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Cronaca

In Puglia disabili gravi esclusi dal contributo straordinario Covid. Famiglia foggiana vuole portare il caso in Procura: "Non è giusto"

Le Asl erano tenute a procedere all'accertamento dei requisiti e all'erogazione in ordine cronologico di presentazione delle istanze, fino a esaurimento delle risorse. Questo ha comportato l'esclusione di 11mila domande

Si sarebbero fermate alle domande pervenute al 19 giugno 2020 le visite per accertare i requisiti per accedere al contributo economico straordinario Covid19 in favore delle persone in condizione di gravissima non autosufficienza, stanziato dalla Regione Puglia. Ma la scadenza per inoltrare la richiesta era fissata al 9 luglio, e così circa 11mila domande non sarebbero mai state valutate.

Il contributo sarebbe stato erogato tramite procedura cosiddetta a sportello, da qui lo stop. Il caso è finito in mano agli avvocati, per curare gli interessi di una famiglia della provincia di Foggia che ha presentato tre domande per altrettanti disabili gravi. Il capofamiglia ha formulato richiesta per la madre, la suocera e suo figlio, due persone allettate e una sulla sedia a rotelle. "Mamma ha una gamba amputata perché è una delle pazienti sfortunate che hanno ricevuto una protesi infetta - racconta - e questa è un'altra beffa".  

Il contributo economico straordinario è pari a 800 euro mensili, per un importo massimo di 5.600 euro. "Abbiamo presentato le domande e la Regione Puglia ha incaricato l'Asl delle visite domiciliari". Ma, come ha scritto l'avvocato Aldo Placentino nella sua lettera inviata al Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia e all'Asl di Foggia nella persona del direttore generale Vito Piazzolla, "in maniera assolutamente singolare risultano essere state trattate, esaminate ed istruite pratiche presentate fino al 18 giugno".

Nella stessa missiva si fa presente che ai beneficiari, 7.400 in tutta la regione Puglia, risultano "corrisposti importi e somme in più tranche per complessivi 10mila euro". Tramite il legale, la famiglia ha chiesto chiarimenti. "Asl e Regione Puglia si danno la colpa l'un l'altra". E il rimpallo di responsabilità irrita gli esclusi, che si sentono abbandonati. "Porterò tutto in procura. Non è giusto", promette il cittadino che ha inoltrato le tre domande mai valutate.

Peraltro, il contributo Covid19 è stato prorogato fino al 30 giugno, ma a beneficiarne saranno sempre le stesse 7.400 persone. "Le altre non hanno avuto neanche la possibilità di essere valutate. Avrebbero dovuto esaminare tutte le 18mila domande, questo è un tradimento nei confronti delle persone che davvero ne hanno bisogno". 

"È del tutto evidente - ha scritto l'avvocato nella sua diffida a sottoporre a trattamento, istruttoria ed esame le pratiche dei suoi assistiti - che tale condotta ha creato una palese ed ingiustificata discriminazione tra persone che versano tutte in una situazione di grave e comprovata non autosufficienza". In altre parole, come ha detto il diretto interessato che si è rivolto al legale, "in Puglia ci sono diversamente abili gravi di serie A e diversamente abili gravi di serie B, o addirittura diventati invisibili".

Per le persone la cui condizione di gravissima non autosufficienza non era stata già accertata nell'ambito di procedure similari, le Asl erano tenute a procedere all'accertamento della condizione di disabilità gravissima e all'erogazione del contributo in ordine cronologico di presentazione delle istanze, "fino alla concorrenza delle risorse economiche disponibili", quindi fino a esaurimento della copertura finanziaria. Motivo per cui le visite sono state bloccate.

Ma gli esclusi lamentano pure che quando la misura è stata finanziata con risorse aggiuntive la Regione non abbia pensato a scorrere la lista, piuttosto che liquidare altre somme agli stessi beneficiari.

"Le modalità del contributo Covid19 sono state deliberate prima della mia nomina - spiega l'assessore regionale al Welfare Rosa Barone - Abbiamo speso 71 milioni, quest'anno c'erano altri 35 milioni e l'unica scelta che ho potuto fare è stata la proroga, perché aprire un bando era impossibile. Sono arrivati altri 4 milioni dallo Stato, martedì faremo un tavolo sui caregiver e proveremo a dare queste somme a chi non ne ha beneficiato. Purtroppo le risorse a disposizione sono quelle e non era possibile soddisfare tutte le richieste".

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