilità e già identificate nel nostro paese”, è quanto si legge nell’ultimo report di Monitoraggio Covid.

Nel report si osserva una diminuzione, seppur lieve, dell’incidenza dei casi per 100mila abitanti a livello nazionale (289,35 contro i 339,24 del precedente report). Tuttavia, il numero dei contagi resta ancora troppo alto per un ripristino dell’identificazione dei casi e del tracciamento dei contatti. Critica è la situazione nella provincia autonoma di Bolzano che fa registrare una incidenza di 911,87 casi per 100mila abitanti. In Puglia l’incidenza si attesta sui 357,88 casi, con una valutazione di impatto alta, alla pari di Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardina, Marche e Umbria.

L’Umbria risulta essere l’unica regione ad alto rischio, mentre Toscana, provincia di Trento, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche e Puglia sono classificate a rischio moderato. Moderato ad alto rischio di progressione è la provincia di Bolzano; le restanti regioni sono a rischio basso, a eccezione del Molise (bassa ad alto rischio di progressione), che è anche l’unica regione a presentare un indice rt al di sopra di 1 (1.51). Dopo due settimane, la Puglia fa registrare nuovamente l’indice rt sotto l’1 (0,9).

Scende il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 vs 12 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (28%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.487 (19/01/2021) a 2.372 (26/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 22.699 (19/01/2021) a 21.355 (26/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive.

La Puglia è una delle 8 regioni che hanno superato la soglia critica (30%) di occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Con il 39% è la seconda regione con il numero più alto di posti letto occupati in relazione a quelli disponibili, dietro alla provincia di Trento che fa registrare il 40%. Friuli-Venezia Giulia (37%), Lazio (30%), Liguria (30%), Lombardia (33%), Marche (31%) e Umbria (38%) le altre regioni ad aver superato la soglia. Anche per i posti letto in area non critica, malgrado a livello generale si registri un ulteriore abbassamento del numero di pazienti, la Puglia supera la soglia (fissata dal Ministero della Salute al 40%) con il 41% di posti letto occupati. Friuli-Venezia Giulia (52%), Marche (46%) e Umbria (43%) le altre tre regioni ad aver oltrepassato il limite.

Per quel che concerne il tracciamento dei casi, scendono di circa 4mila unità il numero di nuovi contagi non riconducibili a catene di trasmissione, con un conseguente incremento (31,7% contro il 28,7% del precedente report) dei casi riscontrati attraverso attività di tracciamento. Resta stabile la percentuale delle positività individuate dopo la comparsa dei sintomi. Infine, il 23,6% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,3% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico.

In definitiva, malgrado dei costanti miglioramenti, sia nell’indice rt che nell’incidenza, la situazione in Italia impone un livello di attenzione alto. “L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero garantite rigorose misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone”, conclude il report.

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