L'elenco dei 'caduti' del Coronavirus: tre i camici bianchi foggiani deceduti, sei in Puglia dall'inizio dell'emergenza
Il presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo, Filippo Anelli: “Il tema della sicurezza degli operatori sanitari deve essere priorità della sanità pubblica"
Con i due medici foggiani vittime della seconda ondata dell'emergenza sanitaria da Covid-19, salgono a sei i medici pugliesi deceduti dall’inizio della pandemia.
Duecento in tutto quelli deceduti a causa delle complicazioni da Coronavirus. Ventidue le vittime della seconda ondata, a partire dal primo ottobre. Gli ultimi due nomi - che portano a sei i medici pugliesi morti a causa della pandemia - sul memoriale pubblicato sul portale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) sono quelli di due colleghi iscritti all’ordine di Foggia, deceduti a poche ore di distanza l’uno dall’altro: Mauro Cotillo, 58 anni, medico odontoiatra di Foggia e Giovanni Bissanti, 62 anni, medico di continuità assistenziale di Serracapriola.
A comunicarlo è Pierluigi De Paolis, neoeletto presidente dell’Ordine dei medici di Foggia, che insieme al presidente in carico Alfonso Mazza e a tutto il Consiglio dell’Ordine si stringe alle famiglie e alla comunità di colleghi. “Anche in questa seconda ondata pandemica dell'infezione da SarCoV-2 la comunità medica di Capitanata paga un alto tributo agli effetti nefasti di questo virus, come nella prima fase in cui pianse la scomparsa improvvisa del collega Antonio Maghernino di San Severo. Nel giro degli ultimi giorni sono deceduti, a causa delle complicanze dell'infezione da Covid-19, Mauro Cotillo, 58 anni, medico odontoiatra di Foggia, e Giovanni Bissanti, 62 anni, medico di continuità assistenziale di Serracapriola" ha spiegato De Paolis.
“Duecento colleghi deceduti per Covid-19. Non ce lo saremmo mai aspettati, quando tutto è iniziato. Eppure è successo", ha commentato il presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo, Filippo Anelli. “Il tema della sicurezza degli operatori sanitari deve essere una priorità di sanità pubblica, oggetto di una grande attenzione. Gli ospedali si sono attrezzati per far fronte alla pandemia, creando percorsi sporchi e puliti e dotando il personale dei dispositivi individuali di protezione adeguati al grado di rischio. Lo stesso si deve fare sul terrtorio, potenziando le Usca, le Unità speciali dedicate alla cura del Covid-19, che devono affiancare e supportare i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, i medici di continuità assistenziale, del 118, delle Rsa, gli specialisti ambulatoriali in un percorso di cura in piena sicurezza, per gli operatori e per gli assistiti”.
“La sicurezza è un diritto dei lavoratori, per i medici e gli operatori sanitari lo è in maniera particolare, in quanto è garanzia della sicurezza delle cure e dunque del diritto alla salute dei cittadini", conclude Anelli. "I medici hanno il diritto di curare i loro assistiti, e di poterlo fare in piena sicurezza”.
Il 25 marzo è deceduto Antonio Maghernino, medico di continuità assistenziale di Foggia, tre giorni dopo Mario Luigi Salerno, fisiatra di Bari. Ad aprile Vincenzo Saponaro, medico di medicina generale di Brindisi e Antonio Le Rose, otorinolaringoiatra di Altamura. Infine, nella seconda ondata, Mauro Cotillo odontoiatra di Foggia e Giovanni Bissanti, medico di continuità assistenziale a Serracapriola.